Rory Cappelli e Giuseppe Scarpa per “la Repubblica”
Lui adesso sostiene che si sia trattato di un raptus, di un momento di follia. Tanto che la settimana precedente all’omicidio non si era fatto vedere o sentire, come ha confermato anche Alessandro, il nuovo fidanzato di Sara. L’uomo voleva allontanarsi, anche perché «ufficialmente lei non mi ha mai detto che c’eravamo lasciati: l’avevo solo intuito».
Ma per gli inquirenti Vincenzo Paduano, il 27enne vigilante che all’alba di domenica ha brutalmente assassinato in via della Magliana l’ex fidanzata, Sara Di Pietrantonio, dando anche fuoco alla sua macchina, quella settimana gli era servita per pianificare il delitto nei minimi dettagli.
SARA DI PIETRANTONIO E VINCENZO PADUANO
Anche il fatto che abbia cancellato tutti i messaggi scambiati con la ragazza — alcuni l’avrebbero spinta a dire a un’amica: «Prima o poi mi farà qualcosa di brutto» — per gli investigatori rafforza questa tesi. Così come la scelta, nelle ore del delitto, di lasciare il cellulare sul posto di lavoro, che comunque deve ancora essere esaminato a fondo. E ancora: Paduano ha gettato lo smartphone di Sara tra i cespugli, dove è stato trovato lunedì mattina da un operatore dell’Ama: cosa ha fatto prima di buttarlo via? Ci sono dati recuperabili?
SARA DI PIETRANTONIO VINCENZO PADUANO
Il killer racconta che per quei sette giorni di silenzio «avevo evitato di accedere a WhatsApp per non avere la tentazione di controllarla: ma sabato non ho più resistito». E così aveva monitorato chi, tra gli amici di Sara, fosse connesso alla stessa ora per capire quali fossero le persone con cui stava chattando. La rabbia l’aveva spinto da lei, sabato pomeriggio, poche ore prima di ucciderla. Avevano discusso, anche la madre era in casa, li aveva visti, li aveva sentiti.
Intanto ieri la pm Maria Gabriella Fazi — che in tarda mattinata, in procura, ha incontrato la madre di Sara Di Pietrantonio — ha chiesto la convalida del fermo per omicidio volontario premeditato e stalking, ha sollecitato il rito immediato (a meno che lui non chieda l’abbreviato) e ha anche disposto l’autopsia sul corpo della ragazza. Assegnando il compito a un pool composto da un medico legale, un radiologo e un tossicologo, che già ieri hanno iniziato gli esami preliminari, eseguendo una tac per verificare se la ragazza, prima di essere data alle fiamme, sia stata colpita alla testa o strangolata. Le fiamme infatti erano circoscritte intorno al suo corpo, come se non si fosse mossa dopo aver preso fuoco.
L’interrogatorio di garanzia di fronte alla gip Paola Della Monica e anche alla pm Maria Gabriella Fazi, si terrà questa mattina nel carcere di Regina Coeli. Gli inquirenti intanto stanno controllando le telecamere di videosorveglianza sul luogo di lavoro di Paduano per ricostruirne con esattezza movimenti e orari.
Adesso l’ex vigilante, che ha passato la prima notte in carcere con un altro detenuto, è stato trasferito in una cella singola in un’ala dove si trovano soltanto una decina di detenuti, sorvegliato a vista 24 ore su 24. Avrebbe detto di avere «paura», di essere «spaventato» dalla situazione e da eventuali «ritorsioni».
SARA DI PIETRANTONIO VINCENZO PADUANO
Eppure, prima, la paura cercava di metterla lui. Emanuele, primo fidanzato di Sara, ha raccontato alla pm Fazi: «Sara mi aveva detto che non ci saremmo più potuti vedere né sentire perché Vincenzo era gelosissimo. Era cambiata tanto da quando stava con lui».
Stasera alle 19 ci sarà una fiaccolata in suo ricordo organizzata da amici e parenti, che si ritroveranno sotto casa della ragazza: «Un’occasione pacifista» si legge sulla pagina Facebook dedicata all’evento «per ricordare Sara e tutte le donne vittime di violenza».