VE LE MERITATE, LE SMORFIE DI GIORGIA MELONI, "REGINETTA DI COATTONIA” – MERLO INFILZA LA DUCETTA CHE TRA FACCETTE, OCCHIATINE E SMORFIE FINISCE SULLA PRIMA PAGINA DEL "WALL STREET JOURNAL" - "RACCONTA LA GOFFAGGINE POLITICA DELL’ITALIA CHE SBRACA. DAL BANCO DEL GOVERNO CHIAMA GLI AVVERSARI “RAGAZZI” E SI GIUSTIFICA CON IL “NOI ROMANI DICIAMO COSÌ” CHE È L’ALBERTO SORDI COME RISORSA. MA PIÙ CHE ALBERTONE SEMBRA BONOLIS. E “SO’ RAGAZZI” È IL MOTTEGGIO SATIRICO RESO POPOLARE DA "STRISCIA". CERCANDO INVANO LA POSTURA ISTITUZIONALE, MELONI FINISCE SULLE PRIME PAGINE NON PERCHE' NASCONDE LE FACCE MA PERCHE' MOSTRA LA SUA..."

-

Condividi questo articolo


Francesco Merlo per la Repubblica - Estratti

MELONI WALL STREET JOURNAL MELONI WALL STREET JOURNAL

Quella raccontata dalla fisiognomica è la Giorgia Meloni più autentica. Le mossette e le occhiatine, gli urli, i silenzi e le risatine sono il suo meglio. E, infatti, sulla prima pagina del Wall Street Journal c’è finita così, nella sua versione più buffa e più vera, con la faccia nascosta sotto la giacca, a mimare la simpatia istituzionale che non riesce a suscitare, reginetta di Coattonia alla Camera dei deputati.

 

È così la nostra presidente: quando non si sente amata cerca la familiarità degli avversari. Dal banco del governo li chiama “ragazzi” e si giustifica con il “noi romani diciamo così” che è l’Alberto Sordi come risorsa, l’imitazione del romanaccio sguaiato che, non potendo fare “dandaradaradaradan”, si butta nella smorfiosaggine. Ma più che Albertone sembra Bonolis quando si nasconde il viso sotto la giacca. E “so’ ragazzi” è il motteggio satirico che rese popolare Enzo Iachetti a Striscia la notizia.

ASTUCCIO ROSA DI GIORGIA MELONI ASTUCCIO ROSA DI GIORGIA MELONI

 

Ci sono il disagio e l’insicurezza dell’Italia istituzionale dietro il grottesco di una foto che ha fatto il giro del mondo perché accarezza lo stereotipo dell’Italietta espressiva e pittoresca della commedia dell’arte.

 

All’estero era chiamata “commedia italiana” e fu il primo teatro con attrici donne scritturate: nessun copione, ma solo la ricerca della risata con le facce, proprio come mercoledì alla Camera provava a fare Giorgia Meloni. Il dibattito era grave e pesante, ma per ogni espressione il presidente Meloni cambiava faccia.

 

MELONI WALL STREET JOURNAL MELONI WALL STREET JOURNAL

E ci vorrebbe un pittore, un artista impegnato, come per esempio l’incappucciato Banksy, che raccontasse sui muri di Roma la faccia dell’Italia, e cioè le cento e mille maschere della Meloni che alla Camera cercando la scienza di Petrolini e di Totò, trovava invece soltanto le mosse, come la romanissima scimmietta di Trilussa che “con un’aria d’importanza, /se mise a sede, fece la svenevole, / guardò er soffitto e se grattò la panza. / — Brava! — strillò er fotografo — Benone! / Questo, pe’ fa’ cariera, basta e avanza: sei nata propio co la vocazzione! / Se allarghi mejo certi movimenti / chissà che artista celebre diventi!”.

giorgia meloni alla camera giorgia meloni alla camera

 

Ecco perché Giorgia seduce gli americani ed ecco perché Biden la bacia in fronte, perché le sue smorfie raccontano la goffaggine politica dell’Italia che albertosordescamente sbraca, proprio come piace a loro. Berlusconi ci provava e ci riusciva con le gag, non un compendio politico, ma una sequela di battute al limite della licenza e qualche volta della decenza. Meloni ci prova con le facce. Berlusconi sapeva che “il segreto dell’autorità è — come diceva Benjamin — non deludere mai”.

 

(...)

 

giorgia meloni alla camera giorgia meloni alla camera

E cercando invano la postura istituzionale, Meloni si rifugia poi sempre e solo nella romanità, nel romanesco di default come unica egemonia culturale, con la pronuncia strascicata dell’“italiano sfatto” non de destra, ma de Roma, che “non è — spiegava Tullio De Mauro — un dialetto, ma un modo di pronunciare” per coprire l’imbarazzo di non essere compos sui in modo naturale, come Mario Draghi, come il presidente Mattarella, ma anche com’erano Gianfranco Fini e Giorgio Almirante, come ci stava da presidente del Senato Marcello Pera, o come rappresentava l’istituzione Adriana Poli Bortone, come i coniugi Tatarella, e poi in Forza Italia c’erano la Moratti e Mara Carfagna.

LE FACCE DI GIORGIA MELONI - CONFERENZA STAMPA DI INIZIO ANNO 2024 LE FACCE DI GIORGIA MELONI - CONFERENZA STAMPA DI INIZIO ANNO 2024

 

Datele una postura istituzionale e Giorgia Meloni solleverà il mondo, datele un abito che “faccia” il monaco e la sua foto finirà sulla prima pagina dei più autorevoli giornali internazionali non perché nasconde le facce ma perché mostra la sua.

francesco merlo francesco merlo

IL WALL STREET JOURNAL ATTACCA GIORGIA MELONI IL WALL STREET JOURNAL ATTACCA GIORGIA MELONI meme su giorgia meloni 2 meme su giorgia meloni 2 meme su giorgia meloni 1 meme su giorgia meloni 1 GIORGIA MELONI IN PRIMA PAGINA SUL WALL STREET JOURNAL GIORGIA MELONI IN PRIMA PAGINA SUL WALL STREET JOURNAL

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BUM! QUANDO LA PITONESSA STRIZZAVA I CERVELLI! - SU UN ANTICO NUMERO DEL RINOMATO MENSILE DI ARREDAMENTO "AD", SPICCA UN SERVIZIO NEL QUALE SI LEGGE: "DANIELA E PAOLO SANTANCHÈ […] LEI È UNA PSICHIATRA CHE LAVORA NELLA COMUNICAZIONE, LUI È UN CHIRURGO DELLE DIVE" - PARE CHE PER UN CERTO PERIODO, VANTANDO UN’INESISTENTE LAUREA IN PSICOLOGIA, DANIELONA ABBIA RICEVUTO, NELLO STESSO STUDIO MILANESE DELL’ALLORA ANCORA MARITO PAOLO SANTANCHE’, PAZIENTI CHE NON ACCETTAVANO IL PROPRIO ASPETTO - SAREBBE ANCHE L’UNICO PERIODO IN CUI LA PITONESSA AVREBBE USATO IL PROPRIO COGNOME CON TANTO DI TARGA SULLA PORTA, ''DOTTORESSA GARNERO, PSICOLOGA''...

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…