VIDEO - L’INTERVISTA DI “VICE NEWS” A LUZ, UNO DEI VIGNETTISTI SUPERSTITI DI “CHARLIE HEBDO”
1. SIAMO ADDOLARATI E STANCHI
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
Il primo problema lo spiega bene Luz: come continuare a fare il giornale di sempre, quello che si batte contro i simboli, una volta che Charlie stesso è diventato un simbolo: «Oscilliamo tra l’essere considerati dei provocatori e dei cavalieri bianchi in difesa della libertà di espressione». Nessuno dei due ruoli è mai piaciuto a quei virtuosi dell’(auto)derisione che sono i disegnatori di Charlie Hebdo , ma ecco il secondo problema: tra provocatori e cavalieri bianchi, la lancetta comincia a puntare di nuovo su «provocatori».
L’ultimo numero uscito il 13 gennaio si è venduto in oltre sette milioni di copie in tutto il mondo, e già quel giorno in conferenza stampa Luz — uno dei superstiti e disegnatore della copertina con Maometto — aveva avvisato che il successivo non sarebbe apparso prima del 4 o dell’11 febbraio.
luz renald luzier charlie hebdo
Quelle date però sono saltate, non si sa quando uscirà il numero 1.179. Per adesso non ci sono le condizioni, spiega Anne Hommel, la donna che da tempo gestisce l’immagine di Dominique Strauss-Kahn (che oggi va a processo a Lille), ed è stata chiamata da Richard Malka (avvocato di Charlie Hebdo e anche di DSK) a governare l’improvvisa e disgraziata popolarità planetaria. Hommel evoca il dolore e la stanchezza soprattutto psicologica di quel che resta della redazione.
funarali dei fumettisti dello charlie hebdo
L’unica certezza, dice il caporedattore Gérard Biard, è che «Charlie continua». Ma non si sa come. Luz ha concesso un’intervista video esclusiva al sito americano Vice News , resa pubblica ieri. Immagini subito drammatiche: «Ecco l’appartamento di un disegnatore dopo l’attentato — dice Luz, un bicchiere di vino in mano —: un gran caos e persiane chiuse». La telecamera inquadra le finestre oscurate dell’uomo che dal 7 gennaio è sotto scorta della polizia.
Renald Luzier detto Luz quella mattina si è salvato perché era il suo 43° compleanno, ha fatto tardi alla riunione di redazione «perché sono rimasto a letto con mia moglie, più del previsto. Mi ha preparato caffé, biscotti, le candele». Luz non ce la fa a raccontare senza singhiozzare. Traspare l’emozione per i quattro milioni in piazza a gridare «Je suis Charlie», la domenica dell’11 gennaio, ma anche la paura di farsi strumentalizzare (vedi la presenza dell’Arabia Saudita alla marcia) e il dispiacere per il sostegno mancato.
Per esempio quello del New York Times , che non ha pubblicato la nuova vignetta con Maometto, «per paura di ferire qualcuno, o magari per paura dei terroristi». Due giorni fa era stata la moglie di Luz, Camille Emmanuelle, a protestare contro la femminista Cécile Lhuillier, che su Têtu ha accusato Charlie Hebdo di essere sempre stato «omofobo, sessista e islamofobo».
Al festival del fumetto di Angoulême che si è chiuso ieri Charlie Hebdo ha ricevuto un Grand Prix speciale, e a ritirarlo è andato l’amico Jean-Christophe Menu, commosso e indignato: «Charlie non è trasformare in eroi nazionali disegnatori che sputavano sul potere, non è fare suonare le campane di Notre Dame in onore degli anticlericali». Troppa solidarietà è ipocrisia, poca è tradimento. Lo spirito Charlie cerca se stesso.
2. IL PRIMO TEST ELETTORALE PREMIA LE PEN
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
Per attribuire il seggio di deputato lasciato vacante da Pierre Moscovici, ex ministro delle Finanze diventato commissario europeo, ieri si è votato nella circoscrizione del Doubs, in Franca Contea. E ha vinto, largamente, la candidata del Front National, Sophie Montel. Si qualifica al secondo turno di domenica prossima anche il socialista Frédéric Barbier, mentre l’uomo di Sarkozy, Charles Demouge, è stato eliminato.
Era il primo test elettorale dopo gli attentati di Parigi e le grandi marce che l’11 gennaio hanno portato in strada milioni di persone ma non Marine Le Pen, a suo dire vittima dell’ostracismo degli organizzatori.
I socialisti al governo e anche l’Ump all’opposizione speravano di scivolare sull’onda di quel momento di unità nazionale, ma non è andata proprio così. A prima vista la grande emozione collettiva non ha influito sulle tendenze di fondo della politica francese: l’avanzata continua del Front National, primo partito di Francia alle europee con il 25% dei voti; la crescente popolarità della sua leader Marine Le Pen, destinata ad arrivare in testa al primo turno delle presidenziali 2017 secondo gli ultimi sondaggi; e la nuova credibilità anche degli uomini e delle donne meno conosciuti del Front National.
manifestazione a parigi sarkozy e hollande
Appena una settimana fa il sindaco Fn di Hénin Beaumont, Steeve Briois, ha ottenuto il premio di «miglior rappresentante locale dell’anno» dai giornalisti politici riuniti nel prestigioso Trombinoscope (nel 2012 l’allora premier italiano Mario Monti venne a Parigi per ricevere il titolo di «europeo dell’anno»). Il premio a Briois è l’ennesima diga anti-Fn che salta, dimostrando da un lato il nuovo radicamento in tutta la Francia di un partito a lungo centrato solo sul carisma dei Le Pen, e dall’altro la disponibilità anche dei media più istituzionali a riconoscerlo. Senza tabù.
Pierre Moscovici and Marie Charline Pacquot article A CAFA DC x
L’affermazione del Front National nel Doubs quindi non sorprende. Consigliera comunale di Montbéliard ed eurodeputata, la 45enne Sophie Montel ha raccolto la delusione dei tanti operai dell’industria automobilistica locale (gruppo Peugeot Citroën) colpiti dalla crisi, e anche lo scontento della classe media per le tasse associate all’ex deputato e ministro socialista Moscovici.
L’aspetto più interessante, adesso, non è neanche vedere se Montel vincerà il seggio domenica prossima, ma come: con o senza i voti della «destra repubblicana» dell’Ump, il partito di Nicolas Sarkozy?
Il primo ministro socialista Manuel Valls ieri si è affrettato a fare le congratulazioni al compagno di partito Barbier, «candidato ormai di tutti i repubblicani». Il premier evoca il riflesso automatico in base al quale centrodestra e centrosinistra sono chiamati a votarsi tra loro pur di sbarrare la strada al Front National: principio che vale dalle presidenziali (nel 2002 gli elettori di sinistra votarono in massa Chirac pur di fermare Jean-Marie Le Pen), alle elezioni locali.
Ma il «cordone sanitario» ormai è poco saldo, e infatti il portavoce ’Ump Sébastien Huyghe ha detto che il partito deciderà domani. Ci devono pensare, insomma. Marine Le Pen ancora una volta esulta e invita a «una grande mobilitazione patriottica» domenica per dare al Front National il terzo seggio all’Assemblée nationale.