Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Corrado Zunino per "la Repubblica"
1 - PISCINE, 15 SU 18 FUORILEGGE SPORTIVI NEL CAOS, POSTI A RISCHIO LA PREFETTURA: CUSTODI GIUDIZIARI PER NON CHIUDERLE...
Dodici impianti per i mondiali di nuoto li aveva autorizzati la giunta Veltroni. Altri sette, di fretta, abbracciando le potenti pressioni delle lobby romane, li ha firmati il commissario straordinario Rinaldi con il silenzioso assenso della giunta Alemanno. Tutti - quelli che erano in regola, quelli che avevano fatto abusi giganteschi e quelli che aveva tirato su cemento solo per realizzare club house in nome di Roma 2009 - nel finale della storia si sono precipitati ad aderire alla "sanatoria ad piscinam" voluta dal sindaco.
Vincenzo Malago e Ferdinando Baghetti PerettiCon il risultato che quindici impianti cittadini su diciotto, oggi, sono stati bloccati dalla magistratura romana (undici ieri mattina, altri quattro erano fermi da giugno). I sigilli sono stati apposti in tutte le aree - piscine, palestre, spogliatoi, stanze d´incontro - costruite ex novo. E nelle quindici piscine si è fermata gran parte dell´attività sportiva avviata, o perlomeno organizzata.
Stefano Pulsoni e Melba Ruffo di CalabriaGiovanni Malagò, indagato per il suo impianto Aquaniene, alla Moschea, ha chiesto con insistenza al prefetto Giuseppe Pecoraro di non fermare le vasche: «Da noi si allenano tredici atleti della nazionale e poi ci sono i corsi per bambini, il nuoto libero». Non sono corsi popolari, in verità - tra i 900 e 1.100 euro per sei mesi, tra i piccoli - , ma sono graditi in zona. Il direttore del circolo, Gianni Nagni, assicura: «Al momento si stanno svolgendo regolarmente tutte le attività». Il circolo di Malagò organizzatore dei mondiali di nuoto, dopo l´annunciato sequestro, è sulla corsia dell´ultimo privilegio, continua a far funzionare il suo impianto. Ma la prefettura è pronta a nominare per tutti i quindici impianti un "custode giudiziario" per non paralizzare l´attività sportiva in atto e tutelare posti di lavoro.
Rubina,Adriano,Rosaria PanattaAd oggi, nella nuova piscina del Circolo Tevere Remo, sequestrata la scorsa estate, non è più entrato nessuno: né operai, né maestri di nuoto. E così alla New City Gav, periferia di Trigoria. Il potente Flaminio Sporting Club invece, tra un´istanza di sequestro e un finto allenamento per i mondiali, ha tirato su il secondo piano della foresteria.
La magistratura, ieri, ha chiuso le due nuove piscine dell´ex Tiro a volo, per esempio. E insieme al socio emerito Pasquale De Lise, presidente aggiunto del Consiglio di Stato, ora si impedirà l´accesso in vasca a 615 bambini delle scuole intorno. Al Babel dell´Infernetto, costruito in faccia alla tenuta del presidente della Repubblica, sei vigili urbani hanno messo i sigilli a impianti sportivi e parcheggi esterni.
C´è persino un asilo, mai partito. Nastri gialli all´Eschilo 1, Axa, dove i volumi del costruito sono gonfiati come un soufflé. E alla polisportiva Città Futura, Cristoforo Colombo: «Il Comune non ci ha dato la fideiussione promessa, ora il sequestro ci farà chiudere»
Ospiti2 - SUL TEVERE LA LOBBY DEL CEMENTO CHE SOGNA LE OLIMPIADI 2020...
L´ultimo dei trenta indagati per la grande colata dei mondiali di nuoto - diciotto piscine costruite a corredo di Roma 2009, quindici sequestrate in tempi diversi - è anche il primo candidato a guidare Roma verso le Olimpiadi del 2020. Giovanni Malagò, 50 anni festeggiati tra la Falchi e Totti alla Casina Valadier, da organizzatore dei mondiali di Roma si è costruito la sua piscina privata, «una delle più belle d´Europa». La descrive così Valerio Cleri, oro sulla 25 chilometri di fondo lo scorso luglio. Una vasca olimpica scoperta e due coperte, foresteria di lusso, palestre, ristorante, ludoteca, sala cinema, internet gratis per i soci "Aquaniene".
Malagò avrebbe voluto realizzarla a fianco del circolo padre, il Canottieri Aniene dove per entrare devi firmare un assegno da 25 mila euro a fondo perduto. L´ex amico Walter Veltroni disse che no, in riva al Tevere non si poteva, e da sindaco gli fece trovare un´area destinata a un parco, un chilometro lontano in linea d´aria, sotto la Moschea musulmana. È partito prima di tutti con il cantiere, Malagò. E quando ha inaugurato, prima degli altri, ha invitato cinquemila persone che in un sabato sera di primavera paralizzarono la collina di Parioli.
Montezemolo e Mauro ZarateQuel mondiale di nuoto il sindaco Gianni Alemanno continua a raccontarlo come «un grande successo», ma è andato in rosso di otto milioni e mezzo di euro, destinati ad aumentare. Giovanni Malagò, imprenditore del lusso, consigliere di Unicredit e Air One, è il candidato perenne dello sport romano. Alla presidenza del Coni, alla presidenza della Lega calcio. Ora, alle Olimpiadi del 2020.
Micaela Calabresi e Tommaso ZifferAlemanno già gli ha espresso vicinanza per l´avviso di garanzia: «È senz´altro un atto dovuto». A ruota, solidarietà dal presidente della Regione Marrazzo, della Provincia Zingaretti, dal ministro Meloni, dal tennista-vip Panatta. Qualcuno di loro è già passato dalla barca di Malagò, simbolo estivo di notorietà, peso sociale. L´ultima volta, in Grecia, è stata avvistata Ilaria D´Amico, che ha contraccambiato ospitandolo a Sky.
Il problema del "candidato Malagò" è che la dirigenza sportiva della Capitale che lui rappresenta, e spesso guida, alla fine del mandato riesce a produrre opere come i mondiali di nuoto: piscine sull´Appia antica, di fronte alle tombe di Cecilia Metella, davanti alla tenuta estiva del presidente della Repubblica, nelle aree di sversamento del Tevere, nelle zone con vincolo paesaggistico assoluto. Con la scusa dell´evento, e senza ospitare alcun atleta internazionale, si sono progettate vasche brevi e oblunghe, inutili per il cronometro, perfette come beauty farm.
Non tutto, certo, è colpa dell´imprenditore Malagò. Anzi, in diverse occasioni Malagò si è scontrato con l´altro motore dell´operazione "Roma 2009", Paolo Barelli, presidente della Federnuoto, una famiglia che - dicono le visure camerali - ha interessi in almeno dieci impianti che per i mondiali hanno ottenuto il permesso di costruire nuove vasche.
Rubina PanattaAlemanno sulla "sversata di piscine" in consiglio comunale disse: «Dobbiamo chiudere un occhio per il bene della collettività». Ora ha in mente proprio Malagò&Barelli come asse portante della squadra a cui affidare la candidatura olimpica di Roma. Prima contro Venezia, poi contro il mondo. A scendere, il sindaco immagina compiti di prima importanza per alcuni suoi antichi consiglieri: Claudio Barbaro proveniente dall´associazionismo di An, e l´ex Irriducibile della Lazio Alessandro Cochi.
Con loro, fin qui, ha perso i mondiali di basket, i mondiali di rugby, la partecipazione di una squadra romana alla Celtic League del rugby europeo ed è riuscito a trasformare la presentazione dei futuri stadi di Roma e Lazio in un dibattito pubblico sulla speculazione terriera ed edilizia nella Capitale.
Per avere qualche chance per le Olimpiadi, Roma dovrà rimettere mano al gargantuesco cantiere a vuoto di Tor Vergata, la cittadella dello sport progettata dall´architetto Santiago Calatrava. Per accelerare le questioni urbanistiche si è candidato a fare squadra il commissario straordinario Claudio Rinaldi, primo indagato per i mondiali di nuoto.
In deroga al piano regolatore, è pronto ad occuparsi della Formula Uno all´Eur. Quindi, della volata verso il 2020