BRUTTE NOTIZIE PER I "GASTRONAZIONALISTI": È IN ARRIVO IL LIBRO "LA CUCINA ITALIANA NON ESISTE", DI ALBERTO GRANDI E DA DANIELE SOFFIATI, PER SFATARE "BUGIE E FALSI MITI SUI PRODOTTI E I PIATTI COSIDDETTI TIPICI" DEL NOSTRO PAESE: "GLI ITALIANI MANGIAVANO POLENTA E MORIVANO DI FAME, NON SI NUTRIVANO COME QUALCUNO VUOLE FARCI CREDERE" - "LA NOSTRA CUCINA NASCE DALLA CONTAMINAZIONE CON QUELLE DI MOLTI ALTRI PAESI E SI È ARRICCHITA SOLO NEGLI ULTIMI 60 ANNI" - SIAMO OSSESSIONATI DALLA “TRADIZIONE” IN CUCINA SOLO PERCHE'...

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Estratto dell'articolo di Luigi Gaetani per "la Repubblica"

 

LA CUCINA ITALIANA NON ESISTE DI alberto grandi E daniele soffiati LA CUCINA ITALIANA NON ESISTE DI alberto grandi E daniele soffiati

[…] Alberto Grandi […] con Daniele Soffiati ha scritto La cucina italiana non esiste , uscito ieri per Mondadori. Il libro promette di sfatare «bugie e falsi miti sui prodotti e i piatti cosiddetti tipici», cosa che i due autori fanno anche nel podcast Gedi “Doi Denominazione di origine inventata”. […] Grandi […] insegna Storia del cibo a Parma e che qualche anno fa osò mettere in discussione la carbonara. «Un giornalista romano mi disse: alla fine dell’intervista le metto le mani addosso. Avevo detto una cosa che ora è sdoganata, cioè che è un piatto più americano che italiano, che di fatto la prima ricetta fu pubblicata negli Usa».

 

Le presunte tradizioni della nostra gastronomia sono tante, tutte inviolabili: «Toccare un mito della cucina italiana e metterne in discussione le radici centenarie, o millenarie, è visto come un affronto – prosegue Grandi – Anche se noi non critichiamo mai la qualità di questi piatti». Per sfatare i falsi miti serve dimostrare, dati alla mano, quanto siano inverosimili: «Cerchiamo di spiegare – dice Soffiati – come fosse impossibile che gli italiani, che mangiavano polenta e morivano di fame, potessero nutrirsi come qualcuno vuole farci credere ». Un popolo costretto a emigrare in massa verso l’America.

alberto grandi daniele soffiati alberto grandi daniele soffiati

 

È lì che gli italiani hanno conosciuto «una nuova varietà di cibi, hanno iniziato davvero a mangiare la carne, hanno scoperto una cucina che poi ha iniziato a contaminarsi e a diventare più ricca», prosegue Soffiati. Vale anche per il pomodoro. Perché da noi la salsa un tempo era una rarità. «Il pomodoro è due volte americano – precisa Grandi – È americana la pianta e pure l’uso della salsa come base della nostra cucina. Gli italiani la scoprono Oltreoceano, grazie all’industrializzazione che si è impossessata del settore. Anche la pizza diventa rossa in America, prima era una focaccia, a volte con dei pezzi di pomodoro».

 

PIZZA PIZZA

[…] Quindi la cucina italiana “autentica” non esiste? «Per come la intendono i gastronazionalisti, no – spiega Soffiati – La nostra cucina nasce dalla contaminazione con quelle di molti altri Paesi e si è arricchita solo negli ultimi 60 anni». E poi c’è il marketing. La seconda parte del libro è dedicata a sfatare le leggende legate a personaggi storici ai quali è attribuita la passione per ricette e prodotti.

 

pasta 3 pasta 3

[…] Ma perché, negli ultimi anni, tra gli italiani è nata questa fissazione per la “tradizione” in cucina? Secondo Grandi il motivo è che «non ci è rimasto molto altro. Siamo un Paese in crisi identitaria e il cibo è una delle nostre poche bandiere. E poi è funzionale alla retorica di una certa parte politica: tutto il mondo ci assedia e vorrebbe farci abbandonare il nostro straordinario cibo per mangiare insetti o carne coltivata». Cosa salvare, allora, della cucina italiana? «La vera forza della nostra tradizione gastronomica sta nella capacità di mescolare e fare nostri tradizioni e ingredienti diversi, con semplicità».

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