1- TRAMONTO E CREPUSCOLO DI RE SÒLA SILVIO CHE \"HA FOTTUTO UN INTERO PAESE\" SOTTO GLI OCCHI COMPIACENTI E RETICENTI DELLA CARTA STAMPATA (FINO A LUNEDÌ L’INFORMAZIONE, ACCLUSA ’’LA REPUBBLICA’’, NON CREDEVA PROBABILE IL QUORUM) - 2- PER IL FILOSOFO DELLA NORMALE DI PISA FABBRIS, L’EDICOLA NON HA “PIU’ NULLA DA VENDERE, TANTOMENO LE IDEE” Nè TANTOMENO RIESCE AD INTERCETTARE IL PENSIERO DEI POCHI LETTORI CHE GLI RIMANGONO (VEDI COMUNALI MILANO-NAPOLI E REFERENDUM) - 3- IL SUCCESSO DEL “FATTO” DIMOSTRA CHE LA CRISI DELL’EDITORIA NON È FIGLIA DEL WEB - 4- DA QUANDO ESISTONO I SONDAGGISTI (ASSOLDATI DA COMMITTENTI GAUDENTI PER I NUMERI TAROCCATI), L’ANALISI DEL VOTO REALE NON È PIÙ DI QUESTA TERRA DI CARTA - 5- I VERI FREGATI SONO SOPRATTUTTO I BERLUSCONES CHE HANNO CREDUTO ALLE SUE RIFORME. GLI UNICI BENIFICIATI IN REALTà SONO I SUOI NEMICI CHE INVOCANO LA FORCA GIUDIZIARIA (SARANNO FOTTUTI ANCHE LORO QUANDO IL RE SòLA CADRà, MA IN PARLAMENTO) -

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Forse nessun titolo di giornale o rivista è riuscito nell\'impresa compiuta dall\'elitario settimanale inglese \'\'The Economist\'\'. Quella cioè di riassumere nella sua ultima copertina - con appena sette parole sferzanti da tabloid popolare -, quanto è accaduto, e sta avvenendo oggi in Italia, dopo oltre tre lustri di reame di Silvio Berlusconi: \"The man who screwed an entire country\".

Cioè il Cavaliere mascherato da premier, avrebbe \"fottuto\" un intero Paese, il nostro. Non partecipiamo, comunque, al gioco preferito dalla stampa nostrana nel dare addosso al cane che affoga. All\'Unto del Signore nel giorno in cui, soprattutto per negligenza e incapacità politica, incassa una nuova pesante sconfitta personale nelle Idi referendarie di giugno.

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E tutto ciò accade a una settimana di distanza dall\'aver trasformato le amministrative di Napoli e di Milano ancora in un voto tutto politico. Andando così in contro al disastro elettorale (annunciato). Una sconfitta che soltanto una stampa tapina (intesa come cieca e compiacente, non aveva messo nel conto.

Convinta tra l\'altro, come il curiale mons. Rino Fisichella - ammiratore del lupanare di Arcore e del suo tenutario -, che la condotta morale del capo del Governo non avrebbe avuto effetti, se non marginali, sul voto cattolico. Fino a lunedì scorso la maggioranza della stampa, acclusa la Repubblica, non credeva inoltre probabile il raggiungimento del quorum alle consultazioni popolari.

VIGNETTAVIGNETTA VINCINO REFERENDUM

Un appiattimento (assenza di analisi e altro) da parte dei media che, secondo il prof. Adriano Fabris, hanno perso soprattutto \"dignità e credibilità\". Per il filosofo della Normale di Pisa l\'etica giornalistica è utilizzata ormai come \"marchio di garanzia per fini di marketing\". Essi scambiano, aggiunge, l\'opinione pubblica con il sentire comune della gente. E ai lettori forniscono \"pronta cassa\" le loro opinioni. Un giornalista però, a differenza del pubblicitario - termina impietoso Fabris - non ha nulla da vendere; tanto meno determinate idee\".

VIGNETTAVIGNETTA BERLUSCONI PRESO A PUGNI

Per stare all\'attualità, abbiamo allora un\'informazione che non si occupa di fatti ma di \"fattoidi. Che non si avvede, per esempio, del declino a Milano, della Lega di Bossi. Cioè sotto le proprie finestre. Il Carroccio di Pontida, ormai più di governo che di lotta, che nel giro di alcune tornate elettorali si è frantumato all\'ombra della Madonnina. Il mitico e inattaccabile partito del Nord è precipitato dal picco storico toccato dal sindaco Formentini nel \'93 (38,8%) all\'insignificante 9% delle ultime amministrative. E continua ad imporre il suo giogo alla maggioranza.

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Da quando poi esistono i sondaggisti (prezzolati dai loro committenti, gaudenti per i numeri taroccati), l\'analisi del voto reale non è più di questa terra di carta (stampata). A iniziare dai professorini della politica à la carte, appunto, che da almeno vent\'anni non azzeccano un pronostico. Che so? Una previsione di massima sulle pagine dei giornalini posseduti dalla Gotta dei poteri marci.

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Il pensiero va soprattutto ai vari (e avariati) Galli Della Loggia e Panebianco del \"Corriere della Sera\". E ai loro nipotini distratti che, quotidianamente, stendono la \"nota politica\". Il vecchio e caro pastone. Un genere giornalistico sopravvissuto ormai soltanto nelle nostre redazioni, a corto d\'idee e ahimè di copie.

Tralasciamo per carità di patria e con il pensiero rivolto a Norberto Bobbio, di menzionare le prose azzurrognole dell\'Emilio Fede di via Solferino, il liberale Pier Pier Ostellino. Stiamo riferendoci a molte delle teste mielesche che avevano parlato di \"Rivoluzione italiana\" dopo la \"strage\" giudiziaria di Mani pulite. E soltanto ora, dopo aver fiutato che il Tirannosauro Silvio è alla canna del gas, cominciano a chiedersi perché i berluscones non si siano ribellati al loro Capo.

Forse ignorando che quando eravamo - sempre secondo la politologia corrente (alterata) -, un \"paese anomalo\" c\'erano, nel bene come nel male, i partiti. E si votava con la proporzionale. Nonché esprimere i propri parlamentari anche attraverso le preferenze.

AltanAltan BERLUSCONI Nonleggerlo

Oggi, che secondo le loro congetture (sbagliate) dovevano diventare \"normali\", abbiamo il \"Porcellum\", architettato dal geometra delle regole \"a quadra\", il leghista-ministro Calderoli. Le cui aberranti regole di voto prevedono, in pratica, che deputati e senatori siano nominati (scelti) direttamente dai capi-bastone delle forze in campo.

SGARBISGARBI E BERLUSCONI DI WEINER VACCARI ACCANTO A IL FINE DEL MONDO DI DONATA PIZZI

Pentito dai disastri combinati per sette anni al Quirinale, soltanto Oscar Luigi Scalfaro si è più volte scandalizzato per quest\'abominevole situazione istituzionale. Un trogolo elettorale che, alla fine, è stato digerito pure dal centro sinistra.

Per tornare al tagliente quanto penetrante titolo del settimanale inglese \'\'The Economist\'\', andrebbe osservato che la grande fregatura, in realtà, l\'ha presa soprattutto quella metà (e oltre) d\'italiani che hanno inseguito, poverini, il sogno politico reboante di Berlusconi.

Non stiamo parlando, ovviamente, della massa di beneficiati in tutti i sensi dal Cavaliere munifico: ministri, sottosegretari, parlamentari, critici d\'arte, manager, leccaculo dell\'economia e dell\'impresa (pubblica e privata), portaborse, amministratori locali e regionali, presunti responsabili di maggioranze fasulle (a Montecitorio), giornalisti, ruffiani, tenutari di casini, valletti e puttane.

BERLUSCONIBERLUSCONI A VIAREGGIO TRA LE MISS ITALIA 1979

Di chi, compresi molti uomini dello schieramento politico di Berlusconi e i \"servi liberi\" (o schiocchi?) di Giuliano Ferrara, avevano creduto, in buona e cattiva fede, alle promesse messianiche e riformatrici del Cavaliere. Che è arrivato al punto estremo (della follia) di paragonarsi al probo e cattolico Alcide De Gasperi.

Re Sòla Silvio, insomma, ha fottuto chi, magari in assenza di un\'alternativa nel centro sinistra e in nome dell\'anticomunismo, ha preso per buone le sue roboanti assicurazioni. Il famoso Patto con gli italiani (fottuti & mazziati). Promettendo di trasformare l\'Italia in un paese con regole liberali e liberatrici; senza lacci e laccioli burocratici.

BERLUSCONIBERLUSCONI SCOMPARSO

E ancora: di tagliare le tasse; migliorare l\'università e la scuola; ridare fiato all\'economia; aumentare i salari; costruire il ponte di Messina; colpire il giustizialismo cieco dei tribunali. E, se non bastasse, tantissimo altro. Inclusa, appunto, quella riforma della giustizia che magari era nelle attese della maggioranza degli italiani. Invece, niente.

Invece, soltanto leggi ad personam. Con i quotidiani di casa Arcore, \"Libero\" e \"il Giornale\", a invocare - come \"il Fatto\" di Padellaro&Travaglio -, un giorno sì e l\'altro pure l\'intervento dei magistrati contro i presunti nemici del Cavaliere. Nascerà quello che sarà chiamato il \"metodo Boffo\". Dal nome del direttore dell\'Avvenire, tirato ingiustamente in ballo da Feltri per una vecchia questione penale.

UMBERTOUMBERTO BOSSI CHANSONNIER NEGLI ANNI 70

Niente, dicevamo, neppure uno straccio di norme che, all\'americana o meno, una buona volta per tutte regolamentassero le confessioni a orologeria dei pentiti. Gente mantenuta dallo Stato e sotto protezione che può incastrare impunemente, grazie al \"copia-incolla\", pure il responsabile dei nostri servizi di Sicurezza nazionale Gianni De Gennaro. Capito?

Nulla, neppure per quanto riguarda l\'uso distorto delle intercettazioni telefoniche senza alcun interesse processuale da parte sia della magistratura sia della stampa. L\'inchiostro nero infamante che alimenta quella \"macchina del fango\" che a volte fa tanto inorridire il vicemauro di \"Repubblica\", Massimo Giannini.

UMBERTOUMBERTO BOSSI TravaglioTravaglio e Padellaro con i redattori del Fatto Quotidiano

Salvo che non sia lui, o i ragazzi di largo Fochetti, a decidere per esempio la pubblicazione delle conversazioni, amichevoli e senza alcun effetto giuridico, come quelle tra Flavio Briatore e Daniela Santachè. E godersi il giorno dopo lo scoop il cui merito andrebbe attribuito soltanto a chi gli ha passato le carte (magistrati).

Insomma, i più \"fottuti\" dal premier cadente non sono i vari Santoro, Dandini, Fazio, Guzzanti, Travaglio, Grillo, negli anni Ottanta comico di fiducia dello scomparso direttore generale della Rai, il democristiano Biagione Agnes. Bravi professionisti di sicuro, che hanno visto lievitare il loro potere di trattativa insieme ai cachet televisivi milionari.

briatore-santanchebriatore-santanche Vignetta-Vincino-AcquaVignetta-Vincino-Acqua

No, loro i fattisti&travaglisti ne hanno tratti enormi vantaggi economici e professionali dal Cavaliere. Nulla di scandaloso, per carità. Ben vengano dieci, cento, mille \"il Fatto\" per dimostrare che con il loro successo (strameritato) la crisi dell\'editoria non è figlia del web. E neppure dei lettori, che ai \"fattoidi\" e alle \"caste\" trite e ritrite\" preferiscono i fatti e le opinioni. Altrimenti se ne stanno lontani dalle edicole. Per non farsi fottere una seconda volta, dai giornali.

Ps. Alla fine Re Sòla Silvio sarà costretto ad abdicare. Ma ciò non accadrà per effetto delle ghigliottine dei tribunali, come paventato dai berluscones. Il premier sarà sconfitto in Parlamento. E al quel punto (della storia) saranno fottuti anche i suoi nemici, che hanno combattuto la battaglia in nome delle forche e del giustizialismo.

 

 

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