A SOFFIARE SUL FUOCO DELLA RIVOLTA CONTRO ISRAELE NELLE UNIVERSITÀ, CI SONO ANARCHICI E ESTREMISTI PALESTINESI - L’ALLERTA DELLE FORZE DELL’ORDINE SUGLI INFILTRATI NEI COLLETTIVI: NEI FILMATI DEGLI SCONTRI ALLA SAPIENZA SCOVATI 5 ESPONENTI STORICI DELL’ANARCHIA ROMANA E JEHAD OTHMAN, 62 ANNI, ESTREMISTA PALESTINESE ARRESTATO PER L'OMICIDIO DI UNA GIOVANE IRANIANA E IL FERIMENTO DEL VICE CONSOLE DEGLI EMIRATI ARABI IN UN ATTENTATO AVVENUTO IL 26 OTTOBRE 1984 SULLA CASSIA, A ROMA… - VIDEO

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Fulvio Bufi e Fabrizio Caccia per corriere.it

 

 

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A soffiare sul fuoco della rivolta contro Israele negli atenei, prendendo la parola nelle assemblee degli studenti o restando in disparte ma suggerendo ai giovani le antiche forme di lotta, ci sono molte facce conosciute: la polizia scientifica, visionando i filmati dei tafferugli scoppiati martedì pomeriggio alla Sapienza prima sotto il Rettorato e poi davanti al commissariato di San Lorenzo, ha scovato i volti di 5 esponenti storici dell’anarchia romana, ormai ultracinquantenni, oggi mobilitati per Gaza come lo erano un anno fa per Alfredo Cospito, il leader della Federazione anarchica informale (Fai), ancora recluso al 41-bis.

 

 Del resto, non si spiegherebbero 27 feriti tra le forze dell’ordine se dall’altra parte non ci fosse gente ben allenata agli scontri di piazza. E non è passato inosservato neppure Jehad Othman, 62 anni, estremista palestinese rifugiato in Italia, presente martedì alla Sapienza così come lo era già in piazza Vittorio il 27 gennaio scorso, nonostante il divieto del Viminale di organizzare i cortei nel Giorno della Memoria dell’Olocausto, a gridare «no al genocidio a Gaza» insieme a vecchi militanti dell’Autonomia e dell’antagonismo romano: da Daniele Pifano a Nunzio D’Erme.

 

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Othman è un rappresentante dell’Unione democratica arabo palestinese, associazione a cui risulta iscritto pure Mohammed Albarsi Ali Junmah, lo studente libico di 27 anni tornato libero ieri mattina dopo la convalida dell’arresto per il danneggiamento di un’auto della Digos: «Avevo tanti amici a Gaza, studenti come me, sono morti uccisi dall’esercito israeliano», ha raccontato Mohammed, che alla Sapienza frequenta Economia.

 

Il rischio «infiltrati» è quello a cui gli investigatori guardano con più preoccupazione: le loro parole infiammano gli animi e creano un clima d’intolleranza negli atenei. Non solo a Roma: il 15 marzo scorso al Politecnico di Napoli, la Rete studentesca per la Palestina — supportata spesso da quelli del centro sociale Insurgencia — organizzò una protesta contro la presenza a un dibattito del direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, definito «filo-israeliano».

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L’evento venne annullato. Così a Roma, sempre alla Sapienza, una settimana prima la contestazione per lo stesso motivo era toccata a David Parenzo, conduttore de L’aria che tira su La7 . Una delle protagoniste di quel giorno, Letizia Lampis, 20 anni, torinese, studentessa di Farmacia a Roma e militante dell’organizzazione giovanile comunista «Cambiare rotta», martedì scorso (prima degli scontri) si è incatenata davanti al Rettorato «per chiedere lo stop degli accordi» dell’ateneo con Israele e le dimissioni della rettrice Antonella Polimeni dalla fondazione Med-Or.

 

 

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«Cambiare rotta» è accampata da giorni, insieme ai Collettivi studenteschi, Potere al Popolo, il Collettivo Zaum e il Movimento studenti palestinesi in Italia (la presidente è Maya Issa, 24 anni, studentessa di Roma Tre), con almeno 15 tende sul pratone della Sapienza. Una rappresentante del gruppo, Francesca Lini (già ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta) ieri nel giorno del suo compleanno (24) ha iniziato uno sciopero della fame sotto al Rettorato con il collega Leonardo Cusmai, 23 anni, iscritto a Filosofia.

 

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