Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Enrico Vanzina per \"Il Messaggero\"
A margine della polemica scatenata dal Senatur, chiacchiere inutili e vecchiotte da Bar Sport della Brianza, voglio portare un piccolo contributo personale al dibattito campanilistico in corso. Durante la settimana, infatti, sono stato a Milano. Venerdì sono rientrato a Roma. E adesso tiro le somme.
A Milano c\'era la settimana della Moda. Era tutto un frou frou di stilisti, modelle, fotografi, pierre, Vogue di qua Vogue di là, diavolesse vestite Prada, parrucchieri minimal, occhiali di tartaruga, mèche viola miste al blu, eccetera eccetera. Il circo, colorato, variopinto, internazionale, dei vestiti spiegati al popolo. Very funny. A Milano lavoravo ma ho avuto il piacere di andare all\'ultima sfilata in cartellone, quella di Carlo Tivioli, re indiscusso della pellicceria meneghina. Alla sua sfilata, per altro bellissima, elegantissima, c\'erano tutte le \"sciure\" milanesi dell\'alta borghesia. Un vero spettacolo. Tutte precise, carucce, pettinate, come direbbe Enzo Salvi.
TIZIANA LUXARDO CON L\'AMICA FRANCESCA ASCOLITutte in tiro, in tailleur, severe, sul grigio, sciarpe al collo, molto via Montenapoleone. Erano le mogli di industriali, di manager, di professionisti. Signore con la casa a Portofino, a St. Moritz. Quelle che Tronchetti for ever. Quelle ancora che la Cicci, la Pupa, la Pinuccia. Tutte un po\' tiratelle all\'altezza degli occhi.
THE ENTARTEINERSCon un touch che guarda alla mitteleuropa, quanto a tacchi non troppo alti, gioielli quel tanto ma mica tanto, con l\'erre moscia di serie e qualche optional anglofono, tipo \"darling ti vedo uno schianto\". Molto borghesi. Moltissimo. Da far spaventare chi sogna una classe dirigente con il prurito a sinistra. Questa è Milano, conservatrice, snob, seria, un tantinello provinciale nel non voler né stupire né esagerare.
TETTE A BRIGLIA SCIOLTAPoi sono tornato a Roma. E venerdì sera ho fatto un tuffo nella movida capitolina. Festa \"anticrisi\" nei saloni di Paolo Pazzaglia a piazza Colonna. Qui le cose, la fauna, l\'atmosfera, erano diametralmente opposte al clima milanese. C\'era di tutto. Attricette, aspiranti attricette, ex attricette. Molte, carine, bone, svestissime, sexy. Una roba da ridere. Insieme a loro, però, principesse romane di antico lignaggio, soci del Circolo della Caccia, parlamentari (anche Dipietristi), giornalisti, imprenditori, sòla, morti di fame, ricconi, snob, cafoni, in un mix max da capogiro.
SUSANNA SMIT CON UNAMICAMusica a tutta birra. Terrazze invase da ex pornostar a braccetto con filosofi allupati. Poi ancora gay di periferia truccati da gay del centro storico, estetiste, venditrici di intimo, personal trainer, una maga tarocca, playboy scesi dalla collina Fleming. Il tutto in un miscuglio di colori, tacchi da ventisette, cosce in bella vista. Basso impero? No, una divertente accozzaglia targata Pazzaglia, uno che mi sta simpatico perché nell\'Italia della crisi ce la mette tutta per far divertire gli amici.
SPAZZOLATA ALLA CHIAPPATiro le somme. Milano è più elegante. Roma è più divertente. Milano è più giusta. Roma sbaglia avendo ragione. Milano non osa. Roma esagera. Milano snobba. Roma condivide. Milano è socialmente un po\' razzista. Roma, invece, mette insieme le diversità. E così, la polemica non si placa. Perché i romani continueranno a fare casino, mentre i milanesi scuoteranno la testa scandalizzati. Tronchetti continuerà ad essere il loro simbolo. Mentre a noi, qui, ci basta una shampista bona. Senatur, che ce vuoi fa\'?