Paolo Conti per “CorrierEconomia - il Corriere della Sera”
Tempi complicati per la Rai, soprattutto nel campo dell’informazione. E dire che il 2014 non si era chiuso poi così male, con una crescita del Tg1 pari a 0,66% in più rispetto al 2013: in termini pubblicitari, si traduce in oro sonante trattandosi del tg ammiraglio (ascolto medio di 5.307.546 telespettatori) con uno share consolidato del 23,73% contro il 19,41% del Tg5 (dati ufficiali diramati da viale Mazzini).
Ma poi c’è stata la novità, che ha preso un po’ tutti in contropiede: lo sbarco di Sky sul digitale terrestre col nuovo canale Sky Tg24 piazzato sul canale 27. Una vera e propria dichiarazione se non di guerra, certo di concorrenza sulla stessa piattaforma: l’offerta gratuita, aperta a tutti, basta un colpo di telecomando e si entra nell’universo Murdoch senza pagare un euro. Ma siamo solo all’inizio di una storia ben più lunga e complessa.
Il gruppo Viacom – l’editore italiano di Mtv, Nickelodeon e Comedy Central – i cui contratti con Sky scadranno il 30 giugno 2015, sarebbe in trattativa per lanciare un nuovo canale generalista sul canale 8 del digitale terrestre. Potrebbe addirittura trattarsi (voci non confermate) del trasloco di Cielo, il canale generalista Sky ora sul canale 26, considerato un successo per la qualità del suo pubblico di fascia medio-alta, quindi molto appetibile dal punto di vista pubblicitario. Occuperebbe la posizione 8 con lo spostamenti di Mtv.
Rai Andrea Vianello Luigi Gubitosi Angelo Teodoli Giancarlo Leone
Sta avvenendo ciò che con lo sviluppo del digitale terrestre era annunciato: una concorrenza senza esclusione di colpi per catturare pubblico più giovane, attento, ed esigente.
Il nuovo canale in chiaro SkyTg24 sarà di tipo generalista: quasi il 70% di informazione e per il resto cinema, serie tv, documentari e approfondimento. Ce n’è abbastanza per allarmare Rainews 24 – diretto concorrente di SkyTg24 nell’universo delle all news – che, lo stesso giorno dell’annuncio dello sbarco di Sky sull’offerta in chiaro, ha affidato un pacchetto di tre giorni di sciopero al Comitato di redazione emettendo un comunicato allarmatissimo.
Infatti quel progetto è davvero in alto mare. Nelle intenzioni del direttore generale Luigi Gubitosi c’è la nascita di due grandi newsroom , una formata da Tg1, Tg2, Rai Parlamento e l’altra composta da Tg3, Rai News più Tgr. Di fatto un grande Tg generalista (prima newsroom ) e di una proposta all news più corposa e agile. Ma il piano ha incontrato una forte opposizione in Vigilanza (lo scontro è ancora aperto) e resistenze vistose all’interno dell’azienda.
Cosa accadrà? Una sola cosa appare sicura. Conclusa la pagina del Quirinale, Matteo Renzi dovrebbe immergersi nel dossier Rai. Ovvero la famosa riforma dei criteri di nomina, dossier da tempo sul tavolo del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli. La futura struttura del vertice Rai è già disegnata: un amministratore delegato quasi plenipotenziario, un consiglio di amministrazione molto agile (cinque membri), un direttore generale operativo.
marco pannella annamaria tarantola
Una Fondazione che faccia da filtro tra il Parlamento e viale Mazzini, per staccare definitivamente il legame tra il Palazzo e la Rai. Una sostanziale riduzione del ruolo della commissione di Vigilanza, che ora detiene il potere di nomina del Consiglio (quindi in grado a pieno titolo di convocare Consiglio e dirigenti).
Se Renzi dovesse procedere con la stessa determinazione con cui ha condotto in porto il job’s act , si potrebbe pensare a un’approvazione del disegno di legge entro la scadenza naturale del Consiglio di amministrazione ora presieduto da Anna Maria Tarantola. Più probabile una breve proroga del cda fino a settembre, il tempo necessario per un’approvazione più tranquilla. Ma niente decreti legge. Nessun governo è mai intervenuto sui vertici Rai con un atto politicamente così traumatico. In attesa di tutto questo, e senza vincoli politici, Sky continuerà a veleggiare sul digitale terrestre. A fine 2015 il vero bilancio, e allora chissà.