Estratto dell’articolo di www.leggo.it
claudio amendola foto di bacco (3)
È Claudio Amendola il protagonista della nuova puntata di «Stories», la saga di interviste di SkyTG24 ai principali volti dello spettacolo. L'attore, conduttore e regista romano è stato ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci e, nella puntata in onda sabato 23 novembre alle 18.10 su SkyTG24, ha raccontato le tappe e gli aneddoti più interessanti del suo percorso.
Attore, regista e anche scrittore con il suo nuovo libro dal titolo «Ma non dovevate andà a Londra? – Un viaggio nella mia vita»: «È il racconto di un meraviglioso viaggio tragicomico – racconta Claudio Amendola – fatto nel 1974 con mia mamma, mio fratello e l’allora compagno di mia madre. Fu un viaggio alla scoperta dei paesi comunisti dell’est Europa.
Mia mamma era una fervente comunista, con il sogno che chilometro dopo chilometro ha cominciato ad infrangersi fino tramutarsi in una presa di coscienza molto dolorosa. Questo libro è lo spunto per raccontare tante altre tappe della mia vita, ma soprattutto per dire un enorme grazie a mia madre, cercare di scriverle una lettera d’amore particolare non a penna ma con i fogli di un libro […]»
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Nella lunga intervista Amendola racconta come si è avvicinato al mondo della recitazione e, nel farlo, ringrazia la perseveranza della mamma: «Mia madre aveva incontrato alla Fono Roma Franco Rossi, che è il regista di ‘Storia d'amore e d'amicizia’.
Si conoscevano, avevano lavorato insieme e allora lei gli domanda ‘cosa stai facendo?’ e Franco Rossi ‘sto impazzendo perché non riesco a trovare un ragazzo di 18 anni, romano, con un bel sorriso’. E mamma gli ha detto ‘fermati, è mio figlio da come l'hai detto’, e il regista ‘mandamelo oggi pomeriggio’. E mamma me l'ha detto per un mese e mezzo, ha insistito affinché andassi. Un giorno, per sfinimento, ho detto ‘va bene, ci vado’, ed eccomi qua».
Nel corso dell'intervista, Claudio Amendola racconta la sua infanzia, trascorsa un po' a casa della mamma e un po' a casa del papà: «Vivevo in due case, Savagnone e Amendola. Io ho vissuto a casa Savagnone con mamma fino ai 14 anni, era un luogo bellissimo, ha sempre avuto un grande gusto, era una casa piena di libri, di dischi, di sigarette, e quindi io sono cresciuto mamma: mi ha fatto vivere nel bello, me l'ha fatto vedere, me l'ha insegnato.
Casa di papà era quella di un uomo single, molto più spartana. Papà ha cominciato a guadagnare molto dopo rispetto mamma, a guadagnare bene. Quindi erano case di un mezzo scapolone, che il sabato e la domenica diventavano veramente dei kinderheim per bambini».
Tra gli altri grandi film a cui l’attore ha preso parte c’è «I mitici - Colpo gobbo a Milano» (1994): «Carlo Vanzina, il regista del film, è una delle figure più importanti della mia carriera. Io ho lavorato prima con Carlo e l'anno dopo ho fatto uno sceneggiato con il papà, Steno, pensa la fortuna che ho avuto. È un grande bagaglio, mi dispiace per quelli della generazione dopo».
Claudio Amendola parla anche della sua dipendenza dalle droghe e delle sue debolezze: «La mia dipendenza è smessa nel momento in cui ho deciso di smetterla. L’ho portata avanti per parecchio tempo ma non ci ho mai voluto combattere più di tanto, non ha mai influito sul mio lavoro e non ha quasi mai influito sui miei rapporti, anche perché chi mi è stato vicino non è che non lo sapesse.
Però io sono un godereccio, sono uno che la vita la vuole mangiare. Io l'ho detto e non mi vergogno di aver speso tutti i soldi che ho guadagnato – confessa l'attore – Molti li ho buttati però me li sono proprio goduti, ho fatto un sacco di stupidaggini e le ho pagate care»
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