"HO UN B&B ALLE CANARIE MA TENGO IL POSTO ALL'ATAC"
Lorenzo De Cicco per il Messaggero - Roma
«Qui è un paradiso, c'è il sole tutto l'anno, ma tante isole sono stupende, vogliamo parlare della Sardegna?». Direttamente da Puerto Rico de Gran Canaria, T. G., la capostazione dell'Atac «in malattia» dal marzo 2020, col B&B nelle isole subtropicali, non sembra troppo sorpresa dalla telefonata del cronista. La partecipata dei trasporti del Campidoglio, dopo un anno e mezzo di referti medici (e soprattutto, dopo la scoperta dell'attività parallela come proprietaria di una casa vacanze vista oceano), ha deciso di metterla alla porta: «Ma ho tutti i certificati in regola», replica lei, col tono di una che non si darà per vinta.
Il soggiorno a Las Palmas con lo stipendio dell'Atac? È stata tutta una coincidenza, dice lei. «Mi sono rotta la gamba qui, pensi, appena arrivata sull'isola, all'inizio del 2020. Una casualità. Sono scivolata dalle scale, stavano facendo alcuni lavori». Quindi è in malattia da un anno e mezzo per una frattura? «Che devo fare, purtroppo... Adesso sto facendo la fisioterapia. Con la pandemia qui si era bloccato tutto, ancora stiamo in allerta 4 per il Covid, non ho potuto iniziare prima. Ho anche la spalla storta! Ho il gesso».
Ma su Whatsapp sfoggia come immagine del profilo una bella foto con vista sul porto di Gran Canaria, e il gesso non c''è... «È una foto vecchia, di qualche anno fa». Sarà una riabilitazione lunga? «Mi ha beccato che sono uscita dalla terapia acquatica (la telefonata è alle 9 di sera, ndr), ma ho almeno altre 15 sedute. Sa, decide l'ortopedico, perché ho ripreso ora le cure». Alle Canarie non è arrivata proprio per caso. «Ho due case di proprietà. Il mio compagno è spagnolo, ma lui gira per il mondo, è pilota».
Lei invece è stipendiata per passare il turno nelle stazioni delle ferrovie e della metro, a Roma. Che c'entra il B&B in un arcipelago dell'Atlantico? «Ho una casa vacanze, registrata con tutti i permessi, ma con la pandemia non è facile affittare. Non affitto più». In realtà sulla pagina della struttura, dove compariva fino a ieri mattina il numero di cellulare della capostazione, ci sono annunci recenti, l'ultimo è del 2 agosto. Tra le foto di una jacuzzi, di un brindisi sulla terrazza fronte mare, della piscina a sfioro. «Sì, ma quella della foto non è la piscina reale. È mia figlia che mi aiuta, fa marketing».
Farà ricorso contro l'Atac se procedono con la sospensione e poi col licenziamento? «Innanzitutto all'Atac devono dire le cose vere - ribatte la capostazione - Perché i certificati medici ci sono, non capisco cosa abbiano contestato». Messaggio chiaro: il posto se lo tiene stretto. «Vedremo se applicano la legge oppure no. Io per il momento sono concentrata solo sulla mia salute. E ho un bel panorama per rimettermi, no?».