Valerio Palmieri per \"Chi\" (foto di Massimo Sestini)
Piersilvio BerlusconiBeve un litro di caffè americano al mattino prima di leggere giornali e dati d\'ascolto, fuma il sigaro toscano e ama le noccioline. «Sono uno sportivo, non un salutista», precisa Pier Silvio Berlusconi. I modi sono quelli del lord inglese (dopo un\'ora e mezzo di intervista sui massimi sistemi è fresco come un abito di Tasmania), ma è anche un uomo che vive le cose intensamente, preferisce tenere sotto controllo l\'insulina («Dev\'essere alla base di ogni dieta e del benessere psicofisico») che le emozioni.
Piersilvio Berlusconi«Ho un carattere romantico, sentimentale, mi faccio coinvolgere dalle cose che vivo», dice. Per scaricare la tensione preferisce correre quindici chilometri in un\'ora fra Portofino e Rapallo (andata e ritorno) piuttosto che roteare i preziosi bastoni d\'epoca che suo padre gli regalò per il quarantesimo compleanno. «La corsa mi fa stare bene, mi aiuta a ridare il giusto peso alle cose di tutti i giorni, a quei problemi che sembrano giganteschi e poi ritornano alla loro giusta dimensione».
È cittadino onorario della Liguria, è uno di casa.
«Ero qui prima ancora di nascere, quando i miei genitori hanno pensato di avere un secondo figlio. È un posto dove mi sembra di fare una vita normale: vado a prendere il giornale la mattina, a comprare la focaccia, sto in giro tra la gente. Qui posso unire le mie grandi passioni: il mare e lo sport. Correre al tramonto è un piacere per la vista e per il cuore, se poi ci metti la musica giusta ti sembra di volare. E poi lo sa che, senza andare chissà dove, qui nel Tigullio, a tre miglia dalla costa, si possono vedere i delfini?».
La gente la ferma quando fa jogging, di che cosa le parla?
«Alcuni vogliono solo conoscermi, molti mi chiedono del Milan. Per fortuna abbiamo comprato Ibrahimovic... Battute a parte, ho chiamato mio padre continuamente per sapere l\'evolversi delle trattative e, quando mi ha confermato l\'arrivo del giocatore, gli ho detto: \"Grazie presidente!\". Lui era felice come mai per il Milan negli ultimi anni».
Dicevano che lei e Marina lo frenaste sulla campagna acquisti.
«Mia sorella non si sarebbe mai permessa di intervenire in questo campo perché è una grande passione di mio padre. Io, invece, sono tifosissimo e solo in quanto tale in passato ho anche espresso dubbi su alcuni acquisti. Ma la scelta di frenare la corsa folle al calciomercato è stata di mio padre. E io trovo giusto che abbia dato segnali di equilibrio anche in un mondo spesso irrazionale come il calcio».
Ha un\'aria rilassata, eppure da giugno è nuovamente papà: avrà passato qualche notte in bianco con la sua compagna Silvia (Toffanin, ndr)...
«Lorenzo Mattia è un angelo, di notte ha già i nostri ritmi, ci fa dormire bene. Siamo stati fortunati, ha un bellissimo carattere».
Aspettavamo di vedere una foto del bimbo, ma lei ha chiesto a tutti i giornali di non pubblicarla.
«Non ho mai voluto un trattamento diverso dagli altri, mi dispiace se qualcuno l\'ha vista così, come una cosa negativa. Ma quando è nato mio figlio siamo stati subito assediati e mi è scattato un istinto di protezione fortissimo nei suoi confronti. Non giudico chi sceglie di fare diversamente, ma per adesso chiedo di lasciarlo in pace».
Dalle foto appare molto \"fisicato\", lei è uno che ci tiene all\'estetica?
«Non è solo una questione estetica. Lo sport ti fa stare bene, fa bene al corpo e alla testa, come l\'alimentazione. Se mangi male ti senti stanco, di cattivo umore. Il movimento fisico ti fa essere più efficiente anche nel lavoro, bastano venti minuti al giorno. Occorre farlo costantemente e i risultati si vedono: oggi mi sento più in forma di quando ero ragazzo».
E pensare che a ventun anni è stato a lungo bloccato a letto per un incidente in moto...
«Ho passato tanti mesi senza poter camminare e ho ancora le cicatrici sul volto. Quando mi sono ripreso c\'è stata la svolta: sono entrato in azienda solo per fare un po\' di esperienza, ma poi le persone che ci lavorano mi hanno conquistato, mi è scattato l\'amore per questo mestiere e per Mediaset».
Da ragazzo ha fatto tanta vita notturna, ora?
«Sono anni che non vado in discoteca. L\'ultima volta che mi è capitato ho rivisto le stesse facce di allora, gli stessi riti. Avrei voluto dire: \"Ma lo sapete che la mattina sorge il sole? Che fuori c\'è tutto un mondo?\"».
Quali sono i suoi punti fermi?
«Gli affetti sono quelli di tutti: i miei genitori, mia sorella, mia figlia
Lucrezia, Silvia, il piccolo Lorenzo. Ma li tengo distinti dal lavoro. Anche nei momenti più duri in azienda difficilmente ne parlo con loro. Unica eccezione Marina: con lei ho un rapporto straordinario, anche professionale».
La crisi ha condizionato anche la sua azienda: ha dovuto fare scelte dolorose?
«Onestamente no. Di sicuro abbiamo dovuto mettere mano ai costi, cercare la massima efficienza, ma paradossalmente con la crisi abbiamo ampliato il campo d\'azione: stiamo concludendo nuove acquisizioni in Spagna, siamo scesi nel campo della pay tv innovando e rompendo un monopolio».
Ha visto Mentana a La 7?
«Gli faccio i miei complimenti per i risultati del tg. Detto questo per ora non ha portato via un solo spettatore al Tg5: dati alla mano, ha limato ascolti a Raitre e al Tg1».
Chiambretti a Canale 5, una sfida sulla qualità?
«A me Piero è sempre piaciuto e ora i tempi sono maturi per una grande rete come Canale 5. Nel nostro palinsesto c\'è di tutto: informazione, grandi show, fiction di qualità, intrattenimento, a volte molto popolare. Ci sta proprio bene anche un programma che unisce alto e basso con stile. Sono fiducioso, non ho l\'ansia degli ascolti immediati, abbiamo tutto il tempo».
Forse la Rai non rifarà L\'Isola, lei la farebbe?
«Certo, ma i reality all\'estero li trasmettono solamente le tv commerciali. Forse è giusto che il servizio pubblico ripensi a come investe i soldi del canone. Non credo alla favola della tv educativa, ma si possono fare prodotti di impatto straordinario. Per esempio guardi i documentari della Bbc, un patrimonio che resta».
Possibile che Santoro fosse più libero da voi a Mediaset che in Rai?
«Possibilissimo. In Rai è dura: i vertici sono scelti dalla politica e ogni decisione risente di pressioni contrastanti».
Lei non si pone il problema se un suo programma possa danneggiare politicamente suo papà?
«Siamo una televisione commerciale, dobbiamo piacere a tutti. Da noi Checco Zalone ha ironizzato su mio padre con una canzone irriverente, ma spiritosa e, dopo averla vista, abbiamo deciso di mandarla regolarmente in onda. La satira è satira: deve avere solo i limiti del rispetto della persona e della sensibilità del pubblico».
Lei è un uomo felice?
«Ecco la domanda da un milione di dollari... Sono una persona fortunata, ho avuto tanto e cerco ogni giorno di meritarlo. Ma per me è fondamentale che stiano bene le persone che amo: con loro sono protettivo anche fisicamente. Mi piace sentire il contatto con le radici, come quello con la terra quando corro».