Egle Santolini per \"La Stampa\"
Viene? Non viene? No che non è venuto. Per ragioni di sicurezza? Per primadonnismo? O perché, non sia mai, ha deciso di non ripresentarsi su suolo nazionale fino a nuova decisione, spaventato, deluso, forse anche sfastidiato dalla mancata selezione all\'Oscar del film tratto dal suo libro? Nulla di tutto questo: è stata soltanto una faccenda di overbooking.
Emilio Carelli (al centro)Mentre ieri nel Salone dell\'Alessi di Palazzo Marino si consegnava la cinquantesima edizione del Premiolino, cioè del premio di giornalismo più antico d\'Italia, l\'ospite maggiormente atteso della serata, Roberto Saviano, risultava infatti a Barcellona per la quinta «Semana de la novela negra»: convocato con i giallisti americani Sue Grafton e Michael Connelly per la gioia dei fan catalani della crime fiction, e proprio ieri impegnato, come faceva sapere la sua casa editrice Mondadori, «in un programma serratissimo che gli ha impedito di prendere un aereo e raggiungere Milano».
Ma così lo scrittore bestseller (e vigilato speciale suo malgrado, dopo le minacce del clan dei Casalesi) quel premio che gli era stato attribuito, non tanto per il suo Gomorra quanto per le sue inchieste sull\'Espresso non se l\'è proprio potuto portare a casa. Perché, come riassume Giancarlo Galli, presidente della giuria, «chi non viene non lo prende: così recita una regola non scritta del Premiolino». E cioè: chi è stato designato dalla giuria ma non si presenta a ritirarlo, per quella volta perde l\'occasione. E non può far altro che sperare di esser giudicato meritevole di vincerselo un\'altra volta.
Una concatenazione di eventi un po\' curiosa, non trova, Galli? «Tutto nasce dal modo in cui il Premiolino è nato, cinquant\'anni fa. Lei deve immaginarsi questo gruppo di giornalisti, soprattutto inviati giramondo sui trenta-quaranta di cui facevo parte anch\'io, con Biagi e Tumiati, Giancarlo Fusco, Morando Morandini, Francesco Conforti, che si vedono continuamente in giro per guerre e reportage ma che a Milano non riescono mai a ritrovarsi.
Daniela Hamaui Paolo Scarpellini Licia GranelloFinalmente decidono di incontrarsi regolarmente in trattoria, e già che ci sono, e che nel frattempo Selezione dal Reader\'s Digest ha deciso di bandire un premio di giornalismo, cominciano anche a buttar lì dei nomi: il modello è quello del Bagutta e il nume tutelare Orio Vergani.
I primi premiati arrivano pure loro al ristorante, senza formalità, e si vedono consegnare una piccola somma di denaro: all\'inizio 200 mila lire, si figuri, più un disegno di Riccardo Manzi autografato da tutti i commensali. Ecco, lo spirito è rimasto quello. Ma se uno vuol farsi festeggiare, bisogna che alla festa ci venga».
Mai fatta un\'eccezione? «Toni Capuozzo non potè presentarsi perché era in Iraq a lavorare. E il premio lo ritirò sua moglie». Ma in questo caso... «In questo caso, Saviano si è detto entusiasta del premio fino a tre-quattro giorni fa. Poi, improvvisamente, ci ha fatto sapere che aveva un altro impegno. Ha fatto male i conti: sarà colpa della sua segreteria.
Vede, credo che non riesca più a controllare la sua macchina organizzativa. Se ce l\'avesse fatto sapere prima, avremmo provveduto, come altre volte, a sostituirlo in tutta discrezione con il secondo classificato. Ma gli inviti erano già stati stampati, i comunicati già pronti: come si poteva fare?».
Affidate le scuse di Saviano a un comunicato di appeasement, che comunque non gli ha consentito di finire nell\'albo d\'oro con Montanelli e Biagi, Natalia Aspesi e Camilla Cederna e Oriana Fallaci, Eugenio Scalfari e Barbara Spinelli, e perfino Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini per la rivista Nuovi Argomenti, il Premiolino (5000 euro l\'importo unitario) è andato dunque a quelli che hanno rispettato l\'impegno, e anche questa volta si è distinto per coraggio e lungimiranza.
Due anni fa fu scelto Roberto D\'Agostino («uno sciagurato, ma nel senso migliore del termine», Galli dixit) per essersi inventato il sito di gossip che tutti vanno compulsivamente a consultare e che è diventato, in senso classico, una fonte giornalistica; questa volta è salita sul podio Frieda Brioschi, 32 anni, presidente di Wikimedia Italia e tra gli amministratori di Wikipedia, cioè la rappresentante di un altro mezzo nuovissimo e subito diventato indispensabile.
Con lei, Massimo Bordin, l\'usignolo del mattino delle rassegne stampa di Radio Radicale, Emilio Carelli direttore di Sky TG 24, Gianni Dragoni del Sole 24 ore, Simonetta Fiori di Repubblica. Più Licia Granello anche lei di Repubblica, insignita del Premio Birra Moretti.
Un comunicato del Presidente della Repubblica ricordava «il prestigio acquisito dalla manifestazione nel valorizzare le molteplici espressioni del giornalismo e nello stimolo ad affrontare le nuove sfide della comunicazione». Ma una sedia è rimasta vuota, ed è stato proprio un peccato.