UNA VALANGA TRAVOLGE CORTINA (E IL VATICANO E GIANNI AGNELLI): PARLA ANGELO RIZZOLI - “Sono stato con Calvi da Marcinkus, e lì ho incontrato Casaroli e De Bonis. IL vero finanziatore DEL CORRIERE era lO IOR del Vaticano IN COMBUTTA CON LA P2” - “DOPO 13 MESI Sono uscito di galera solo dopo aver ceduto il giornale agli Agnelli PER UN PIATTO DI LENTICCHIE. valutatO almeno140 miliardi, ne ho avuti 10” - E LA SERA LA CORTINA STRACAFONAL SI SOLLAZZA ATTOVAGLIANDOSI DALLA SANTADECHé

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  • Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

    Le spara grosse, Angelone Rizzoli. Vuota il sacco sul palco del PalaCisnetto a Cortina, butta fuori anni di veleni stuzzicato dal padrone di casa che sa come farlo parlare. Lui non si tira indietro alle sollecitazioni di Cisnetto.

    E attacca: "Con la vicenda del Corriere della Sera ho perso 25 anni di vita. Mio padre ci è morto d'infarto, mia sorella si è suicidata, io ne porto i segni sulla pelle. Ci hanno messo oltre un quarto di secolo per dirmi che ero innocente".

    SE MAGNA! - copyright PizziSE MAGNA! - copyright Pizzi

    La gente applaude, gli tributa volentieri il riconoscimento postumo di essere stato vittima di una clamorosa ingiustizia. Angelone, ha dalla sua la sentenza della Cassazione di pochi giorni che mette fine a sei infiniti processi. Ed è un fiume in piena, vuole chiarire punto per punto: la P2, la cessione del Corsera, la bancarotta dell'azienda di famiglia.

    1 - La P2. Si dice che Angelone abbia avuto la tessera (per essere precisi, la n° E.19.77). Si dice che l'abbia usata per scalare il Corriere. Si dice che sia stato parte del progetto della Loggia di conquistare i media. La sua versione: "La P2 è un'organizzazione che mi ha solo danneggiato. Gelli, Ortolani, Calvi e Tassan Din erano un'associazione a delinquere".

    2 - Calvi e il Banco Ambrosiano. Si dice che i Rizzoli si siano ritrovati a corto di liquidi per l'operazione Corsera troppo ambiziosa. Si dice che le banche non li vedessero di buon occhio. Si dice che Angelone si sia rivolto al Maestro Venerabile, che mise a disposizione fondi del Banco Ambrosiano mentre tutte le banche italiane glieli negavano.

    Ha detto Angelone: "Calvi è stato l'unico banchiere ad averci ascoltato quando abbiamo rilevato il Corriere. Avevamo tenuto Piero Ottone nonostante il veto di Fanfani, che ci ha fatto bloccare i finanziamenti da tutte le altre banche". Ci aggiunge pure un dettaglio pepato: "Sono stato con Calvi da Marcinkus, e lì ho incontrato Casaroli e De Bonis". Chi ha orecchie per intendere...

    SANIELA SANTANCHE  IRENE PIVETTI - copyright PizziSANIELA SANTANCHE IRENE PIVETTI - copyright Pizzi

    3 - Ior. "Ho scoperto solo dopo che le azioni date in pegno all'Ambrosiano erano state girate allo Ior. Dunque, a mia insaputa, il vero finanziatore era l'istituto del Vaticano". E per non farsi mancare niente tributa a Gianluigi Nuzzi il merito di aver scavato negli intrighi dello Ior: "Ho letto Vaticano Spa, è un libro formidabile", dice a Nuzzi che è con lui sul palco di Cortina.

    4 - La galera. Il Corrierone in difficoltà, l'amministrazione controllata, la bancarotta, il carcere. Colpevole? "Sono stato arrestato 3 volte, sono stato 13 mesi in galera. Ma poi sono sempre stato assolto. Ma dal febbraio 1983 quando mi hanno arrestato a oggi sono passati 26 anni".

    5 - Avvocati&Corrieroni. Sarà che è di moda parlar male di di Garibaldi-Agnelli, ma la verità di Angelone parla di un Avvocato entrato nel gioco dei media, comprando il Corrierone per un piatto di lenticchie, parla di estorsioni e minacce:

    "Sono uscito di galera solo dopo aver ceduto il giornale agli Agnelli. La nostra quota era valutata almeno140 miliardi, ne ho avuti 10. E ho accettato quelle condizioni capestro solo per le continue minacce di tornare dietro le sbarre".

    SANIELA SANTANCHE  IRENE PIVETTI - copyright PizziSANIELA SANTANCHE IRENE PIVETTI - copyright Pizzi

    6 - La Centrale e Bazoli. Angelone ha la bocca asciutta per la rabbia quando ripete: "la finanziaria La Centrale, controllata dall'Ambrosiano di Calvi, non mise mai materialmente i soldi dell'aumento di capitale che doveva servire a pagare il Corriere. Ed è per questo che siamo andati a gambe all'aria".

    Ma attenzione, qui arriva il bello: "non li ha messi quando c'era Calvi, ma neppure dopo, quando è diventato Nuovo Banco Ambrosiano, e neppure quando è diventato Cariplo e neppure quando è diventato Banca Intesa". Parla di Bazoli? "Lo vedrete", dice facendo capire che la storia non finisce qui.

    7 - Come non finisce qui? Non bastano 26 anni di tira e molla? "No, ho già dato incarico ai miei legali. Chiedo i danni in sede civile. A settembre parte la causa. Ne vedremo delle belle". Standing ovation al PalaCisnetto. In prima fila Perricone gli batte le mani, ma trema.

     

     

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