Estratto dell'articolo di Guido Olimpo per www.corriere.it
Cinque punti sull’omicidio del rabbino Zvi Kogan negli Emirati:
1) Fonti israeliane, fin dalle prime ore, hanno lanciato sospetti su una cellula composta da uzbeki, forse reclutati dall’Iran. Elementi, poi, fuggiti in Turchia. Il delitto, secondo questo scenario, sarebbe una rappresaglia da parte degli ayatollah per il bombardamento subito. […]
2) L’auto della vittima è stata ritrovata ad Al Ain, cittadina a 150 chilometri da Abu Dhabi e vicina al confine con l’Oman. Una località già emersa nel sequestro da parte degli iraniani di un oppositore, Jamshid Sharmahd. Portato in patria, condannato a morte, è deceduto qualche settimana fa. Il rabbino Kogan doveva essere trasferito all’estero? Oppure hanno lasciato la sua vettura per depistare?
3) All’inizio di ottobre c’era stato un allarme (non ufficiale) su possibili rischi per gli israeliani a Dubai.
4) Il piccolo Stato del Golfo è sorvegliato in modo ferreo, le telecamere di sicurezza sono ovunque, dai taxi agli ascensori degli hotel. […]
5) Le autorità locali sono rimaste per ora caute: prendono tempo, indagano in ogni direzione, considerare qualsiasi matrice (politica, personale, vendetta); c’è ovviamente imbarazzo anche se sono consapevoli che il loro territorio è terra di sfide tra intelligence. Lasciano fare a patto che tutto avvenga senza compromettere l’immagine e il ruolo di luogo sicuro per affari, vacanze, incontri.
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