VIA VAI ALLA GAGOSIAN GALLERY PER COLLEZIONISTI AL DENTE E CRITICI BOLLITI - ASTE CON ‘ARTE-RIOSCLEROSI’: clamorosi invenduti da Bacon a LUCIEN Freud - MUSEI ALLO SBANDO: LA DESTRA FA FUORI I DIRETTORI DE’ SINISTRA SENZA SOSTITUIRLI

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  • 1 - GAGOSIAN DE ROMA
    Roberta Petronio per \"Il Messaggero\"
    Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

    Mondanità montata ad arte nella Gagosian Gallery dalle pareti curve immacolate, offerte stavolta all\'artista Lawrence Weiner. Per \"Quid pro quo\", proposizioni scultoree in testi, un viavai molto simile a quello di una stazione all\'ora di punta. Tempo di permanenza medio: venti minuti. Fondamentale per mantenere la tabella di marcia e spostarsi altrove.

    AchilleAchille Bonito Oliva e Peppi Marchetti Franchi - Copyright Pizzi

    Al vernissage, con artista e senza gallerista, c\'erano Massimiliano e Doriana Fuksas con la figlia Elisa, Dante Ferretti, Clementina di Montezemolo con il marito Flavio Misciattelli e Aurelia Musumeci Greco, Marcantonio Spinola, Saverio Ferragina, Cristiano De Lorenzo di Christie\'s Londra, gli artisti Baldo Diodato e Francesca Cesaroni.

    Arrivano un po\' trafelati anche Achille Bonito Oliva e l\'artista di origine malese H.H. Lim, visti poco prima nello spazio AuditoriumArte alla vernice dell\'installazione di Carla Accardi \"Superficie in ceramica\", sottolineata da un\'elaborazione sonora di Gianna Nannini (assente), e promossa da Ram-radioartemobile con la Fondazione Musica per Roma.

    2 - ASTE: clamorosi invenduti da Bacon a Freud
    Chiara Zampetti per \"Plus\" de \"Il Sole 24 Ore\"

    I risultati delle aste di novembre a New York hanno confermato non solo che l\'andamento del mercato dell\'arte è oggi strettamente correlato a quello del mercato finanziario, ma anche che, al contrario di quanto fino ad ora si era affermato, le opere d\'arte di altissima qualità non sono immuni agli effetti della crisi. L\'asta di contemporanea da Sotheby\'s nella sera dell\'11 novembre ha totalizzato 125 milioni di dollari contro una stima iniziale minima di 203 milioni.

    L\'equivalente vendita da Christie\'s del 12 novembre sera ha totalizzato 113,6 milioni, cioè la metà della stima più bassa di prevendita di 227 milioni. Solo il 68% dei lotti offerti sono stati venduti ad entrambe le case d\'asta e la maggior parte al di sotto del prezzo minimo di stima. Non pochi sono stati i compratori che sono andati a casa con dei veri e propri affari, come il collezionista americano Eli Broad che si è assicurato da Sotheby\'s ben al di sotto dei prezzi di stima «Wishing Well» di Jeff Koons per 2.154.500$ (stima 2,5-3,5 milioni), «Desire» di Ed Ruscha, un olio su tela con fondo ocra, per 2.434.500$ (stima 4-6 milioni), «Bantam» di Robert Rauschenberger per 2.602.500 (stima 3-4 milioni), «Untitled (90-14 Bernstein)» di Donald Judd per 1.142.500$ (stima 2-3 milioni).

    AngeloAngelo Bucarelli Francesca Martinelli e Blonde - Copyright Pizzi

    Buoni affari anche per lo stilista Valentino che in sala ha comprato da Sotheby\'s due Warhol entrambi al di sotto dei prezzi di stima minima: «Dollar Sign» 2.098.500$ (stima minima di 2,5 mln) e «Portrait of an American Indian» per 1.314.500 (stima minima di 1,5 mln) e da Christie\'s «Lake Resort Nurse» di Richard Prince per 3.300.500 (stima minima 5 mln). Il gallerista Larry Gagosian si è assicurato le due opere di Richard Serra in vendita da Sotheby\'s pagando per «Folded/ Unfolded» 722.500$ e per la scultura «12-4-8» 1.650.500, prezzo record per quest\'artista in asta, ma al di sotto della stima minima di 2 milioni. Gagosian espone fino al 20 dicembre sculture e disegni dell\'artista americano nei due spazi londinesi.

    Ad animare le vendite newyorkesi non sono mancati i colpi di scena: da Sotheby\'s il dipinto «Nice \'N Easy» di John Currin, venduto da Dean Valentine (collezionista e Tv executives di Los Angeles) è stato acquistato al telefono per il prezzo record di 5.485.500$, oltre il prezzo di stima e del precedente record all\'asta per l\'artista ottenuto da Christie\'s a New York nel 2004 con «Homemade pasta» per 847.500$. Sempre da Sotheby\'s prezzo record per Philip Guston, «Beggar\'s Joys» aggiudicato a 10.162.500 e ottimo risultato per «Archisponge (RE11)» di Yves Klein venduto per 21.362.500, mentre da Christie\'s un Gerhard Richter del 1989 «Abstraktes Bild (710)» ha raggiunto i 14,5 milioni e un Basquiat «Untitled (Boxer)» ben 13,5.

    ApprezzaApprezza l\'arte di Weiner - Copyright Pizzi

    Ma importanti lotti sono andati invenduti come da Sotheby\'s il Lichenstein «Half Face with Collar» (stimato 15-20 mln) e un Lucian Freud, «Naked Portrait Standing» stimato 9-12 milioni. Da Christie\'s invenduto lo «Study for Self-Portrait » di Bacon, la cui stima secondo Bloomberg era calcolata tra i 40-60 milioni.

    Segno dei tempi e dei recenti cambiamenti a Wall Street, la vendita dei 16 disegni provenienti dalla collezione dell\'ex ceo di Lehamn Brothers Richard S. Fuld Jr. e di sua moglie, che ha trovato compratori per un totale di 13,5 milioni, contro una stima minima di 15. La vendita della collezione Fuld era stata garantita da Christie\'s per una somma non resa pubblica. Tra i lavori più importanti un\'opera su carta di Gorky 1946-1947 «Study for an Agony I» venduta per 2,2 milioni, che i Fulds avevano comprato da Christie\'s nel 1996 per 370mila dollari.

    Dopo le recenti vendite l\'Art Market Confidence Index calcolato da Artprice mostra una sostanziale «caduta» con circa i 2/3 degli operatori che predicono continue diminuzioni dei prezzi. L\'indice di Artprice ha registrato un improvviso calo del 13% a inizio ottobre, quasi seguendo le correzioni azionarie. Il che dimostra che arte e finanza oggi non sono separati. Sempre secondo Artprice sembra essere altamente probabile che sino al 2010 assisteremo ad una diminuzione del prezzo medio di vendita del 30-40% e che quindi le valutazioni delle opere d\'arte verranno riportate ai livelli del 2003-2004.

    La fine del 2007 e i primi sei mesi del 2008 sono quindi da considerarsi i picchi del mercato, grazie a una domanda sostenuta dai nuovi ricchi di Asia, Russia e Medio Oriente. A fine agosto è cominciata la contrazione dei prezzi su ogni tipologia di opera e la percentuale d\'invenduto è più che raddoppiata in un anno, crescendo dal 25% alla fine del 2007 al 54% ad ottobre 2008.

    3 - LA GUERRA DEI MUSEI
    Paolo Vagheggi per \"la Repubblica\"

    CapelloniCapelloni - Copyright Pizzi

    Via Reggio Emilia è una trafficata strada romana nella zona di Porta Pia, in quell´area dove nel 1870 si scontrarono i bersaglieri italiani e gli zuavi papalini, dove si fece l´Italia. Ora il posto dei fucili e delle baionette l´ha preso l´arte contemporanea, è un mondo di installazioni, sculture, di rossi e di gialli. A via Reggio Emilia ha sede il Macro, il museo d´arte contemporanea di Roma che doveva essere (e forse lo è ancora) uno dei simboli della rinascita culturale italiana, d´una spinta straordinariamente interessante verso l´arte di oggi, nel nostro paese spesso offesa e brutalmente dimenticata.

    Ma ora il Macro è chiuso: formalmente è aperto ma le sale sono sbarrate. Non ci sono opere esposte. All´ingresso è rimasta un´istallazione di Ernesto Neto che continua ad esser visitata da giovanissime scolaresche mentre angosciati custodi sfumacchiano in attesa dell´ora di chiusura. Da sei mesi il Macro è senza direttore. Con l´arrivo del centro destra alla guida della capitale Danilo Eccher, a cui era affidato il museo, considerato troppo veltroniano, è stato costretto a far le valige. Sono passati sei mesi dalla sua partenza ed ancora non è stato trovato un sostituto. L´assessore alla cultura Umberto Croppi, in gioventù uno degli ideatori dei campi Hobbit, sta pensando e ripensando a scelte in grado di portare la nave verso nuovi lidi.

    Nel frattempo il Macro resta in stand-by e si trasforma nel simbolo di una nuova italietta che da una parte se ne frega della contemporaneità, giudicata esteticamente «brutta», e dall´altra muove mari e monti per aggiudicarsi una poltrona da direttore. Ce ne sono una manciata a disposizione - comunali e statali - e di grande importanza: oltre al Macro le Scuderie Papali al Quirinale, il Maxxi, il Castello di Rivoli e la Gam di Torino, Museion a Bolzano, il museo di Siracusa.

    Non è chiaro a chi andranno e non è chiaro se contano meriti e demeriti o soltanto i padrini politici. I segnali che arrivano dal centro destra non sono chiari e spesso vanno al di là di un´idea conservatrice dell´arte. Ha cominciato il ministro per i beni culturali Sandro Bondi che mentre tagliava fondi a destra e a manca, e annunciava la nomina di Mario Resca, ex presidente McDonald´s Italia, a supermanager per i musei statali, delineava un proprio ideale di bellezza che sembra aver ben poco a che fare con l´attuale contemporaneità, con Kounellis, Mario Merz, Dan Flavin o Richard Serra.

    BaciamanoBaciamano Nobilia Carlo Giovanelli e Beatrice Bulgari - Copyright Pizzi

    E´ poi seguita la nomina di Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli come curatori del padiglione italiano alla Biennale di Venezia. Per prima cosa hanno rilasciato dichiarazioni contro il contemporaneo italiano, contro l´Arte povera, con la Transavanguardia l´unico movimento del nostro paese riconosciuto a livello internazionale. Loro troveranno il nuovo.

    A chiudere i conti infine ci hanno pensato Bolzano, che ufficialmente ha licenziato il direttore di Museion per aver sforato il budget, in realtà per aver esposto una rana crocifissa di Martin Kippenberger, e Verona dove il sindaco leghista Flavio Tosi ha dato lo sfratto al museo di Palazzo Forti, alla galleria di arte moderna che occupa questo antico edificio. Fu donato alla città nel 1937 da Achille Forti per adibirlo a sede espositiva. Ma ora il primo cittadino lo sta trasformando in uno degli strumenti da usare per ripianare i conti.

    E´ stata approvata una delibera che ne modifica la destinazione d´uso, da pubblico a «residenziale, commerciale, direzionale». Andrà in asta per 65 milioni di euro. Le millecinquecento opere del museo saranno traslocate a Palazzo della Ragione. Per Tosi non ci sono problemi, neppure per i giganteschi Wall Drawing di Sol Lewitt: «Hanno spostato la diga di Assuan figuriamoci se ci sono questioni per una parete».

    E´ questa la cornice di un quadro piuttosto difficile da dipingere perché segnato da nomine e spostamenti: a Torino alla fine dell´anno lasciano l´incarico Ida Gianelli, che ha guidato con grande abilità il Castello di Rivoli, e Pier Giovanni Castagnoli, della Galleria d´arte moderna. Sono due caselle abbastanza difficili da riempire. Il Castello di Rivoli è uno dei sacrari italiani della contemporaneità, ben inserito nel circuito internazionale, che ha buoni, anzi ottimi rapporti con il sistema bancario.

    Per questo museo non bastano le buone conoscenze artistiche, c´è bisogno di grandi capacità di mediazioni. Le voci per ora indicano un solo candidato: Andrea Bellini, il direttore di Artissima, la rampante mostra mercato del capoluogo piemontese. Per la Gam la situazione è più complessa: è stato pubblicato un bando dove si richiedono specifiche competenze non solo per la contemporaneità ma anche per l´Ottocento. che costituisce gran parte della collezione del museo.

    ClamentinaClamentina Cordero Di Montezemolo e marito Flavio Mischiatelli - Copyright Pizzi

    Scendiamo in Sicilia. E´ libera la poltrona di Salvatore Lacagnina il giovane curatore che secondo la rivista Time - nel 2006 gli dedicò la copertina - aveva vinto un´importante scommessa: far uscire la Sicilia e la sua città, Siracusa, dalla marginalità del contemporaneo. Purtroppo non è accaduto e Lacagnina è passato, per sua volontà, a dirigere l´istituto di cultura svizzero. Per la prima volta l´incarico è stato dato a un professionista che non ha la cittadinanza elvetica. Ma Siracusa è senza direttore e non ci sono neppure troppi pretendenti. Stessa cosa a Bolzano dopo l´allontanamento di Corinne Diserens.

    Il vero nodo è però a Roma. La costruzione del Maxxi, il museo del XXI secolo progettato da Zaha Hadid procede, e a quanto pare abbastanza celermente. Ormai si pensa a inaugurazioni (l´anno prossimo?), mostre, donazioni. Ma a Paolo Colombo, che aveva una consulenza direzionale, non è stato rinnovato il contratto e non è stato sostituito.
    E´ sempre da risolvere, a Roma, la questione Scuderie, una presidenza che arriva fino al controllo del Palazzo delle Esposizioni. Uscito Giorgio Van Straten che fu indicato dalla sinistra a fine estate esisteva un solo candidato per sostituirlo: Philippe Daverio.

    Sembrava cosa fatta ma non è stato firmato alcun contratto. E sui tempi lunghi ecco arrivare Ida Gianelli, che lascia il Castello di Rivoli, sulle cui capacità non possono esserci discussioni. Ma dietro l´angolo è spuntato l´ambasciatore Ludovico Ortona, attualmente a Parigi che ha esperienze diverse ma che, così si sussurra, è gradito al Quirinale.
    E infine il Macro, così spoglio da commuovere i custodi, disposti a trasportare le opere d´arte della collezione per riempire le sale. Non si può. C´è un candidato alla direzione: Luca Massimo Barbero, curatore e critico d´arte della Guggenheim di Venezia. Nessun pollice verso. Lui però non ha ricevuto il contratto. E via Reggio Emilia aspetta. Come fosse un´opera di Samuel Beckett.

     

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