I VERI BASTARDI NON SONO QUELLI SULLO SCHERMO, MA QUELLI CHE MANDANO MIGLIAIA DI INVITI PER LASCIARE LE PERSONE FUORI COME STRONZI - SALE OVERBOOKED, RESSA ALL’INGRESSO, INVITATI DI RANGO COSTRETTI A TORNARE A CASA - MA IL FILM È UN CAPOLAVORO: “VENDETTA DEL PUBBLICO SULLA PRODUZIONE, DELLA CREATIVITÀ SULLA PROPAGANDA, DELLA VISIONE LIBERA SULLA STORICIZZAZIONE”

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  • Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

    1 - IL LETTORE INCAZZATO
    Riceviamo e pubblichiamo:

    Gentile Redazione di Panorama, con la presente, voglio rappresentarVi l'enorme rammarico per i fatti accaduti ieri sera a Roma alla prima del FIlm Inglorius Basterds di Quentin Tarantino:
    - alle 20.30 mi racavo al Cinema Moderno di Roma per assistere alla proiezione del film Inglorius Basterds in quanto facente parte del gruppo dei "VINCITORI" (parola che non ha rappresentato nessun valore, considerando anche il fatto che avevo telefonato al recapito indicato sul biglietto per confermare la mia presenza all'evento) del concorso sponsorizzato sul Vostro portale;

    VIRGINY MARSANVIRGINY MARSAN

    - già alla prima entrata situata all'inizio del "Red Carpet" , oltre a non verificare la presenza del mio nome su una qualsiasi lista dei vincitori, mi veniva comunicato che per varie ragioni il cinema "forse" era pieno (faccio presente che stiamo parlando di una Multi Sala di ben 5 Sale di proiezione e che da quanto espresso sul bando del concorso i biglietti messi a disposizione dei vicnitori erano 50 per un totale quindi di 100 posti).

    VINCENZO CANTATORE E MOGLIEVINCENZO CANTATORE E MOGLIE

    - con me oltre ad aspettare all'ingresso erano presenti volti noti della televisione e del cinema italiano (FORSE NON NOTI ABBASTANZA).

    - dopo alcuni minuti l'addetto all'entrata ci faceva passare ed io con la mia compagna ed i "volti noti" ci siamo diretti verso l'entrata delle Sale, dove dopo 5 minuti ci veniva comunicato che non era più possibile entrare in quanto tutte e 5 le sale erano occupate;

    - facevo presente che il mio nome era (FORSE) su una lista dei posti riservati (COSI INDICATO SUL BIGLIETTO), ma le uniche spiegazioni che mi venivano date dalle Hostess e da un tipo con auricolare era : "CI DISPIACE MA C'E' STATO UN ERRORE, HANNO VENDUTO PIU' BIGLIETTI DEI POSTI...HANNO DATO PIU' BIGLIETTI.......SONO STATI DATI PIU' INVITI..........ecc ecc!!!!
    - nel mentre notavo che varie persone con il pretesto di ...."SONO GIA' ENTRATO....MI STA ASPETTANDO IL....SONO AMICO DEL DIRETTORE DEL ...SONO AMICO DI......!!!! MI HA INVIATO il SIg...." entravano nelle sale!!!!

    - come me anche alcuni volti noti del giornalismo, della televisione e del cinema che avevano un regolare biglietto venivano lasciati fuori... e tutti insieme esprimevamo il grande disappunto per la SCANDALOSA organizzazione dell'evento.

    Premesso ciò....che dire!!! come al solito siamo in Italia ed anche un "vincitore" di un concorso.... a cui mandano una mail di conferma della vincita....l'invito a casa ..........che NON è AMICO DI NESSUN PRODUTTORE... DIRETTORE... ATTORE... (CI SIAMO CAPITI!!!) .si deve inchinare al PENOSO MODO DI FARE ITALIANO IN QUESTE OCCASIONI......!!!
    GRAZIE GRAZIE GRAZIE.....PER LA BELLA SERATA!!!!!!
    Roberto

    VIRGINY MARSAN & BOYFRIENDVIRGINY MARSAN & BOYFRIEND

    2 - INGLORIOUS BASTERDS IN OVERBOOKING
    Gabriella Sassone per Il Tempo.it

    VALERIA MARINIVALERIA MARINI

    "Viva la foca! E che Dio la benedoca!". Sì sa che questo è il motto preferito dal pulp Quentin Tarantino e dal fido bastardo Eli Roth, cresciuti a pane e B-movie italici, svezzati a latte e Bombolo e Alvaro Vitali, sognando magari di addormentarsi tra le tette esplosive e sempre ben esposte di Edwige Fenech e Gloria Guida, o di sculacciare le chiappette d'oro di Lory Del Santo e Barbara Bouchet.

    Così, ieri sera, all'incasinatissima anteprima italiani di "Inglorious Basterds", al Warner Moderno di piazza Esedra, sul red carper sono sfilate gnocche e gnocchette di casa nostra, di tutte le età e di tutte le taglie. Dalle vecchie glorie ormai ceramicate Edwige, Lory, Barbara Bouchet e Gloria Guida, veri idoli in carne e ossa per Tarantino che le voleva sedute al suo fianco ma non tutte hanno avuto tale fortuna in quel baillamme con caccia alla poltrona, alle giovani leve Sara Tommasi, Sabina Began, Nathaly Caldonazzo, Nathaly Rapti Gomez, Carolina Crescentina, Martina Stella col suo Primo Reggiani, passando per momumenti come Valeria Marini e Antonella Clerici col suo Eddy Martens.

    Nonostante l'assenza di Brad Pitt (e se c'era pure lui che succedeva? Il finimondo?), Aldo l'apache che si diverte con il suo gruppo di suoi bastardi a cacciare, ammazzare e fare lo scalpo ai nazisti nella Francia occupata dalle truppe del Terzo Reich, il cinema è stato preso letteralmente d'assalto. A Roma si sa come funziona, se la multisala contiene 1.100 persone se ne invitano minimo 1.500.

    VALERIA MARINIVALERIA MARINI

    E ti pare a te che nella Roma scroccona e imbucatona qualcuno resta a casa davanti a vedersi la prima puntata di "Intelligence" su Canale 5? No di certo. Solo Raoul Bova, che ne è il protagonista, l'ha fatto. E si è presentato a tarda ora al party da Doney, organizzato dalla Universal con la Belstaff di Manuele Malenotti, che si mette sempre in mezzo ai divi di Hollywood, visto che Pitt e soci vestono i suoi magnifici giubbetti nel film.

    Anche Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt, produttori della nuova serie tv, erano in sala ad omaggiare Tarantino.

    Risultato? Si è andati ben presto in overbooking. Resse all'ingresso delle sale per la solita bella trovata di requisire e imbustare i cellulari degli invitati (non sia mai qualche Vip pirati il film!), sale stracolme con gente seduta sugli scalini e in terra per tutte le due ore e mezza di pellicola, persone fatte alzare e spostate perché avevano osato sedersi nei posti già assegnati ai superospiti con tanto di nome sulla sedia, invitati di rango costretti ad alzare i tacchi e fare marcia indietro perché rimasti senza posto.

    Il primo ad andarsene, al grido di "Siete bastardi veri, e pure disorganizzati", è stato Roberto D'Agostino con la famiglia, rimasto intrappolato nella folla come Andrea Montovoli con la sua fidanzata Desy Luccuini e la bella Rosy Greco, che invece è riuscita a oltrepassare il cordone di sicurezza.

    TIZIANA FERRARIOTIZIANA FERRARIO

    A smistare il traffico sul red carpet, dinanzi al plotone d'esecuzione dei paparazzi, il press-agent Angelo Perrone, chiamato dalla fantastico trio (Marina, Riccardo e Cristina) della Universal a comporre il parterre di soliti noti.

    SERENA DANDINISERENA DANDINI

    Ovazioni in sala per Ennio Morricone. Cartellino timbrato per il direttore del Tg1 Augusto Minzolni, per Matrix Alessio Vinci, per Emilio Carelli, per le videogiornaliste Tiziana Ferrario, Manuela Moreno e Rosanna Cancellieri. Valeria Marini non si incontra per poco con Rita Rusic col suo Canio Mazzaro al guinzaglio, che le arriva alla spalla. Ecco Roberto Farnesi, Daniele Liotti, Luca Barbareschi, Giuliano Gemma, Vincenzo Cantatore con la moglie Francesca, Enrico Lo Verso, Serena Dandini, Federico Zampaglione, Massimo Giletti, Gregorio Paolini, Cristiano Malgioglio arrivato da Milano, Elena Bouryka, Andrea Occhipinti, Manuele Malenotti con la fidanzata Lola Ponce in uno dei suoi look fetish supersexy e il solito guantino monco portafortuna. Fermi tutti! Virginie Marsan, figlia attrice di Lisa Melidoni Vanzina, arriva abbarbicata al braccio del bel protagonista di "Baària", Francesco Scianna.

    Dove l'avrà rimorchiato?", si chiedono allibiti i paparazzi. Sara Tommasi scatena i gossip perché entra in sala subito dopo il produttore Usa Harvey Weinstein, che dicono avesse già folgorato a Venezia. Ma poi, alla festa da Doney, colpisce pure Eli Roth, che si ferma a lungo a chiacchiere con lei su un divanetto. Le avrà chiesto il numero e si rivedranno presto? Chissà! Sabina Began, la nostra cara "Ape regina", invece, fa coppia fissa al party con il produttore di Tarantino Lawrence Bender, un bel figo davvero che piace a tutte le presenti. Sabina e Lawrence sono amici da tempo.

    SAMANTHA DE GRENETSAMANTHA DE GRENET

    E lei, si sa, ha cuore e mente impegnati altrove. E' al party che Tarantino, da cui in verità tutti si aspettavano qualche simpatica follia, delude tutte le fanciulle in calore presenti. In molte lo avvicinano e, macchinette alla mano, chiedono una foto con lui. Quentin, sorriso beffardo e sardonico, occhi pieni di lucida follia, sorride e svicola: "Piacere di averti conosciuta, darling, ma niente foto!". Tarantino odia le foto e reputa stupide davvero quelle che si avvicinano col cellulare per immortalarlo manco fosse un mostro in gabbia allo zoo.

    SABINA BEGANSABINA BEGAN

    Ma questo le italiche fans non possono saperlo. E poi, dopo Cenerentola Canalis, cioè, scusate, "Cagnalis", tutte sperano di farcela anche loro e di trovare un "pollo" che le porti a Hollywood. Tarantino ha voluto invitare anche i "maestri del cinema" con cui è cresciuto, che ringrazia in sala come fosse un loro studente: i registi Enzo Castellari, Ruggero Deodato, Sergio Martino, Umberto Lenzi, la figlia di Lucio Fulci, Antonella, Giuliano Gemma, Lamberto Bava.

    Al party le donne adocchiano pure il bellissimo Gedeon Burk Hard, uno dei Bastardi e già protagonista della serie "Il Commissario Rex", arrivato solo al party visto che si trova a Roma per girare un film. Ma i divi, uno dopo l'altro, tornano in albergo da soli.

    3 - IL POTERE DEL CINEMA UCCIDE I NAZISTI
    Marco Giusti per "il manifesto"

    SABINA BEGANSABINA BEGAN

    Bisogna fare un triplo salto mortale, ma alla fine una cosa l'abbiamo capita. Cioe' in quale scaffale della videoteca dobbiamo sistemare "Bastardi senza gloria", sesto e ultimo film di Quentin Tarantino, presentato in anteprima a Roma ieri sera, pronto a uscire nelle sale italiane il 2 ottobre. Ce lo dice lo stesso Tarantino, che di generi e di videoteche se ne intende. "Anche se non deve moltissimo ai film di guerra italiani degli anni '60 e '70, io lo metterei proprio li', tra i Macaroni Combat Movies." Nato come "finto" remake di "Inglorious Bastards" (1978) di Enzo G. Castellari, che da noi usci' come "Quel maledetto treno blindato", se ne distaccava parecchio gia' in fase di sceneggiatura. Poi si seppe che ne aveva storpiato perfino il titolo, diventato "Inglorious Basterds".

    ROSANNA CANCELLIERIROSANNA CANCELLIERI

    Ma la visione del film, al Festival di Cannes lo scorso maggio, sembrava togliere ogni dubbio. Tarantino ci aveva preso un po' in giro, i film di guerra italiani erano un pretesto per costruire qualcosa che solo in piccola parte rileggeva quel cinema. Il suo film era una sorta di rilettura di "Quella sporca dozzina" (1966), capolavoro di Robert Aldrich, dove Tarantino puntava davvero alto: cambiare il corso della storia grazie al potere del cinema. "Il potere del cinema uccide i nazisti" ha detto piu' volte. Ma piu' che del potere del cinema, sembrava parlare addirittura di quello della piccola sala di quartiere, che esplode insieme alla pellicola.

    RITA RUSIC CANIO MAZZARORITA RUSIC CANIO MAZZARO

    Nella grande scena finale, dove viene immortalato per sempre il "potere infiammatorio" del cinefilismo, e' la pellicola della cineclubbara ebrea in cerca di vendetta, Melanie Laurent, con amante operatore nero, a far scoppiare il cinema dove Hitler e Goebbles stanno guardando il film di propaganda che hanno prodotto. Vendetta del pubblico sulla produzione, della creativita' pura sulla propaganda, della visione libera sulla storicizzazione.

    RITA RUSIC CANIO MAZZARORITA RUSIC CANIO MAZZARO

    Un finale che riscatta anni di passione cinefila piu' europea che americana. «Io sono americano, ma non mi considero un cineasta americano. L'America per me è solo un mercato. Faccio film per il mondo», ha detto a Roma. E per questo Tarantino lo voleva portare nella cinefila Cannes (e non a Venezia). E per questo, non voleva troppi coinvolgimenti con i Kings of B's italiani, che avrebbero abbassato il lato piu' alto del film. Del resto il suo e' un grande film internazionale dove trionfano i sottotitoli e dove si parla marginalmente inglese, di certo non di piu' che tedesco e francese (e persino italiano), e i dialoghi sono tutti costruiti sulle diversita' delle lingue al punto che le imprecisioni sul tedesco o sull'italiano finiscono per diventare gag o per provocare situazioni drammatiche.

    E l'importanza del raffinato, sadico, cattivo nazista Hans Landa, interpretato da Christoph Waltz, risiede proprio nel suo maneggiare incredibilmente tutte le lingue del film. Laddove i "bastardi senza gloria" ebreo-americani, cioe' Brad Pitt, Eli Roth e soci non sanno parlare quasi niente e quando fanno gli italiani cercano di imitare Bombolo in "Viva la foca", come ha ricordato lo stesso Eli Roth a Roma («La mia scuola di italiano è stato Bombolo, film come Viva la Foca. Anzi devo dire che nel mio personaggio mi sono ispirato allo spirito di Bombolo.. . »).

    RICKY TOGNAZZI SIMONA IZZORICKY TOGNAZZI SIMONA IZZO QUENTIN TARANTINOQUENTIN TARANTINO

    Ma il complesso personaggio di Hans Landa, il "cacciatore di ebrei", sempre pronto al doppio e al triplo gioco, e' anche la chiave per tornare ai Macaroni Combat Movies. «Devo ammettere», ha detto Tarantino, «che quel personaggio e' proprio ripreso dai film di guerra italiani, dai cattivi di Klaus Kinski e Horst Frank nei film di Frank Kramer». Ma tutto il film ruota attorno ad Hans Landa, che come il regista, sembra assorbere e attirare a se' gli altri personaggi, americani compresi, che si specchiano nella sua cattiveria.

    Del resto proprio di "inversione" tra buoni e cattivi, ebrei e nazisti, hanno parlato molti critici americani. Alla fine infatti i nazisti staranno dentro la casa che brucia e gli ebrei sono quelli che l'hanno bruciata da fuori. Questa inversione tra ebrei e nazisti e' stata vista come elemento ancor piu' sconvolgente del finale che cambia il corso della storia, come pensano molti giornalisti ebreo-americani. Perche' spingerebbe la fantasia a rileggere la verita' della storia. Chiedo esplicitamente a Tarantino se ha letto la critica di Daniel Mendelsohn su "Newsweek". «Si', ma non mi sembra che non gli sia piaciuto il film, ne ha solo dato una sua versione. Inoltre vengo da Isreale, dove ho presentato il film due giorni fa e il pubblico ebreo era impazzito. Per la prima volta vedeva ebrei che non subivano e reagivano». Era quello che stavano aspettando da anni.

    QUENTIN TARANTINOQUENTIN TARANTINO

    Ma Tarantino sostiene che non sistemerebbe il film nello scaffale dei "Jewish Revenge Fantasy" o dei "Jewish Death Wish", anche perche' l'idea che nel cinema si possa fare di tutto al di la' del "politicamente corretto" nazionale, ci riporta ancora al Macaroni Combat Movie.

    QUENTIN TARANTINO ELI ROTHQUENTIN TARANTINO ELI ROTH

    «Quello che mi piace in quei film e' primo: sono puro intrattenimento, secondo: nascono tutti come remake del mio film di guerra preferito, "Quella sporca dozzina" di Aldrich, terzo: non ci sono le costrizioni che c'erano negli altri paesi. Solo nei vistri film i tedeschi possono essere protagonisti e avere come missione quella di uccidere Churchill o Roosevelt. Questo non era possibile in un film tedesco o in un film americano, ma in un film italiano si'. Noi non volevamo che Churchill morisse, ma seguivamo il film come un puro film d'avventure».

    Ma anche questa e' un'inversione, come quelle che Tarantino fa continuamente nel suo film, dove protagonista di una lunga, bellissima sequenza puo' essere un critico cinematografico inglese (cosa mai vista al cinema!), interpretato dal Michael Fassbender di "Hunger", attore anglo-tedesco, che si finge ufficiale nazista tra i veri nazisti. E con lui finge di essere un nazista anche un vero tedesco che sta dalla parte dei bastardi. Tutto questo ci riporta non solo ai doppi giochi di un film italiano come "Cinque per l'inferno" di Frank Kramer (cioe' Gianfranco Parolini), ma anche anche alle inversioni di ruolo del geniale "Man Hunt" di Fritz Lang, girato in tempo di guerra, dove Walter Pidgeon vuole uccidere Hitler e e' obbligato per tutto il film al doppio gioco.

    PINO INSEGNO CON FANCIULLAPINO INSEGNO CON FANCIULLA PALAZZI E GABRIELLAPALAZZI E GABRIELLA

    A noi spettatori capire se Tarantino lo cita o lo media da Lenzi e Parolini. Alla fine, insomma, i nostri film di guerra, sono molto piu' importanti di quanto avessimo pensato a Cannes nella costruzione di questo complicatissimo "Bastardi senza gloria", un film dove ambiguita' e tradimento vincono anche sulla vendetta. E infatti il tema musicale dei bastardi e' la Tarantella dei rivoluzionari scritta da Morricone per "Allosanfan" dei Taviani, puro film sul tradimento della rivoluzione (ma questo Tarantino di sicuro non lo sa).

    Per conludere, quali sono i "Macaroni Combat Movies" preferiti di Tarantino? «Ovviamente "Inglorius Bastards" di Castellari», ci dice. «Poi "Cinque per l'inferno" di Frank Kramer con Gianni Garko e Klaus Kinski. Ma sono molto belli anche quelli di Umberto Lenzi. "Attentato ai tre grandi", dove protagonista e' un gruppo di commandos tedeschi, "Contro quattro bandiere", con George Peppard, e "La legione dei dannati" con Jack Palance, che ha una soggetto incredibile.

    OLIMPIA BOLLA GRESELE TOMMASO ZIFFEROLIMPIA BOLLA GRESELE TOMMASO ZIFFER

    Poi "Commandos" di Armando Crispino con Lee Van Cleef, "Commando suicida" di Camillo Bazzoni con Aldo Ray." In una lunga serata dedicata ai Macaroni War Movies a Cannes, Tarantino inseri' nella lista anche "Dalle Ardenne all'inferno" di Alberto De Martino e "La battaglia d'Inghilterra" di Castellari. «Mi piacciono molto anche i film di guerra piu' poveri, come "La battaglia dell'ultimo panzer" di Jose' Luis Merino, dove il titolo spiega la poverta' del film. Come mi piacciono i film di guerra interamente ambientati nel deserto, dove non c'e' proprio niente».

     

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