TUTTA ROMA SI SCAPICOLLA ALLO GNAM PER LA GRANDE MOSTRA SU SANDRO CHIA - DOPO LO GNAM (GALLERIA NAZIONALE ARTE MODERNA), SI PRECIPITANO ALLO GNAM-GNAM - ATTOVAGLIATI NELL'IMMENSO STUDIO DI CHIA ECCO I BERTY-NIGHTS, ABO, GINEVRA ELKANN, IL POVERO BERTOLUCCI SULLA SEDIA A ROTELLE (MAI OPERARSI DI ERNIA) - E I FRATELLI REVELLI, ASPIRANTI ALLL'EREDITà CARACCIOLO (SONO TALI E QUALI AL PRINCIPE) -

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  • Edoardo Sassi per il "Corriere della Sera - Roma"
    Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

    NATALIA AUGIAS UMBERTO PIZZI ADRIANA SARTOGONATALIA AUGIAS UMBERTO PIZZI ADRIANA SARTOGO

    Quasi quarant'anni di carriera ormai, da quel lontano 1971 in cui esordì con una prima personale alla galleria «La Salita» di Roma. E ora una grande mostra antologica, che lo consacra definitivamente tra i «maestri» della pittura contemporanea italiana e internazionale. L'esposizione, curata dal suo primo mentore Achille Bonito Oliva, è ospitata in quello che resta a tutt'oggi il più importante museo di Stato dedicato all'arte odierna: la Galleria nazionale d'arte moderna.

    BARBARA CARFAGNA FLAMINIA ORSINIBARBARA CARFAGNA FLAMINIA ORSINI

    Protagonista lui, Sandro Chia, fiorentino di nascita, classe 1946 e punta di diamante del fu gruppo della Transavanguardia, fortunatissima sigla coniata e a lungo «coccolata» dallo stesso Bonito Oliva. Una sigla che caratterizzò gli anni Ottanta del '900 comprendendo anche i nomi di Francesco Clemente, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi e Nicola De Maria. Correva la fine degli anni Settanta, e dopo i tanti «concettualismi» e «poverismi» tipici dei tardi Seventies (in gran parte ormai ristagnanti verso una vera e propria «accademia» dell'avanguardismo a tutti i costi) un «manipolo di ragazzacci...» - definizione ironica dello stesso Chia, durante un sopralluogo alla sua mostra - fece ciò che all'epoca pareva un'eresia: proporre un ritorno al «quadro-quadro» e alla «pittura-pittura», un recupero della bidimensionalità della tela e dei suoi valori fondanti: colore, tono, volume, ma soprattutto contenuto e figurazione.

    ZUCCHETTI VARIZUCCHETTI VARI

    Di quel gruppo (che lavorava in gran parte a Roma ma che presto prese il volo per le grandi capitali dell'arte) si accorsero presto i grandi centri propulsivi del contemporaneo - musei e gallerie internazionali - e il «manipolo di ragazzacci...», che andava proponendo uno stile innovativo che nulla aveva a che vedere con anacronismi o tromp l'oeil di ritorno, si ritrovò ai vertici. Come? Oltrepassando appunto l'orgia di azzeramenti anti-artistici e imponendosi, Chia in particolare, con un eclettismo tecnico ma un costante impegno verso una nuova figurazione; nuova sì, volutamente colta e fitta di rimandi, intessuta di echi che in Chia vanno dal lontano passato (letteratura, filosofia...) fino al Novecento italiano (Sironi, Carrà...) e a quello europeo.

    VISITATORE CON BOMBETTAVISITATORE CON BOMBETTA

    Da allora ne è passato, di tempo. Ma il cammino dell'artista, quasi sempre in cresta, appare di una coerenza granitica: la sua pittura è sostanzialmente sempre quella, eppur sempre nuova: il gusto - di più, la gioia - della creazione, dipingendo (o scolpendo, più raramente) in costante dialogo con il passato, con pennellate vorticose e colori spesso accesi. Il titolo della mostra alla Gnam (diciassette anni dopo la grande retrospettiva su Chia alla Nationalgalerie di Berlino) meglio non potrebbe riassumere storia ed essenza dell'artista: «Della pittura, popolare e nobilissima arte».

    NATALIA AUGIAS E FEDERICA PANTANELLANATALIA AUGIAS E FEDERICA PANTANELLA SILVIA RONCHEY BEPPE SCARAFFIASILVIA RONCHEY BEPPE SCARAFFIA

    Attraverso 61 opere, 56 dipinti spesso di grande formato e 5 sculture, più vari disegni, vengono ripercorse le principali tappe della carriera di Chia dagli esordi a oggi. All'interno dell'allestimento i lavori non sono presentati secondo una scansione cronologica, bensì suddivisi in sezioni organizzate attorno al tema della «figurazione»: «Figure Ansiose», «Figure Titaniche», «Figurabile», «Figure ad Arte». Molte, e tutto sommato riuscite, le «trovate» curatoriali per un'esposizione frutto di un lavoro a tre fra Chia, Bonito Oliva e la soprintendente della Gnam Vittoria Marini Clarelli: didascalie delle opere scritte dall'artista (uomo colto e con forte vena poetica), quadri provenienti non da musei ma da collezioni private e da amici di Chia, e un catalogo in cui ogni opera è spiegata dal dialogo immaginario fra l'artista e un visitatore ideale poco avvezzo all'arte, impersonato dalla stessa Marini Clarelli.

    TUTTI ATTORNO A BERNARDO BERTOLUCCITUTTI ATTORNO A BERNARDO BERTOLUCCI

     

     

     

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