1- NON ERA ARIA. NON ERA NOTTE. UN FLIPPER. UN VIDEOGAME. UNA CORRIDA. MATATI, SCONFITTI, SCOMPARSI, UMILIATI. SEMPRE A INSEGUIRE. IN SALITA. UN’AGONIA DI PUNTEGGIO E INFORTUNI, SFORTUNE E MANCANZE OGGETTIVE. NON C’È GARA A KIEV PERCHÉ GLI SPAGNOLI TROVANO IL FONDO QUANDO VOGLIONO E SI MUOVONO, MENTRE LE TRUPPE DI CESARE PRANDELLI ARRANCANO VISTOSAMENTE. RIMANDANO INDIETRO LE ONDE CON UN SECCHIELLO. NON RIPARTONO MAI. FERMI COME PARACARRI. PER DIRLA CON DE ROSSI: “COTTI” - 2- BALOTELLI È SCOPPIATO IN LACRIME MENTRE ERA IN CORSO LA PREMIAZIONE DELLA SPAGNA, E AD UN CERTO PUNTO PRANDELLI È ANDATO A CONSOLARLO. SCOPPIA IN LACRIME ANCHE PIRLO - 3- NON NE PRENDEVAMO 4 IN COMPETIZIONI UFFICIALI DA 60 ANNI. CON MARIO MONTI, QUELLO CHE VOLEVA CHIUDERE IL CAMPIONATO DELLE SCOMMESSE “PER DUE O TRE ANNI”, A BENEDIRE DALL’ALTO DELLA TRIBUNA. A DIMENTICARE LE PAROLE DELL’INNO MENTRE I CALCIATORI LO CANTANO PRENDENDOSI PER MANO, STRINGENDO GLI OCCHI. PER L’ULTIMA RECITA -

Condividi questo articolo


DAGOREPORT

Non era aria. Non era notte. Un flipper. Un videogame. Una corrida. Matati, sconfitti, scomparsi, umiliati. A interpretare il ruolo della Germania sbiadita della semifinale. Fuori dal cerchio in poco più di mezz'ora. Sempre a inseguire. In salita. Un'agonia di punteggio e infortuni, sfortune e mancanze oggettive. Quello che sembrava un confronto alla pari ristabilisce le distanze.

AZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIME BALOTELLI PIANGE CONSOLATO DA PRANDELLIBALOTELLI PIANGE CONSOLATO DA PRANDELLI

Non siamo più quelli terrorizzati dalla Nuova Zelanda nel Sudafrica sgranato del 2010 e non siamo ancora i più forti d'Europa. Perdiamo quattro a zero con la Spagna. Non ne prendevamo 4 in competizioni ufficiali da 60 anni (esclusa l' olimpica di Stefano Tacconi battuta dallo Zambia a Seul nell'88). Li incassiamo dopo 44 anni di tentativi vani. Dodici affrontati di corsa per raggiungere lo stesso traguardo conquistato dalla squadra di Zoff beffata da Trezeguet nel prolungamento della Zona Cesarini.

AZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIME

Un mese di sudore, birre e deliri di gruppo con il telecomando in mano. Esperti di Polonia e Ucraina, attivisti per la Tymoschenko e per il rispetto dei diritti umani, improvvisi conoscitori delle luci delle Est. Ipocriti con diritto di parola e sfrenata voglia di Vuvuzela e cazzeggio. Ai fuochi d'artificio, stasera, assistiamo ammirati. Ci fa male Silva dopo undici minuti. Iniesta taglia, Fabregas legge al volo, Chiellini è in ritardo.

AZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIME

Il più piccolo tra i minuscoli nani da giardino che non lasciano riferimento alcuno ai nostri difensori, colpisce di testa. Si capisce come andrà a finire quando poco dopo Chiellini lascia il campo per Balzaretti e a un soffio dalla fine del primo tempo, dopo venti minuti di fatica e streghe appena leniti da un tiro di Cassano, Alba lanciato da Xavi manda per le terre Bonucci e in cantina i sogni.

Minuto quarantuno. D'improvviso tace tutto. Le festa preparata in anticipo e le immagini del princìpio. Quelle in cui tutti si stringono, si abbracciano, urlano. Lo fanno in piazze inondate dalle birre, in case diventati alberghi di frontiera, vicoli circondati da bandiere (ottimi affari) che i pakistani regalano in cambio di un paio di sigarette.

AZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIME AZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIME

Notte di fumo, sudore, speranze. Silenzi. Scaramanzie. L'ora che precede l'inizio. O primi. O secondi. Osservando l'oblò di Kiev dall'elicottero- il prato verde, la gente dentro, invisibile, viene da ricordare. Gli addii precoci, gli altari piegati, i miracoli. Niccolò Carosio espulso dal politicamente corretto dopo Italia-Israele a Messico ‘70: "Fuorigioco netto lasciato correre dall'etiope", Haan che crocifigge Zoff da centrocampo in Argentina e la litania: "Eravamo i più forti, avremmo dovuto vincere noi", ripetuta per anni, Martellini che comunica alla nazione da Madrid. Undici Luglio ‘82: "Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo".

Ce l'hanno raccontato. L'abbiamo raccontato. C'eravamo. Ci siamo stati anche stasera e non avremmo dovuto esserci. Azzurri e rossi. Con Mario Monti, quello che voleva chiudere il campionato delle scommesse "per due o tre anni" a benedire dall'alto. A dimenticare le parole dell'inno mentre i calciatori lo cantano prendendosi per mano, stringendo gli occhi. Per l'ultima recita. L'ultima fumata d'oppio prima di almeno due anni di proibizionismo.

AZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIME AZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIME

I mondiali, 24 mesi, un'eternità. Riavvolgendo il nastro di un mese sembrava la stessa sequenza di ieri. È passata una vita invece. E l'illusione ottica presenta il conto. Eravamo immersi nell'epica delle bocche zittite e dei gol di Balotelli, nelle rudezze irlandesi e nei timori del biscotto croato, nei corni agitati sui rigori inglesi e nello stupore tedesco. E anche se le maglie sono le stesse dell' esordio, lo scenario cambia. Radicalmente. Trasformando le illusioni in ferite e le ipotesi ottimistiche in carta straccia.

Non c'è gara a Kiev perché gli spagnoli trovano il fondo quando vogliono e si muovono, vicinissimi, con centrocampo e attacco, mentre le truppe di Cesare arrancano vistosamente. Rimandano indietro le onde con un secchiello. Non ripartono mai con Balotelli e si affidano a Cassano (generoso e solo) senza l'ausilio di un centrocampo che con Pirlo, De Rossi, Montolivo e Marchisio sventola il logorio di trenta giorni senza respiro.

AZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIME

Proviamo a stare dentro e usciamo definitivamente dal contesto al settimo della ripresa. Di Natale contro Casillas, un simbolismo. Quasi dalla stessa posizione il giocatore dell'Udinese aveva battuto il portiere del Real nella prima partita. Qui a Kiev, dove non era destino, si fa bloccare, fischiando il foglio di via ai propositi felici con mezz'ora di anticipo. Esce Thiago Motta (stiramento, come Chiellini).

Muscoli a zero, crampi, confusione. Per dirla con De Rossi: "Cotti". L'Italia ha esaurito i cambi. La fantasia. La voglia di correre. Diventa impossibile anche l'azzardo. I minuti che restano sono praterie per la festa spagnola. Non si fermano, infieriscono, esagerano. Segnano Mata e Torres. Finisce quattro a zero. Giri di campo. Calciatori che mimano il torero. Drappi rossi. Ole ed olè. Teste bassa, sconforto, lacrime del signor Bonucci, quello che non sarebbe neanche dovuto partire. Indagato, ma in comitiva.

Altrove, figurine sparse. Il signor De Bosque balla sul suo quintale. De Rossi abbraccia i meno saldi di cuore. Il premier italiano va in tv, gli regalano la maglia di Balotelli e lui fa sfoggio di concetti ecumenici: "Abbiamo fatto un europeo straordinario".

La Spagna raggiunge tre trofei in 4 anni. Due Europei, un mondiale, nel deserto creativo di un pallone a cui l'Italia ha dato un bel contributo di coraggio e incoscienza. Ci avevamo creduto.

AZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIMEAZZURRI IN LACRIME

Non saranno comunque insulti e pomodori. La Corea è lontana. Prandelli non è Mondino Fabbri. Oggi somiglia, più giovane di vent'anni, ad Azeglio Vicini. La coppa, anche questa volta, la alzano gli altri. Selvaggi e sentimentali, geometrici, spietati. Quattro a zero. Caronte ci ha portati sull'altra sponda del fiume.

Scenari in terza dimensione. Gente in divisa rossa che correva a più velocità. Almeno, nelle città immobili, nei ritorni mesti, nelle bandiere ripiegate e nelle chiavi che, tristi e solitarie, entrano nelle serrature per dimenticare, non c'è ombra di rimpianto.

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

COME MAI L’OPA OSTILE DI UNICREDIT SU BANCO BPM HA TERREMOTATO I NEURONI LEGHISTI? IL MINISTRO DEL MEF GIORGETTI HA SUBITO ALZATO LE BARRICATE: L'OPA È STATA "COMUNICATA, MA NON CONCORDATA COL GOVERNO", MINACCIANDO ADDIRITTURA LA GOLDEN POWER, COME SE UNICREDIT FOSSE DI PROPRIETÀ CINESE - ANCOR PIÙ IMBUFALITO È SALVINI: “UNICREDIT ORMAI DI ITALIANO HA POCO E NIENTE: È UNA BANCA STRANIERA, A ME STA A CUORE CHE REALTÀ COME BPM E MPS CHE STANNO COLLABORANDO, SOGGETTI ITALIANI CHE POTREBBERO CREARE IL TERZO POLO ITALIANO, NON VENGANO MESSE IN DIFFICOLTÀ" – ECCO IL PUNTO DOLENTE: L’OPERAZIONE DI ORCEL AVVIENE DOPO L'ACCORDO BPM-MILLERI-CALTAGIRONE PER PRENDERSI MPS. COSI’ IL CARROCCIO CORRE IL RISCHIO DI PERDERE NON SOLO BPM, STORICAMENTE DI AREA LEGHISTA, MA ANCHE MPS, IL CUI PRESIDENTE NICOLA MAIONE È IN QUOTA LEGA…

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…