Da “corrieredelveneto.corriere.it”
Dovrebbe essere la «città dell’amore». Quello di Romeo e Giulietta. E di quello, forse, lo è. Ma gli «altri» amori, parafrasando Shaskespeare, per qualcuno è meglio che stiano al «di fuor di queste mura». Qualcuno che il distinguo tra quello che ritiene essere l’«amore sacro» e l’«amor profano» lo fa su un personalissimo codice che contempla la violenza.
E quel «codice» lo ha fatto valere la sera di Capodanno. «A Verona sono stato sempre benissimo, fino a quella notte...». Piermario ha 33 anni. È un barman che, in riva all’Adige, lavora. È un pezzo di marcantonio, Piermario. Alto, «piazzato».
E ha un amore, di quelli importanti. Un amore che ha portato a una convivenza. Un amore con un altro uomo. Convive con il suo compagno a Cremona, Piermario. Ma Capodanno avevano deciso di passarlo qui. Niente di più romantico di Verona, hanno pensato. Ma già pensare a come è finita tra Romeo e Giulietta dovrebbe far riflettere.
Figurarsi se l’amore in questione è tra Romeo e Romeo. E infatti l’ultimo dell’anno di Piermario è finito prima in pronto soccorso e poi dai carabinieri. Già, perché il barman bresciano ha avuto la «sprovvedutezza » di lasciarsi andare a qualche effusione con il suo compagno in corso Porta Nuova. E ai baci sono susseguite le botte.
Quelle che Piermario ha incassato da due ragazzi che prima li hanno insultati e poi aggrediti. «Quando ci hanno visto - racconta - hanno cominciato a insultarci. Subito ho pensato che scherzassero. Il tempo di capire che facevano sul serio e mi sono arrivati da dietro. Uno mi ha tirato un pugno in faccia, l’altro mi è saltato addosso...». Piermario ha cercato di colpirli per difendersi. Il suo compagno lo ha trascinato via. I due aggressori sono andati via, diventando evanescenti. Il barman è finito in ospedale. Prognosi di 11 giorni. Poi dai carabinieri a sporgere denuncia.
«Sono stati gentilissimi. Hanno chiamato subito l’hotel di corso Porta Nuova alla cui altezza è avvenuta l’aggressione per avere i filmati delle telecamere esterne e loro avevano già salvato le immagini...». Sono stati ripresi e immortalati nella loro violenza, gli aggressori di Piermario. Lui si è rivolto a un avvocato di Cremona che seguirà la vicenza.
E al suo fianco ha anche Arcigay Verona che si costituirà parte civile nell’eventuale processo. «Non sono un ragazzino, ma una cosa del genere non mi era mai successa. Non vengo da metropoli incredibili, eppure né a Brescia né a Cremona ho subìto aggressioni. Quando ho terminato con ospedale e carabinieri ho voluto continuare la serata del Capodanno come se nulla fosse.
Non volevo che quella cosa mi rovinasse la serata. Ma il giorno dopo il risveglio è stato di dolore e di paura. Il dolore delle botte e la paura per quella cattiveria. Per giorni io che sono grande e grosso ho avuto paura di ogni persona che incontravo, perché continuavo a vedere la faccia di quei due...».
Uno, Piermario, che quella paura non l’aveva mai conosciuta. «A Cremona dove vivo tutti ci conoscono e ci rispettano come coppia. La mia famiglia mi ha sempre sostenuto e non mi ha mai giudicato...».
Quei pugni e quelle botte sono stati gli ambasciatori di un’intolleranza che lui non aveva mai conosciuto sulla propria pelle. Ha deciso di denunciare non solo alle forze dell’ordine, Piermario. «Voglio che tutti sappiano cosa è accaduto, perché una cosa del genere non succeda più. Io sono fisicamente piazzato e quei due più di tanto non mi hanno fatto. Ma se al mio posto ci fosse stato un ragazzino più esile poteva finire molto peggio...». In quella Verona «città dell’amore » dove, a Capodanno, per lui e il suo compagno qualcuno ha deciso che l’amore non avesse casa.