Nicola Rotari per https://corrieredelveneto.corriere.it/
amir kudin il poliziotto morto nello scontro tra due volanti a roma monte mario
A dicembre sarebbe tornato in Veneto, come rinforzo per la questura di Treviso. Un trasferimento chiesto per stare più vicino alla madre Vesna e alla sorella Tajma, ma soprattutto alla fidanzata Anna, trevigiana di Canizzano, che avrebbe sposato a breve. Sarebbe tornato anche a giocare e probabilmente a concludere la sua carriera sportiva proprio nella società di rugby di Paese, una realtà che lo aveva visto crescere, da quando aveva 8 anni, fino al professionismo alle porte della Nazionale.
Lo schianto
I sogni e il futuro di Amar Kudin, poliziotto e rugbysta trevigiano di 32 anni, sono però svaniti all’alba di ieri, alle 4.40: mentre era di pattuglia a Roma, a bordo di una volante, è rimasto vittima di un tragico incidente stradale contro un’altra volante.
Lo schianto in via dell’Acquedotto del Peschiera, all’incrocio con viale dei Monfortani, è stato terribile: ha coinvolto una pattuglia della polizia che stava intervenendo per sedare una rissa e un’altra del distretto di Primavalle, di cui Kudin faceva parte, che stava portando in questura un fermato. Nello schianto una delle due auto si è ribaltata: Kudin è morto sul colpo e altri tre colleghi sono rimasti feriti, tra cui i due conducenti dei veicoli.
La passione per lo sport
La famiglia del 32enne è originaria di Makarska, in Croazia: nei primi anni ‘90, con lo scoppio della guerra nell’ex Jugoslavia la madre Vesna, dopo la morte del marito nel conflitto, si è trasferita a Paese con i due figli, riuscendo a dare loro un futuro, lontano dall’odio e dalle bombe.
Quella di Kudin è una famiglia benvoluta, integrata anche grazie alla palla ovale. Nel suo ruolo di tallonatore il giovane è stato una promessa su cui la Benetton rugby aveva subito messo gli occhi. In biancoverde era approdato nella stagione 2010/11 nella squadra Under 20, per poi farvi ritorno nella stagione 2014/15, collezionando sei presenze con i Leoni, quattro in Champions Cup e due nell’allora Guinness Pro 12.
Nella sua carriera ha vestito anche le maglie del San Donà, del Mogliano, delle Fiamme Oro e della Nazionale Italiana Under 20. Nel 2015, con il passaggio alle squadra capitolina, ha intrapreso anche la professione di poliziotto, continuando a giocare a rugby nel Civitavecchia, in Serie A. Una volta conclusa l’attività sportiva si sarebbe dedicato interamente alla divisa.
Le condoglianze
La tragedia ha destato il cordoglio di tutte le figure istituzionali più importanti, dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla premier Giorgia Meloni, dai ministri al presidente del Veneto, Luca Zaia. Ma è il mondo del rugby a stringersi idealmente intorno alla famiglia di Kudin, che vive a pochi passi dal municipio di Paese. Il presidente della Federazione italiana rugby, il trevigiano Andrea Duodo, ha disposto un minuto di silenzio su tutti i campi d’Italia nel fine settimana. E non poteva mancare un pensiero della Benetton rugby, società che aveva permesso al 32enne di arrivare al professionismo.
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«A tutti i suoi cari vanno le più sentite condoglianze e un grande abbraccio da parte della famiglia biancoverde», ha detto commosso il presidente Amerino Zatta. Grande dolore anche per il Paese rugby, che per Kudin rappresentava una famiglia. «Lo conoscevo fin da bambino — rivela il presidente Pierluigi Pozzebon — lo aspettavamo, speravamo che a breve sarebbe tornato a giocare con noi». Un compagno di squadra avrebbe dovuto fargli da testimone in occasione dell’ormai prossimo matrimonio. La sua squadra, gli amici, i compagni, si preparano purtroppo a dirgli addio.