Reportage di Umberto Pizzi da Zagarolo
"Abbiamo organizzato questa serata solo attraverso il passaparola e nel paese di Minzulinho zeru tituli sono venute 4mila persone. E ci sono solo le telecamere di Red tv e Umberto Pizzi per Dagospia. Malgrado il silenzio stampa abbiamo già 40mila prenotazioni di abbonamento".
SANDRA AMURRI BEATRICE BORROMEO - copyright PizziCosì commentava Antonio Padellaro, direttore del futuro "Il Fatto Quotidiano" (in edicola a settembre), felice di aver riempito l'Alpheus, storico locale romano a un passo dal gazometro, tanto da costringere molti a restare fuori.
La serata, organizzata per protestare contro la legge sulle intercettazioni, è diventata l'occasione per presentare il nuovo giornale e anche l'instant book by Travaglio, Peter Gomez e Marco Lillo, "Papi" (Chiarelettere). Il notevole afflusso di pubblico ha protratto l'evento (che avrebbe dovuto chiudere i battenti intorno alla mezzanotte) oltre le due e mezza del mattino.
Ospiti - copyright PizzicopyrightA far da traino, la performance di Caterina Guzzanti, la minore dei tre fratelli, che ha improvvisato una Gelmini calabrese (in onore della regione dove la ministra ha tenuto il suo esame di abilitazione all'attività forense), ma soprattutto ha proiettato un filmato che la vedeva interpretare un Silvio-Napoleone affetto da priapismo, con enorme fallo di gomma (come la sorella Sabina dei tempi migliori).
Ulteriore break comico con Fabio Oreglio, e poi tutti a leggere le intercettazioni che abbiamo conosciuto negli ultimi anni e che con la nuova legge sarà vietato pubblicare.
Sul palco ad interpretare le voci di Consorte, D'Alema, Fassino e tutti i furbetti del quartierino si sono alternati tra gli altri Gianni Barbacetto, Peter Gomez e Marco Lillo.
Poi il clou: Marco Travaglio si trasforma in Papi Silvio, e insieme all'attore Paolo Triestino, interpreta le mitologiche telefonate Berlusconi-Saccà, nelle quali il premier raccomandava le attrici (per mancanza di prove) per eventuali fiction o programmi tv.
Gran finale sul palco con Padellaro e quello che dovrebbe essere lo zoccolo duro della redazione del giornale: Gianni Barbacetto, Francesco Bonazzi, Oliviero Beha, il magistrato Bruno Tinti, e udite udite, la ex Santorina Beatrice Borromeo, che si muove con uguale agio tra gli yacht dei Casiraghi e i girotondi Pancho Pardi-style. Assai probabile il contributo al quotidiano anche da parte di Peter Gomez e Marco Lillo e si mormora di un'intera pagina di satira affidata a Stefano Disegni.
BONAZZI E MARCO LILLO - copyright PizzicopyrightPolitici in platea? Pochissimi. Segnalati solo Ignazio Marino, Debora Serracchiani e, ça va sans dire, Antonio Di Pietro.
IL FATTO ALL'ASSALTO DELL'UNITÀ
Da "Panorama" in edicola domani
C'è un fatto: "Il Fatto". È un nuovo quotidiano che dopo un rodaggio sul web come "Antefatto" arriverà in edicola il 22 settembre. A dirigerlo sarà Antonio Padellaro, firma storica dell'Espresso nonché ex direttore dell'Unità nella stagione delle grandi firme, quelle di Maurizio Chierici, Marco Travaglio, Sandra Amurri e, ovviamente, Furio Colombo.
Ospiti - copyright PizziAd arricchire il nuovo giornale, di 14 pagine a colori, non ci sarà solo tutto quel parterre giubilato dall'"Unità" da Concita De Gregorio. "Il Fatto quotidiano", che riprende il titolo della storica trasmissione tv di Enzo Biagi, radunerà infatti nelle sue pagine tutta la nuova voga dipietrista, grillista (nel senso di Beppe) e giustizialista. Con Padellaro ci saranno Oliviero Beha, Gianni Barbacetto, Pancho Pardi, Bruno Tinti, Paolo Flores d'Arcais (direttore di "Micromega").
Un sondaggio commissionato dalla società editrice Chiarelettere (la sigla che pubblica la fortunata serie di instant book di Marco Travaglio e anche il Vaticano spa dell'inviato di Panorama Gianluigi Nuzzi) ha confortato la squadra dei giornalisti impegnati nel varo del nuovo giornale aggiudicando al "Fatto" un bacino iniziale di oltre 40 mila lettori con una base di 10 mila abbonati. Il che non è poco.
E se si aggiunge il ghiotto risultato che la sigla editoriale ottiene nelle librerie con i best-seller di Travaglio (titolare con Padellaro di una quota del nuovo giornale), per "Il Fatto" è facile previsione un saccheggio ai danni della infiacchita concorrenza dell'"Unità" e del resto della galassia a sinistra.