Reportage di Franco Cavassi per Dagospia
PAOLO ROMANI CON FIGLIA1 - ZEFFIRELLI: IERI ALLA SCALA HO VISTO IL DIAVOLO
(Adnkronos) - 'Io credo nel diavolo e ieri sera alla Scala ho visto in scena proprio il diavolo'. Non usa mezzi termini Franco Zeffirelli nel commentare all'ADNKRONOS la 'Carmen' di Georges Bizet che ieri sera ha inaugurato la stagione 2009-2010 del Teatro alla Scala di Milano. 'Quello spettacolo -afferma- e' il frutto di una scelta sbagliata, pericolosa soprattutto per i giovani. Immaginiamo un ragazzino che non e' mai stato all'opera e va alla Scala, meraviglioso scrigno di bellezza, per vedere quella 'Carmen'.
Cosa succede? Vive un conflitto tra una musica bellissima e una messa in scena molto brutta. Quello che mi fa specie e' che proprio gli autori di questo scempio sono quelli che dicono di volere portare i giovani a teatro'.
Zeffirelli va giu' duro con Emma Dante, la regista palermitana che ha firmato lo spettacolo: 'E' una donna irresponsabile, frutto di una cultura sbagliata, autrice di costumi brutti che non si vedono neppure in un teatro di provincia e coadiuvata da uno scenografo indegno (Richard Peduzzi, ndr). E' uno scandalo -tuona- che la Scala abbia fatto una simile porcata, con la presunzione di volere insegnare ai giovani cos'e' l'opera'.
'Questa signora -prosegue il regista riferendosi a Emma Dante- ha trasformato Carmen in un demonio, dimostrando di non conoscere la letteratura ottocentesca, che e' piena di donne che si ribellano allo strapotere maschile, senza per questo essere dei diavoli. E Carmen e' una di loro. Baremboim, straordinario pianista e grandioso direttore, e' un giocherellone e stavolta si e' reso complice di un crimine. Con Kleiber e Karajan -prosegue- una cosa simile non sarebbe mai successa'.
Zeffirelli salva il cast vocale 'soprattutto il bel Don Jose' di Jonas Kaufmann' e la protagonista Anita Rachvelishvili che ha 'una bellissima voce. Purtroppo, per colpa della regista, ha costruito un personaggio orrendo, esagerato'.
TIVIOLI'Spettacoli come quello di ieri sera -prosegue Zeffirelli- sono frutto di mancanza di amore per l'opera. Purtroppo non esistono piu' registi moderni, ci sono soltanto mistificatori. Anche l'Arena di Verona, che qualche anno fa aveva deciso di chiamare alcuni di questi registi, ha visto un calo di vendite al botteghino. Adesso ci ha giustamente ripensato e nella stagione 2010 -conclude- ci sono solo miei allestimenti'.
2 - EMMA DANTE: "ZEFFIRELLI MI ATTACCA? È UNA CARIATIDE" - LA REGISTA DI CARMEN RISPONDE ALL'ARTISTA: "MENO MALE CHE CRITICA. LUI È FERMO, IO CONTINUO A CRESCERE". E SUL SUO ALLESTIMENTO, ACCUSATO DI BLASFEMIA, DICE: "SE QUALCUNO SI SCANDALIZZA VUOL DIRE CHE NON HA VERA FEDE"
Piera Anna Franini per "Il Giornale"
Lunedì, al termine dell'opera che ha aperto la stagione della Scala, il teatro s'è letteralmente spaccato in due. Fra ultrà della tradizione e quelli dell'innovazione, con bordate di fischi e "buuu" da un lato e incoraggianti "bravaaa" dall'altro. È stata la regia di questa Carmen, come da copione, a dividere gli spettatori. Come l'ha presa Emma Dante, la regista? Tanto per cominciare dice d'aver «dormito come un angioletto» la notte seguente.
TESOCome si sentiva in mezzo ai due fuochi?
«Mi sentivo nel posto giusto, e comunque me l'aspettavo. Anche perché il 7 dicembre è la giornata in cui ci si può esibire. E la gente che vuole esibirsi non si risparmia. Per fortuna, ci sono anche persone che intendono invece seguire il percorso di un artista».
Tutto metabolizzato, insomma?
«La platea, notoriamente tradizionalista, non ha dissentito. In complesso, il 70% erano applausi e il 30% fischi, va bene così, è il giusto equilibrio».
Ha letto le critiche di Franco Zeffirelli?
«Questo suo attacco è per me benedetto, essendo lui una cariatide, significa che io sto procedendo. Buon segno».
Qualcuno sente che Lei abbia offeso la sensibilità religiosa.
«Chi è turbato da questo spettacolo vuol dire che non è in pace con la propria fede, in questa mia Carmen non trovo nessuna mancanza di rispetto nei confronti del Cattolicesimo. C'è una chiara presa di posizione nei confronti della Chiesa, d'accordo. Chiesa che è molto presente in Italia, un Paese laico dove ognuno dovrebbe avere la libertà di professare quello che crede. Il fatto che vi siano tanti simboli religiosi non vuol dire che io condanni chi ha fede assoluta».
Il Gesù Cristo che cadendo si spezza è stato letto come un atto blasfemo.
«Un Cristo di gesso si può rompere. Non è un gesto blasfemo. E poi in questa Carmen sono tanti i simboli che si rompono».
C'è chi ha trovato questa sua Carmen traboccante di simbolismi ed elementi in genere, un po' come accade ai debuttanti...
«Forse hanno ragione, però ora non posso e non voglio ritoccare niente. È un primo approccio. Mi spiego. Ci sono dei personaggi che Micaela si porta dietro, i chierichetti, per esempio. Ebbene loro sono la sua proiezione e salvezza. I chierichetti devono sempre raccogliere qualcosa da terra, come i crocifissi. Mentre canta con Don José asciugano il pavimento con un panno.
Sono simboli, è vero, però sono anche funzionali alla scena. I chierichetti sono i servitori del sacerdote, aiutano affinché la liturgia venga celebrata nel migliore dei modi. Spazzano via le impurità e al tempo stesso levano l'acqua che se rimanesse, in concreto, creerebbe problemi alle sigaraie: potrebbero scivolare, tanto per essere chiari».
Nessun ritocco, dunque?
«Non ora. È uno spettacolo dove una scena contiene l'altra. La costruzione delle scena è più importante della scena stessa. In questo credo di essere riuscita perfettamente».
In cosa sente di essere stata travisata?
«Questo spettacolo non vuole tradurre la festa spagnoleggiante di Carmen, nel quarto atto mancano lo sfarzo e la prosopopea che uno s'aspetta. Nel mio spettacolo c'è una sorta di agonia, di cupezza. È una passeggiata malinconica: come la vita. Non c'è il colore acceso, ma il grigiore, qualcosa di struggente. È questa la mia lettura».
3 - ALLA FACCIA DELLA CULTURA! - DOV'ERA SILVIO LA SERA DELLA PRIMA DELLA CARMEN DI BIZET ALLA SCALA? ERA AL MULTISALA DI VIMERCATE A VEDERE IL THRILLER CATASTROFICO SUL 2012!
Leila Codecasa per "il Corriere della Sera"
Carmen di Bizet, Prima alla Scala? No, un film, genere catastrofico: 2012, regia di Roland Emmerich, già arcinoto ancor prima dell'uscita per quella scena cult, cliccatissima in rete, del crollo del cupolone su un futuribile presidente del Consiglio italiano raccolto in preghiera con la moglie in piazza San Pietro. È il secondo spettacolo al multisala Torri Bianche di Vimercate, in Brianza. In sala, Silvio Berlusconi. Vestito casual, camicia, giaccone e pantaloni sportivi. Con lui, la figlia Eleonora, secondogenita di Veronica Lario, fresca di laurea in Economia a New York.
Il multisala è a dieci minuti di auto da Arcore, residenza del Cavaliere. A guardarsi la pellicola, insieme a capo del governo e figlia, anche le sei guardie del corpo e 200 spettatori. La sala è la numero 10, il posto L12. Niente popcorn. Tanti, invece, i sorrisi e le strette di mano, i saluti. Qualche battuta con lo staff della direzione, le maschere e alcuni spettatori. Qualcuno fa anche la ola. Il presidente sorride. Si siede e aspetta che inizi il film.
VANADIA MARINA BERLUSCONITutti lì, gli altri spettatori, a godersi il fuori programma, a distanza, ma pronti a zoomare e scattare col videofonino l'ospte importante e inatteso. Berlusconi in sala è entrato pochi minuti prima della proiezione, ma le luci erano ancora piuttosto alte, impossibile non notarlo. Certo, le sue guardie del corpo avevano già annunciato l'arrivo due ore prima, ma avevano chiesto che tutto restasse top secret e perlustrato sala e uscite di sicurezza, controllando i posti assegnati e pagando tutti i biglietti.
QUADRINOAnche se Berlusconi era ospite a casa sua: è di poche settimane fa l'annuncio ufficiale della nascita di The Space , nato dalla fusione di Medusa Multicinema e Warner Village Cinemas, realizzata da ventuno partner tra cui Benetton e gruppo Mediaset. Alla fine del film i complimenti allo staff, altri sorrisi e strette di mano, poi via verso Arcore.