TREMENDINO TREMONTI: "IO CON DRAGHI NON FIRMERÒ MAI LA TREGUA. E POI QUELLO LÌ NON CONTA NULLA: LE DECISIONI SI PRENDONO A FRANCOFORTE, NON A VIA NAZIONALE" - PICCATO PER L'ALLARME BANKITALIA SULLO SCUDO, TUONA: STATE CON LA SVIZZERA! - GIULIETTO HA ANCHE UN FRONTE APERTO DI GUERRA CON LETTA (VICINO A PASSERA) - E NEI GIORNI SCORSI BERLUSCONI SI È INCONTRATO RISERVATAMENTE CON DRAGHI - DRAGHI O TREMONTI? SE VIENE FATTO FUORI IL MINISTRO DELL'ECONOMIA BOSSI SI SLEGA

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1 - LA RABBIA DEL SUPERMINISTRO "CON DRAGHI NON FARÒ MAI PACE"
Roberto Mania per "la Repubblica"

Giulio Tremonti - Da Il RiformistaGiulio Tremonti - Da Il Riformista

«Io con Draghi non firmerò mai la tregua. E poi quello lì non conta nulla: le decisioni si prendono a Francoforte, non a Via Nazionale». Da tempo Giulio Tremonti, ministro dell´Economia, si lascia andare nelle sue conversazioni private. Non sopporta il governatore della Banca d´Italia, e lo dice. Non sopporta i tecnici quando si occupano di politica. Ma soprattutto quando mettono sotto accusa la sua politica economica. Perché l´ "uno-due" di ieri di via Nazionale, prima il Bollettino economico sullo stato dei conti pubblici, poi il direttore generale Fabrizio Saccomanni sullo scudo fiscale davanti alla commissione parlamentare, Tremonti - che non è mai stato un buon incassatore - non l´ha affatto gradito.

Tanto più che nella riunione del Consiglio dei ministri c´era già stata la rivolta dei ministri sudisti contro il suo progetto per la Banca del Mezzogiorno, pensata contro i grandi banchieri del nord con la strana alleanza che va dalla Lega alle cooperative bianche fino alla Cisl.

DraghiDraghi

E poi Tremonti non è più «un difficile genio» per il premier Silvio Berlusconi: rischia di diventare un problema. Emergono linee diverse con un presidente del Consiglio sorprendentemente più istituzionale: il premier non ha mai usato i toni tremontiani contro gli istituti di Corrado Passera e Alessandro Profumo; dialoga con tutti gli industriali, grandi e piccoli, non solo gli arrabbiati filo leghisti della Brianza; e con Draghi coltiva da tempo un confronto non conflittuale. Di più: nei giorni scorsi si è incontrato riservatamente con il governatore.

Oggetto, pare, la possibile candidatura di Draghi al vertice della Bce per succedere nel 2011 a Jean-Claude Trichet, e il sostegno del governo italiano. Che Berlusconi avrebbe garantito, contro il parere di Tremonti, il quale punta alla presidenza, per sé, dell´Eurogruppo e sa che sarà difficile strappare entrambe le cariche.

Berlusconi SilvioBerlusconi Silvio

E ancora. Ieri Berlusconi, subito dopo il Consiglio dei ministri, ha riunito nel suo studio Gianni Letta e lo stesso Tremonti per chiudere con un chiarimento una settimana di incomprensioni e sospetti reciproci. Il sottosegretario Letta («l´unico insostituibile», parola di premier) ha lavorato da par suo per ricucire con i rapporti con le banche.

Attivismo che Tremonti non ha apprezzato. E il "super Giulio", da parte sua, aveva fatto infuriare Berlusconi per una iniziativa dell´Aspen (di cui è presidente) dal titolo molto significativo: «Costruire il dopo e rinnovare la leadership del Paese». Con precisazione annessa: «Una leadership complessiva sul piano di un consenso che non sia solo immediato e mediatico». Berlusconi ha chiesto di voltare pagina: «Basta con le frizioni». Tregua, in questo caso, siglata.

Corrado PasseraCorrado Passera

Eppure Tremonti, a poco più di un anno dall´inizio della legislatura, non è più il faro indiscusso della politica economica del centro-destra. La frenata della recessione è l´inizio di una nuova fase, sta mettendo a nudo la debolezza della strategia della «flemma», come l´ha definita l´economista della Cattolica, Alberto Quadro Curzio, consigliere assai ascoltato dal ministro. Ora i nodi stanno venendo al pettine. Ed è questo che, implicitamente, ha detto ieri la Banca d´Italia. Ecco perché Draghi è uno dei nemici di Tremonti e forse è il più temuto.

Con il Bollettino ha smontato (e non è neanche la prima volta) uno degli slogan più agitati dal Tesoro: "Con la manovra triennale abbiamo messo sotto controllo i conti pubblici". La Banca d´Italia non la pensa così: «Lo stato dei conti pubblici è in notevole peggioramento, risentendo soprattutto della dinamica particolarmente negativa delle entrate». Solo qualche giorno fa anche la Commissione di Bruxelles aveva lanciato l´allarme sul debito pubblico.

La "flemma" non paga. Sulle pensioni, ad esempio, Tremonti ha detto che la riforma è stata fatta: dal 2015 l´età crescerà in base alle aspettative di vita. Ma è solo un´intenzione, non c´è alcuna norma scritta. È un rinvio. Anche qui Draghi non c´è cascato e ha chiesto di intervenire rapidamente. Ecco, il governatore è il "nemico numero uno" di Giulio Tremonti

ALESSANDRO PROFUMO - copyright PizziALESSANDRO PROFUMO - copyright Pizzi

2 - ALLARME DI BANKITALIA SULLO SCUDO TREMONTI: STATE CON LA SVIZZERA
Elena Polidori per "la Repubblica"

Ennesimo botta e risposta tra il ministro Giulio Tremonti e la Banca d´Italia nella persona del direttore generale, Fabrizio Saccomanni. Stavolta l´oggetto del contendere è lo scudo fiscale. «Può avere effetti negativi sugli incentivi dei contribuenti a pagare le imposte in futuro», spiega il supertecnico di via Nazionale, in una testimonianza al Senato. Ovvero, può favorire l´evasione. Immediata la replica del ministro: «Se c´è una ragione di allarme, e lo escludo, resta curioso che ci sia una comunanza di pensiero tra l´etica legale e gli interessi dei banchieri svizzeri, con rispetto parlando. Il rilievo può avere o non avere ragione. Secondo me è discutibile che abbia ragione».

Gianni LettaGianni Letta

La polemica sullo scudo segue quella recentissima sulle pensioni, con il governatore Draghi che chiede di alzare l´età media effettiva di pensionamento e il ministro Sacconi che risponde no, non serve. Ora però, proprio su questo tema politicamente sensibile, Silvio Berlusconi annuncia una imminente azione del governo. Da Sofia, il premier dichiara: sull´innalzamento «non ritengo di dovermi esprimere perché riguarda diversi ministeri. Ma ci siamo detti di mettere la questione all´ordine del giorno prossimamente».

In serata però rettifica: «Non ho detto che presto faremo la riforma delle pensioni: non è nel nostro programma immediato. E´ un tema sul quale il governo svolgerà delle riflessioni».

TrichetTrichet

Lo scudo, le pensioni, ma non solo. La Banca d´Italia interviene anche con il consueto Bollettino economico dove ci sono almeno due numeri significativi. Il primo: nel secondo trimestre dell´anno si sono persi oltre mezzo milione di posti di lavoro rispetto al 2008, escludendo dal computo l´effetto delle iscrizioni all´anagrafe di lavoratori immigrati. Il secondo: il Pil italiano è tornato a crescere dell´1% dopo cinque trimestri consecutivi di contrazione, ma la ripresa resta incerta.

Saccomanni si dilunga sullo scudo, fortemente voluto da Tremonti. Nota che «prudenzialmente» stavolta non è stato quantificato il suo gettito. Ricorda che nei due precedenti, analoghi, provvedimenti, il gettito era stato di 1,5 miliardi e 0,6. Rileva che lo scudo può avere effetti positivi ai fini della ripresa economica solo se almeno una parte dei fondi rimpatriati viene investita in imprese produttive o destinata alla ricapitalizzazione.

Giulio Tremonti e Mario DraghiGiulio Tremonti e Mario Draghi

Riepiloga cosa accade all´estero e da noi. «In Italia l´emersione comporta un costo relativamente modesto: E´ previsto l´anonimato. Inoltre lo scudo può essere utilizzato a fronte di qualsiasi accertamento fiscale e previdenziale, anche su redditi derivanti da attività svolte in Italia e non direttamente collegabili ai beni rimpatriati o regolarizzati».

Anche nel suo testo ci sono numeri e valutazioni importanti, soprattutto sulla pressione fiscale che «è elevata, ai massimi da dieci anni» e sulle entrate che diminuiscono, contribuendo a far peggiorare i conti pubblici, già non proprio in salute. Spiega: «Risentendo dell´andamento sfavorevole della congiuntura, le entrate si ridurranno in termini nominali (-1,4%), per la prima volta negli ultimi 50 anni». E ancora: «Particolarmente marcato è il calo atteso per il gettito tributario (-2,9%): in particolare, le imposte indirette e quelle dirette scenderebbero rispettivamente del 4,5 e dell´1,5 per cento. In nove mesi, le entrate tributarie di cassa sono diminuite del 3,2% rispetto al corrispondente periodo del 2008 (circa 9 miliardi)».

 

 

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