Sandro De Riccardis, Luca De Vito per la Repubblica
INIZIO DEL ROGO NEL GRATTACIELO A MILANO IN VIA ANTONINI
Un mozzicone di sigaretta lanciato da uno dei piani superiori. Potrebbe essere la causa più classica e come in questo caso devastante, ad aver innescato l'incendio che ha trasformato in una gigantesca torcia di fuoco il grattacielo di via Antonini. Quella della cicca di sigaretta spenta male viene al momento considerata dagli investigatori l'ipotesi più probabile tra le diverse che vengono valutate come causa del rogo che ha incendiato le vele del palazzo in 15 minuti e cha ha distrutto completamente 14 appartamenti.
palazzo di via antonini a milano a fuoco 9
Da tempo, in condominio, era in corso una "guerra delle sigarette", con diversi residenti in protesta per i mozziconi lasciati cadere dall'alto. L'ipotesi su cui si stanno concentrando gli investigatori - coordinati dalla pm Marina Petruzzella e dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano - è che a prendere fuoco per primi siano stati i sacchi di roba inutilizzata ammassata sul terrazzino dell'appartamento al 15esimo piano: nel sopralluogo della procura e dei vigili del fuoco è invece stato trovato sul balcone un enorme ammasso di rifiuti, oggetti e materiale plastico andato completamente distrutto nel rogo, proprio nel punto dove i video dei passanti hanno documentato aver avuto origine l'incendio.
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Il problema dei mozziconi lasciati cadere dai balconi ha tenuto banco per anni tra gli inquilini della torre. Gli investigatori hanno raccolto testimonianze e documenti sulle lamentele di diversi coinquilini, ma anche su piccoli incendi nel palazzo che fortunatamente sono stati domati in tempo. Uno, un paio di anni fa, cagionato proprio da una sigaretta caduta dai piani alti che ha dato fuoco al materiale sui balconi ai piani più bassi.
Acquisita in procura anche una lettera all'amministratore di condominio di una residente al piano terra che si lamentava del continua presenza di cicche finite nel suo cortile. Al centro dei sospetti, quindi, ci sono i fumatori che vivono negli appartamenti sopra a quello da cui è partito l'incendio.
«Una sera ne ho trovate undici - racconta una delle residenti che vivono nelle villette al piano terra - le ho raccolte tutte in un barattolo, ero pronta a portarle all'assemblea di condominio. Protesto da anni, oltre al principio d'incendio ci fu anche il caso di un dondolo bruciato da un mozzicone caduto dall'alto, in un'altra casa. Ho coinvolto l'amministratore che ha mandato la raccomandata. Ma non si è mai capito chi fosse a gettare le sigarette di sotto».
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L'altro fronte delle indagini, riguarda i pannelli e tutte le certificazioni che riguardano la pratica edilizia. Le vele sono state costruite con materiale Larson PE, dalla ditta spagnola Alucoil. E, a questo punto, all'attenzione degli investigatori c'è anche l'ente certificatore italiano che ha dato il via libera all'uso dei pannelli come rivestimenti a parete.
Da una serie di documenti agli atti della procura, infatti, risulta che quel materiale fosse adatto solo per edifici di bassa statura e non per grattacieli e che fosse classificato a livello europeo come "normalmente combustibile": il Larson PE rientra nella cosiddetta euroclasse E, ovvero la penultima categoria secondo il metodo di classificazione di reazione al fuoco EN 13501-1 che va dai materiali più sicuri e completamente incombustibili, che sono quelli in classe A, fino a quelli peggiori che si trovano in classe F.
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