Stefano Menichini per Europa
MASSIMO DALEMAMai nessuno nel Pd, fra i molti che la coltivano, aveva esposto la teoria del complotto plutocratico così esplicitamente e ruvidamente come ha fatto Massimo D'Alema ieri a Pesaro.
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLONulla è stato risparmiato, tranne i nomi dei destinatari della denuncia: D'Alema se l'è presa coi capitalisti, coi padroni, coi banchieri che hanno fatto fallire le banche e ora vogliono approfittare dell'ondata anticasta per far fuori la politica dei partiti; anzi, dell'anticasta sono la regia, in vista della scesa in campo «di un cavaliere bianco», «di un Berlusconi buono».
Dai padroni perfidi al nuovo Berlusconi: in pochi minuti sono state pronunciate tutte le parole magiche che possono smuovere la pancia di un elettore di sinistra.
ALESSANDRO PROFUMOMettete dentro questa accusa i cognomi che volete - Montezemolo, Profumo, Mieli, de Bortoli, o anche De Benedetti - e avrete la rappresentazione esatta della preoccupazione più grande che - come abbiamo già raccontato molte volte - alberga ai vertici del Pd. Non quella di non saper disfarsi di Berlusconi o di perdere le elezioni contro l'attuale centrodestra.
MieliMa quella di vedersi soffiare il meritato trofeo sul filo del traguardo, da parte di qualche sedicente newcomer di bell'aspetto e ricco patrimonio.
Il rischio è concreto, questo disegno c'è davvero. Noi però non vorremmo che la veemenza dell'anticapitalista D'Alema finisca per supplire alla capacità politica di stabilire, in anticipo su chiunque altro, l'egemonia del Pd sulla transizione che si apre.
L'abbiamo già scritto: con il vittimismo non abbiamo sconfitto il Berlusconi cattivo, non eviteremo neanche il Berlusconi buono.