Piero Colaprico per "la Repubblica"
Una risata dalla platea e una dal palco: «Scappo, sto combinando un matrimonio tra Noemi e quell´avvocato inglese, come si chiama? Mills, e porto in dono l´offerta di un viaggio di nozze su un aereo di stato, naturalmente a gratis», scherza Silvio Berlusconi, davanti alla Confartigianato, prima dell´omaggio al colonnello Gheddafi e del volo per gli States. Sono mesi che Silvio Berlusconi sostiene di non avere rapporti con l´avvocato David Mills, l´esperto in «tricky corners» condannato a quattro anni e sei mesi. Perché lo fa?
David MillsIl memorandum su Craxi-Berlusconi
Innanzitutto, nell´aula del processo il sostituto procuratore Fabio De Pasquale ha mostrato un «memorandum» poco equivocabile. Risale al periodo in cui i finanzieri cercavano Giorgio Vanoni, manager Finivest, responsabile della rete dei conti esteri: «Quando giovedì ho parlato a Silvio Berlusconi - diceva Mills ai soci dello studio Withers nel ´95 - lui ha insistito sul fatto che le ultime allegazioni (le rogatorie, ndr) sono motivate politicamente.
Sono bombe politiche in Italia, perché i giudici di Mani Pulite a Milano ora sono in grado di affermare che dietro a questo pagamento a Craxi ci sia Berlusconi. Al momento del pagamento, alla fine del 1991, Craxi non era Primo Ministro. Di conseguenza - è sempre la versione di Berlusconi a Mills - l´unica imputazione che può essere contestata è quella che ci sia stato un contributo non dichiarato ad un partito politico. Non c´è nessuna allegazione di corruzione perché Craxi non ricopriva nessun incarico pubblico. Naturalmente in questo paese (in Italia, ndr) non si tratterebbe di reato, come Berlusconi ha insistito a farmi notare», spiegava Mills ai suoi soci.
L´indagine ancora aperta: i diritti tv
Le indagini su Mills lasciano intravedere lo scenario delle società offshore. Una sorta di mondo post-All Iberian, la società che aveva pagato Craxi e che Berlusconi negava essere sua. E c´è, per l´appunto, una sola, ultima indagine che, fra tutte quelle che con prescrizioni e assoluzioni si sono sbriciolate nelle mani della procura milanese, ancora resiste: l´inchiesta sui «diritti televisivi». Ed è in mano allo stesso pool di investigatori che ha ottenuto la condanna di Mills.
«Mills meet B.».
Sempre grazie al processo appena concluso, è stata riesumata una Chronology redatta da Mills conto del grosso studio Rawlinson & Hunter. C´è questa annotazione: «July 95 Meet B». B., come è noto, è il modo in cui chiamano Berlusconi. Questo incontro venne già verificata nell´interrogatorio di Mills davanti alla Corte a Londra per il processo Sme: Avvocato difesa Berlusconi: «Conosce o ha mai incontrato Silvio Berlusconi?» Mills: «Sì, nell´estate del ´95, nella sua villa di Arcore», per alcuni consigli «in relazione a un progetto che non si é mai concretizzato».
La casa di via Rovani
Non manca un altro incontro: «Per me - dice Mills - è importante perché avvenuto in quella che credo fosse la casa di Berlusconi a Milano all´epoca. Io ricordo che era una villa con un bellissimo giardino e una biblioteca a due piani, in legno, con un mezzanino».
Scopo: soldi ai figli del primo matrimonio
«Fu in quell´occasione - continua Mills - che Gironi (Livio, manager Fininvest, ndr) mi disse che bisognava fare un´operazione che riguardava il patrimonio privato della famiglia Berlusconi. Io ricordo che lo scopo fondamentale era destinare una parte del patrimonio privato di Silvio Berlusconi ai figli del suo primo matrimonio e mi si chiedeva di trovare una struttura legale a loro tutela a questo fine».
Trading sui diritti
Attenzione, questo è, con grande probabilità, uno dei passaggi chiave al centro dell´attenzione dei pm milanesi: «L´idea - aggiunge Mills - era di costruire due veicoli societari che dovevano fare trading sui diritti (parliamo dei diritti televisivi, ndr) e quindi ottenere dei profitti e si voleva che questi profitti fossero destinati a beneficio di Marina Berlusconi e Pier Silvio Berlusconi. Si voleva che questa struttura legale rimanesse riservata». La struttura sarà pure, come dice Mills, «legale» nei paradisi fiscali. Ma, se i profitti delle compravendite dei diritti «spariscono» chissà in quale tasca, tutto ciò non è più legale per l´erario italiano. Anzi.
L´idea dell´accusa è semplice: gonfiando il prezzo dell´acquisto dei diritti, le società italiane pagano di più, si crea una «cresta» e questa «cresta» sui diritti va solo ai figli primo matrimonio. È un reato. C´è un tesoro di Berlusconi cresciuto grazie alle «creste» e sinora nascosto?, questo si chiedono i magistrati. Nelle risposte al fisco inglese, i legali di Mills hanno detto che «egli è stato per molti anni consulente legale del gruppo Fininvest. In quanto tale ha giocato un ruolo chiave nella strutturazione giuridica dell´acquisto e dello sfruttamento di circa un miliardo di dollari di film e diritti televisivi per Fininvest». E succedeva negli anni Ottanta.
luigi BERLUSCONILa distanza
Come si capisce, è meglio (per Berlusconi) che tutto ciò resti segreto. E non sarà un caso che poco dopo le perquisizione ordinate da Mani pulite nell´aprile 1996: «Berlusconi aveva discusso con Mills ciò che poteva essere fatto per distanziare lui stesso da queste società». A volte le distanze, all´improvviso, si accorciano.