Marco Giusti per Dagospia
E in chiaro in prima serata che vediamo? Tra i classici vedo che avete su Canale 27 alle 21, 10 “Flashdance” diretto da Adrian Lyne, scritto dal geniale Joe Eszterhas (“Basic Instinct”) con Jennifer Beals. E’ il musical che cambiò la storia del genere e introdusse la gara, modello che ci siamo portati avanti fino a oggi coi vari X-factor.
Ricordate “What a feeling” cantato da Irene Cara? E le musiche premio Oscar di Giorgio Moroder? Jennifer Beals vinse un provino dove arrivò di tutto, da Jamie Lee Curtis a Bridget Fonda, da Melanie Griffith a Mariel Hemingway, da Helen Hunt a Michelle Pfeiffer.
Quando balla, balla Marine Jahan. Però si inventò la maglietta senza collo che divenne iconica già nel manifesto. La storia è quella della vera lavoratrice Maureen Marder, che viene lanciata sui flani americani: “Ogni giorno, lei lavora in un mondo di uomini... Ogni notte, lei danza attraverso l’universo. Quello è il suo sogno”. Brian De Palma ci lavorò un paio di settimane, poi scappò per dirigere “Scarface”. Difficile dargli torto, però…
Rai Movie alle 21, 10 risponde con un grande film di David Cronenberg sulla mala russa in Inghilterra, “La promessa dell’assassino” con Viggo Mortensen che arriva a battersi nudo nella sauna in una scena memorabile, Naomi Watts brava ragazza in difficoltà, Armin Müller-Stahl come boss e padre dello squinternato Vincent Cassel. Copione strepitoso di Steven Knight. Uno dei migliori film di Cronenberg.
Su Canale 20 alle 21, 05 arriva “Sherlock Holmes: Gioco di ombre” di Guy Ritchie con Robert Downey jr., Jude Law, Noomi Rapace, Rachel McAdams, Kelly Reilly, Jared Harris. Leggo che per girare la scena di ballo nel campo zingari con Robert Downey Jr e Noomi Rapace, quindici secondi di film, Guy Ritchie spese tre giorni di lavorazione. Per girare questo film, la Warner impedì a Guy Ritchie di girare “Lobo”, filmone di supereroi e a Downey Jr di girare Cowboys&Aliens. Il personaggio del bombarolo, Claude Ravache, è ispirato al vero bombarolo François Claudius Koenigstein Ravachol, che venne giustiziato nel 1892.
noomi rapace robert downey jr sherlock holmes gioco di ombre
Il personaggio di Mycroft Holmes, fratello di Sherlock, è ispirato a Oscar Wilde. Non a caso lo interpreta Stephen Fry che fu un celebre Wilde. Cine 34 alle 21, 05 passa invece “L’immortale”, opera prima di Marco D'Amore con Marco D'Amore, Giuseppe Aiello, Salvatore D'Onofrio, Giovanni Vastarella, non solo il solo film legato alla serie Gomorra, ma il film che spiega che il personaggio di Ciro, dato per morto alla fine della terza stagione, è in realtà vivo.
Vediamo cosa ne scrissi quando uscì. Ciro c’è. Devo dire che c’ero caduto, ma penso anche tutti i fan di Gomorra, quando lo abbiamo visto colpito al cuore proprio da Genny e poi gettato a mare come un sacco. Ma come si fa a far morire Ciro Di Marzio, l’immortale? Invece grazie al fatto che il proiettile si è fermato a un centimetro dal cuore, ma pensa…, non solo non è morto, ma lo ritroviamo protagonista di questo film tutto suo, L’immortale, appunto, diretto dallo stesso protagonista Marco D’Amore, che lo ha scritto assieme a Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, due veterani della serie, a Francesco Ghiaccio.
Ricco di un cast di napoletani al solito bravissimi e più o meno sconosciuti, a parte l’apparizione di Nello Mascia come Don Aniello, e del russo Aleksey Guskov (Il concerto, Le confessioni) come terribile boss russo, più che uno spin-off, è un film che sembra costruito, esattamente come certe puntate della serie, con due storie che vanno in parallelo e devono scavare più a fondo nel personaggio di Ciro Di Marzio prima di traghettare il tutto verso una nuova stagione della serie.
Su Iris alle 21, 10 troviamo “Arma letale 2” di Richard Donner con Mel Gibson, Danny Glover, Joss Ackland, Patsy Kensit, Joe Pesci, Derrick O'Connor. Su Tv2000 alle 21, 15 il bellissimo “Turner” di Mike Leigh con Timothy Spall, Dorothy Atkinson, Marion Bailey, Paul Jesson, Lesley Manville. Il film è un grande affresco tragicomico di due ore e mezzo su venticinque anni della vita del celebre pittore inglese J.M.W.Turner (1775-1851), interpretato da un Timothy Spall che incontra finalmente il ruolo di una vita malgrado si esprima molto spesso con grugniti e digrignamenti di denti.
Grrr... Vinse il premio come miglior attore a Cannes. Scritto e diretto con grande intelligenza drammaturgica e rispetto storico, mentre Dick Pope, suo storico direttore della fotografia appena scomparso, cerca di ricostruire visivamente e digitalmente (ahi…) lo sguardo di Turner sui cieli e sui mari in tempesta inglesi e sulle sue osservazioni sulla luce e sul colore.
"Il sole è Dio", dirà prima di morire. Ma Mike Leigh non vuole costruire un ritrattino piccolo borghese dell'artista, punta da subito a contestualizzarlo nel suo mondo, a cavallo tra la fine di un secolo ancora classicista e le nuove invenzioni e scoperte del secolo nascente. Lo mette a confronto con gli altri pittori del suo tempo, da Constable ai preraffaelliti, con le contraddizioni di una nazione in crescita economica e culturale che deve digerire le navi negriere e la povertà.
Da subito vediamo Turner cercare di catturare i colori e la luce della natura, in Olanda come a Margate, il punto dove il sole tocca per primo il suolo britannico. E vediamo come insieme al vecchio padre, che gli fa da assistente, costruisca materialmente i suoi colori e le sue tele. Dietro la dura scorza di genio scorbutico e duro, è in realtà un uomo del suo tempo, capace di cogliere con interesse e intelligenza tutte le novità e le contraddizioni del paese e dell'arte contemporanea. Non è mai il genio isolato alla ricerca del momento di creatività.
I rapporti con gli altri pittori della Royal Academy sono uno spasso, come i dialoghi con un John Ruskin cicisbeo con madre pesante. Se vede nel padre, un grandissimo Paul Jesson, ciò che resta della sua famiglia e la prova dei suoi dolori, una sorellina morta quando aveva otto anni, una madre che non si sa come sia scomparsa, ha con le donne rapporti contraddittori e complessi.
Tratta la sua domestica, la fedelissima Hanna Denby, la strepitosa Dorothy Atkinson, una sorta di Buster Keaton silenzioso, come una specie di animale, scopandola brutalmente e trattandola come un oggetto, ma riserva a Sophia Booth, interpretata da Marion Bailey, vera moglie di Mike Leigh, un trattamento da innamorato come non ci saremmo aspettati.
jude law, robert downey jr sherlock holmes gioco di ombre
Rai 2 alle 21, 20 cerca di risollevare le sorti di una rete in grave crisi di identità con la cazzatona “Pompei”, diretto da Paul W.S. Anderson con Kit Harington, Emily Browning, Carrie-Anne Moss, Paz Vega, Kiefer Sutherland. Pieno di battute terribili, "Per le tette di Giunone!”, “Dolce Cassia”, “Parola di Quinto Appius Corvus”, è una cafonissima coproduzione americo-tedesca-canadese, scritta da Janet Scott Batchler e Lee Batchler di “Batman Forever”, da Michael Robert Johnson di “Sherlock Holmes” e, sembra, rivisto dal più istruito Julian Fellowes di “Downtown Abbey”.
L’unico che almeno si sarà letto Plinio. Il tutto è girato in Ontario, tra i castori canadesi, che non ha francamente molto della costa napoletana, anche se il regista giura di essere andato a riprendere il Vesuvio proprio da vicino. In America il film, malgrado i suoi 100 milioni di budget, è stato accolto malamente da un coro di “è dai tempi di Dante’s Peak che non si tifava così tanto per il vulcano”, “quando partono i titoli di coda l’unica soddisfazione è sapere che non ci sarà un sequel”.
Sarei meno cattivo, anche perché, con tutti i suoi difetti e le sue ingenuità, alla fine il vecchio Vulcano la parte sua la fa sempre, gli effetti speciali funzionano e qualche battuta buona il cinico senatore Corvus di Kiefer Sutherland la azzecca. Come quando alla bella Cassia che gli chiede se si può definire uno sport la mattanza dei gladiatori, risponde con un “Sport? Non è sport, è politica”. Anche se l’idea che i cittadini pompeiani vedano i romani come invasori è totalmente ridicola.
monica guerritore e gabriele lavia sensi
Ma la scena del giudice napoletano che riceve il senatore Quinto Appio Corvo, potente supertrafficone romano legato al nuovo imperatore Tito e gli propone un nuovo piano regolatore con doppio stadio sembra scritta da Travaglio. Rispetto alle tante versioni della distruzione di Pompei nel 79 d.c. a causa dell’eruzione del Vesuvio, questa cerca di mettere insieme un po’ troppo. Un inizio alla “Conan il barbaro”, con l’eroe da piccolo che vede tutta la sua famiglia distrutta dai romani cattivi, poi una storia e dei personaggi alla “Spartacus” (la serie), e una seconda parte costruita come un disaster movie alla “Titanic”.
Il tutto nella Pompei ricostruita in Canada e con il solito eccesso di scene di gladiatori che si menano. I romani, si sa, sono cattivi e sadici. Si vogliono anche pappare la bella di turno che è innamorata del nostro eroe. I buoni sono i non romani, dai celti agli stessi pompeiani, anche se i traci, chissà perché, vengono massacrati peggio che in “Totò contro Maciste” (“Vi avevo chiesto sei gladiatori traci, non sei gladiatori froci!”).
Siamo ancora nel mondo della storia romana riletta dagli stranieri con “L’ultima legione” di Doug Lefler con Colin Firth, Ben Kingsley, Aishwarya Rai, Peter Mullan, Warner Tv alle 21, 30. Passiamo alla seconda serata col film di guerra di vent’anni fa “Behind Enemy Lines” diretto da John Moore con Owen Wilson, Gene Hackman, Joaquim De Almeida, David Keith, Rai Movie alle 22, 50. Non era male, mi sa, “The Stranger”, thriller australiano diretto da Thomas M. Wright con Joel Edgerton, Sean Harris, Ewen Leslie, Jada Alberts, Steve Mouzakis, Mike Foenander, Rai4 alle 22, 50.
I fan di Monica Guerritore saranno felice di vedere l’eroina di “Inganno” decisamente più giovane, ma non per questo meno desiderabile, in “Sensi”, stracultissimo thriller di Gabriele Lavia che li vede protagonisti di una torbida storia di spionaggio. Con loro ci sono Mimsy Farmer, Lewis Ciannelli, Gioia Scola.
mel gibson danny glover arma letale 2
Il film è un miscuglione pre-pulp di “Nove settimane e mezzo” e “L’onore dei Prizzi” scritto dal geniale Dardano Sacchetti star dei poliziotteschi. Lui, Lavia, è un serial killer in fuga dallo sguarda triste che se la spassa a Roma nella casa di appuntamenti gestita da Mimsy Farmer (“sei sempre appetitosa” le fa).
Lei, la Guerritore, è una signora bene che fa la donna di piacere per hobby. Ma im realtà è una spia, un killer assoldata dalla concorrenza (boh?) proprio per fargli perdere la testa e farlo fuori. Grandi dialoghi nelle scene erotiche tra i due. “Ho voglio di mettere le mani sotto le mutandine…” – “Mi dispiace, non le ho”. Ma Lavia se ne esce anche con un geniale “Non mi sento un professionista, mi sento un fesso”.
Su Warner tv alle 23, 30 passa invece “Terminator Salvation” di McG con Christian Bale, Anton Yelchin, Sam Worthington, Bryce Dallas Howard, Moon Bloodgood. Ricordo bruttino il film di killer “Lo specialista” diretto da Luis Llosa, figlio di Vargas Llosa, con Sylvester Stallone, Sharon Stone, James Woods, Rod Steiger, Iris alle 23, 30.
E’ un giallo, ambientata tra la comunità chassidica del quartiere dei diamanti di New York “Una estranea tra noi” diretto da Sidney Lumet con Melanie Griffith, Eric Thal, Jamey Sheridan, Mia Sara, Lee Richardson. Su Cine 34 all’1, 30 la commedia scolastica che nessun ragazzo che va a scuola potrà vedere “Classe Z” diretto da Guido Chiesa con Alessandro Preziosi, Andrea Pisani, Greta Menchi, Enrico Oetiker, Alice Pagani. Bello, ma un po’ pesantone il biopic su J. Edgar Hoover diretto da Clint Eastwood “J. Edgar” con Leonardo DiCaprio, Naomi Watts, Josh Lucas, Lea Thompson, Ed Westwick, Armie Hammer, Iris all’1, 45.
Rai Movie alle 2, 25 presenta un raro film di guerra jugoslavo del 1983, “Il grande trasporto” diretto dal maestro del genere, Veljko Bulajic con James Franciscus, Steve Railsback, Edward Albert, Helmut Berger, Robert Vaughn. Assolutamente da non perdere “Panama Sugar”, avventuroso alla Bud&Terence diretto da Marcello Avallone con l’oscuro Scott Plank, il mitico Oliver Reed, Lucrezia Lante Della Rovere, Duilio Del Prete, Memé Perlini.
Su Rete 4 alle 3, 20 altra rarità, “Cuori solitari” di Franco Giraldi con Ugo Tognazzi, Senta Berger, Gianna Serra, Silvano Tranquilli. Fra i primissimi film sugli scambi di coppie girato a metà fra gli anni d’oro della commedia all’italiana e l’inizio della commedia sexy. Di fatto, Giraldi, dopo La bambolona, cerca con Tognazzi di costruire un racconto sulle depravazioni e i difetti della nuova borghesia italiana. Racconta Franco Giraldi a Luciano De Giusti, nella sua monografia sul regista, che Tognazzi aveva dei problemi con la protagonista, Senta Berger:
«Non condivideva la sua evoluzione in relazione al personaggio femminile, che era di una sessualità un po’ assopita, e che però si risvegliava sul finale. Tognazzi non sopportava il capovolgimento fra il suo ruolo e quello della Berger, soprattutto quando il suo personaggio si fa giurare dalla moglie di non aver avuto alcun rapporto adulterino. [...] Non è che non condividesse la sceneggiatura.
Si lamentava del fatto che secondo lui Senta Berger non fosse adatta per la parte. Lui avrebbe voluto Ira Furstenberg, perché lo rassicurava una donna dall’apparenza normale dal punto di vista cinematografico, più volgarotta se vogliamo. L’occhio della Berger, così incisivo, così acuto e intelligente non gli piaceva. Fu un problema per lui. Dopo, a film finito, ne rimase comunque soddisfatto. [...]
Quando uscì, come tematiche erano forse un po’ più avanti rispetto alla sensibilità del tempo. Per esempio, in Sicilia il pubblico si indignò, non apprezzando i modi sessuali così espliciti dei protagonisti. [...] Non si trattava di commedia all’italiana, magari anche audace, ma di qualcosa di più.». Chiudo con “Il primo re”, cioè il Romolo e Remo raccontato da Matteo Rovere con Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione, Massimiliano Rossi, Tania Garribba. Bello. Dette vita alla serie Romulus…
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