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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Mario Ajello per "Il Messaggero"
«Entri l’imputato», dice il presidente della corte. E entra Helmut Kohl, anzi no: è Pier Ferdinando Casini, che interpreta la parte dello statista tedesco. In questa ultima puntata dei processi ai grandi della storia - «Colpevole o innocente?» - che vanno in scena al Teatro Parioli. Recita da pm un giudice vero, diventato parlamentare, Stefano Dambruoso. E la sua accusa a Kohl è per tangenti, corruzione, finanziamento illecito ai partiti.
Helmut Casini, prima che l’accusatore cominci, si rivolge all’avvocato difensore - Antonio Catricalà - e gli chiede: «Si metta più vicino a me, ne ho bisogno». Il pubblico è un pubblico ma è anche una giuria popolare: alla fine vinceranno le palline nere - Kohl condannato - o quelle bianche dell’assoluzione?
DEMOCRISTIANI
Molta gente, tanti amici in sala. Politici come Gerardo Bianco: «Sospendiamo il processo e assolviamo Kohl perchè la storia lo ha già assolto come un benefattore dell’Europa e come sommo statista democristiano». Gli altri non si pronunciano prima del tempo. Nelle prime file siedono Francesco Gaetano Caltagirone e Azzurra Caltagirone, Gianni Letta, Marco Staderini, il ministro Galletti, il giudice Ayala e così via. Ma ecco che viene chiamata sul palco, come testimone, Angela Merkel.
carla regina azzurra caltagirone
Solo che è più slanciata e più giovane dell’originale, e insomma si tratta di Annalisa Chirico. E anche Mikhail Gorbaciov partecipa a questo processo presieduto da Augusta Iannini, e quasi ci somiglia Aurelio Regina - visto da lontano - all’ex presidente sovietico. Un altro dei grandi della nostra storia, così come lo è stato Francois Mitterrand: anche se lo statista francese è stato condannato l’altra volta, nel penultimo di questi processi teatrali.
Su Casini c’è un problema. Le affinità culturali e politiche tra lui e Kohl sono fuori discussione. Così come quelle personali e basti ricordare di quando, oltre ai ricevimenti ufficiali, Casini fu portato dal cancelliere in birreria a Berlino e sembravano, perchè lo erano, due amiconi democristianoni.
antonio catricala pierferdinando casini
E il problema? L’avvocato difensore si diverte a suscitare le risate dei presenti: «Kohl - sostiene Catricalà - non era così bello come il Kohl che sta su questo palco. Per la forma della sua testa, lo chiamavano La Pera». Ormai il processo è entrato nel vivo. Il difensore: «I capi d’accusa sono inconsistenti». E ancora: «Ricordatevi tutti, e il crocifisso che sta in quest’aula serve anche a questo, quanti errori giudiziari possa produrre la mente umana». I giurati popolari prendono appunti, si stanno facendo un’idea. Nella sala non vola una mosca. Si preparano sul palcoscenico Merkel e Gorbaciov, ma prima bisogna sentore l’imputato.
IL VERDETTO
E lui, in piedi, usando il plurale: «Ci sentiamo veramente umiliati questa sera, per le accuse infamanti che ci vengono rivolte. E’ statamontata una denigrazione di tutto ciò che abbiamo fatto in cinquant’anni di vita pubblica. Durante il nostro mandato, siamo riusciti a realizzare un sogno che oggi ci viene rimproverato: avere creato l’unità della Germania e avere lavorato per una nuova Europa».
Il tono è vibrante. Casini s’è calato nella parte, e tutto il suo entusiasmo per la figura di Kohl viene fuori da ogni sillaba. Il pm si agita sulla sedia. Il presidente Iannini gestisce il dibattimento con equilibrio. L’imputato alza il tono della voce: «Noi non abbiamo mai messo in tasca neppure un marco. E ci sentiamo onorati di tutto ciò che abbiamo fatto. La storia ci ha già assolto». E anche il teatro Parioli lo sta per fare.
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