YOGA O SFOGA? - L’ISOLA DI KOH PHANGAN, NEL SUD DELLA THAILANDIA, E’ IL REGNO DEL SANTONE RUMENO SWAMI VIVEKANANDA SARASWATI - CON LA SCUSA DEL SESSO TANTRICO, SWAMI CONVINCE LE “ALLIEVE” A FARSI PENETRARE SENZA PRESERVATIVO, PER “SENTIRE TUTTI I CANALI SOTTILI” - IL “MAESTRO” SEMBRA PIU’ ATTENTO A DOVE INSERIRE IL SUO “FALLO DI SHIVA” E AI CHAKRA-VIAKRA CHE ALLA SPIRITUALITA’…

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Raimondo Bultrini per "la Repubblica"

vivekanandavivekananda

Sulla bella isola di Koh Phangan, nel Sud della Thailandia, fra le foreste millenarie sopravvissute alle ruspe dei resort, migliaia di persone accorrono per festeggiare la luna piena, stordendosi fino all'alba di musica, alcol e qualche fungo allucinogeno, che cresce sulle feci degli elefanti. Jessica, ex shampista italiana (il nome è ovviamente di fantasia), è sbarcata qui per imparare lo Yoga, l'antica arte del coordinamento tra il corpo, la mente e lo spirito.

SWAMI VIVEKANANDA SARASWATISWAMI VIVEKANANDA SARASWATI

Attratta dalle informazioni ricche e dettagliate di un sito web, fra i tanti ashram, o centri locali che offrono su Internet i corsi tradizionali, ha scelto una scuola chiamata Agama, fondata e diretta da un "ascetico santone" - o almeno così lei lo immaginava - di 58 anni detto Swami Vivekananda Saraswati.

«Non sapevo niente del guru, o santone, come vuole definirlo - dice oggi Jessica - nemmeno che non fosse indiano bensì rumeno e in realtà si chiamasse Narcis Tarcau. Però dalle cose che spiegava online, sembrava leggermi nei pensieri: offriva di sviluppare il Cuore spirituale, non solo con tecniche "di ginnastica" del corpo, ma con insegnamenti antichi dell'India e del Tibet, dei mistici cristiani, dei taoisti, dei sufi. Se imparavi ad aprirti spiritualmente - prometteva - potevi diventare anche tu un Maestro, e fondare un centro Agama ovunque volevi».

SWAMI VIVEKANANDA SARASWATISWAMI VIVEKANANDA SARASWATI

Già molti Agama Yoga sono proliferati in questo modo, da Israele all'America all'India, suscitando seri problemi rispetto ai metodi decisamente non ortodossi dello Swami, un titolo in genere assegnato a sanyasi o astinenti, a chi ha rinunciato a tutto per votarsi alla vera vita spirituale secondo l'induismo.

Che poi la ricerca di tanta "ascesi" prevedesse prestazioni sessuali contrabbandate per "riti tantrici", e unioni con il rumeno signor Tarcau, alias "il Maestro", e con i suoi accoliti, Jessica e centinaia di altre malcapitate lo avrebbero presto scoperto. Nella sola Phangan ci sono quattro sedi, che portano introiti turistici notevoli all'isola, infatti studenti e candidati insegnanti da tutto il mondo devono arrivare proprio qui per laurearsi dopo almeno 500 ore di corso, come pretendono le federazioni internazionali di Yoga delle quali Agama fa parte.

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La vicenda di Jessica la shampista era iniziata in Italia l'anno precedente con le prime lezioni di yoga nel centro Misa, (Movimento per l'integrazione dello spirito nell'assoluto). Non a caso anche questo fa capo a un guru rumeno, tale Greig, al secolo Gregorian
Bivolaru, ora indagato dalla procura di Firenze che contesta i reati di associazione a delinquere, riduzione in schiavitù, tratta di persone e violenza sessuale continuata.

Lì Jessica aveva notato uno strano rapporto tra le allieve e l'insegnante, perciò aveva cercato su Internet un'alternativa: non sapeva che anche lo Swami Vivekananda di Koh Phangan, nella lontana Thailandia, fosse rumeno. Di più: era stato il primo discepolo e socio di Bivolaru.

Sull'Isola Jessica trovò centinaia di giovani della sua età, tra i 17 e i 24 anni, richiamati dalle molte offerte dei corsi, dalla danza indiana all'astrologia, metafisica, parapsicologia, chiropratica. Ma il principale - così veniva descritto - era un percorso intensivo verso il vero Io, detto il cuore spirituale personale e dell'universo, partendo dalle più semplici posizioni di yoga e le respirazioni pranayama. Il tutto a due passi dal mare, tra enormi felci, palme e profumo di frangipane.

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Assieme ai principianti si aggiravano alcuni anziani, ricorda Jessica: «Imparai a riconoscere gli "insegnanti", perché camminavano sicuri di sé e diritti, degnandoti al massimo di sguardi per le tue fattezze fisiche. Presto venni a sapere che quasi tutti praticavano riti sessuali "tantrici" senza protezioni».

Quanto al "sesso tantrico", secondo gli stessi manuali teorici distribuiti ai praticanti, è affidato all'uomo e al suo "lingam" - il fallo di Shiva - il compito di dare piacere alla Yoni - la vagina - e in generale alla partner femminile il più a lungo possibile senza eiaculare, così da preservare l'energia attraverso i canali sottili invisibili e i cosiddetti chakra. In questo si dice sia specializzato il fondatore di Agama, Narcis Tarcau.

Secondo una ex insegnante del centro, che non vuole far sapere il suo nome, «il rischio è quello del lavaggio del cervello, effettuato - dice - con una tecnica di livelli di "iniziazione" ai cosiddetti Tantra più elevati, fino all'esperienza della suprema unione
con l'assoluto. Ma sono metodi copiati da pratiche religiose del tutto fuori dal loro contesto, specialmente in un centro Yoga aperto a tutti dove paghi l'illuminazione un tot all'ora, e dove ti convincono a cambiare partner per "liberarti da ogni attaccamento mondano"».

Daniel Reid, autore di un bestseller chiamato Il Tao della salute, del sesso e della longevità, spiega che «non esiste in realtà una cosa chiamata sesso tantrico, poiché le tecniche di ritenzione del seme sono di origine taoista, e nei tantra indiani o tibetani sono utilizzate in contesti super ristretti e dietro istruzioni verbali».

Eppure Jessica rivela che è stata vicina a provare gli effetti di tanta maestria vantata dallo Swami rumeno,nonostante la differenza di età e il corpo appesantito di lui. «Però, quando mi ha chiesto di penetrare senza preservativo per "sentire tutti i canali sottili senza impedimenti", gli ho detto che non se ne parlava nemmeno... Lì mi fu chiaro tutto - racconta - Ma se io l'ho capito, non vuol dire che lo stesso valga per chiunque».

 

 

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