CHE FACCIO, FASCIO? – IL REIETTO SGARBONE, CALZATO IL FEZ, PORTA AL MART DI ROVERETO LA MOSTRA “ARTE E FASCISMO”: “PRIMA D'OGGI, NESSUNO AVEVA OSATO. SIAMO ANTIFASCISTI. NON POSSIAMO PRONUNCIARE QUELLA PAROLA, SE NON CONTRO. LA DANNAZIONE MEMORIAE. FASCISMO MAI. IN-NO-MI-NA-BILE. MA LA RUSSA HA IN CASA BUSTI DEL DUCE. CE NE FAREMO UNA RAGIONE…” – LA TESTA DEL DUCE DI BERTELLI, LE ILLUSTRAZIONI DI SIRONI, DEPERO E IL FUTURISMO: POLEMICHE IN ARRIVO...

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Paolo Conti per il “Corriere della Sera”

 

vittorio sgarbi vittorio sgarbi

C'è la celeberrima (e iconica) Testa di Mussolini / Profilo continuo di Renato Bertelli, in ben otto repliche di diverse dimensioni e materiali tra il 1933 e il 1935, un'intuizione formale e spaziale che stupisce ancora oggi.

 

C'è tanto Sironi raccontato nel suo periodo di totale e militante adesione al regime, per esempio nelle illustrazioni per «Il Popolo d'Italia». Ecco i magnetici ritratti mussoliniani di Adolfo Wildt. C'è Fortunato Depero, con un Il Duce nel mondo del 1934. Appaiono i bozzetti di Enrico Del Debbio per il Foro Mussolini a Roma. Per spiegare quel tempo, ma senza rinvii al regime, ecco anche Giorgio Morandi, Gio Ponti, Virgilio Guidi. In tutto quattrocento opere, dalle avanguardie futuriste all'architettura razionalista.

 

Testa di Mussolini / Profilo continuo di Renato Bertelli Testa di Mussolini / Profilo continuo di Renato Bertelli

Pezzi d'arte che si trasformeranno inevitabilmente in materia di dibattito politico e storico-critico per il titolo scelto da Vittorio Sgarbi, come presidente, per la nuova mostra che ha ideato e che si aprirà il 14 aprile al Mart di Rovereto, curata da Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari: Arte e fascismo .

 

Nessun giro di parole: fascismo e basta, quel ventennio che tuttora attraversa il confronto politico soprattutto da quando Giorgia Meloni è a Palazzo Chigi: antifascismo come vessillo politico o, al contrario, la mancata condanna del regime in tante occasioni ufficiali.

 

Nella sua introduzione Sgarbi sostiene la parte di Sgarbi. Sa di provocare già nel titolo del suo intervento in catalogo ( Nell'arte non c'è il fascismo e nel fascismo non c'è arte ). Scrive Sgarbi: «La reticenza. La paura della storia. L'antifascismo perenne. Il fantasma di Mussolini. Ovvero “il faut etre absolument antifasciste”. Da questo diktat deriva la rimozione, nell'ultimo quarantennio, della evidente connessione tra arte e fascismo...

 

Dux di Adolfo Wildt Dux di Adolfo Wildt

Insomma, prima d'oggi, nessuno aveva osato. Nonostante l'evidenza cronologica e iconografica. Siamo antifascisti. Non possiamo pronunciare quella parola, se non contro. La dannazione memoriae. Fascismo mai. In-no-mi-na-bile. Innominato. Nonostante l'evidenza. Questa è la prima volta».

 

Sgarbi ironizza su quelle «dosi di Sarfatti» (ovviamente Margherita, ndr ) sparse in tante mostre e poi si chiede: «E quelli che firmarono il manifesto degli intellettuali fascisti? Gabriele d'Annunzio, Giuseppe Ungaretti, Ardengo Soffici, Luigi Pirandello, la stessa Sarfatti, Curzio Malaparte, Ugo Ojetti…».

 

DUCE NEL MONDO - FORTUNATO DEPERO DUCE NEL MONDO - FORTUNATO DEPERO

Poiché Sgarbi fa Sgarbi […], non si nega il piacere della battuta sapendo che tanta oggettistica non d'arte circola nelle stanze dell'attuale potere politico: « In mostra ci sono artisti grandissimi, a partire da Adolfo Wildt. Ma La Russa ha in casa busti del Duce. Ce ne faremo una ragione…».

 

La fluviale prosa di Sgarbi connette il senso della mostra per arrivare a una conclusione che lui definisce «inevitabile» e indica «la dialettica della Storia, la crociana dialettica dei distinti. L'arte è degli individui nella loro esaltazione e nella loro sofferenza. La storia è dei potenti contro gli uomini, sempre. Né Dante né Botticelli né Leopardi si spiegano con il potere. Nell'arte non c'è fascismo. E nel fascismo non c'è arte».

 

Enrico Del Debbio BOZZETTI FORO MUSSOLINI Enrico Del Debbio BOZZETTI FORO MUSSOLINI

La mostra propone diverse sezioni […]. Ecco Novecento Italiano, con la ricostruzione della famosa mostra milanese alla Galleria Pesaro del 1923 […] inaugurata dallo stesso Mussolini […]  Segui L'immaginazione al potere , con la diffusione dell'immagine di Benito Mussolini nell'immaginario italiano. Poi Futurismo/ Celebrare l'azione , […]. Segue Arte monumentale con gli artisti negli spazi pubblici: Sironi, certamente, ma anche Achille Funi, Arturo Martini.

 

ARTE E FASCISMO AL MART ARTE E FASCISMO AL MART

Quindi L'architettura e il rapporto con le arti : le nuove città fondate dal fascismo come Littoria (poi Latina) e Sabaudia ma anche piazze, vie, edifici pubblici nelle città storiche, con Angiolo Mazzoni, Adalberto Libera, Giuseppe Terragni. Si prosegue con Nuovi Miti, dunque con la cronaca della narrazione di un'Italia popolata da eroi, atleti, soldati e contadini. In Il sistema delle arti si analizza il ruolo del regime nella politica culturale. Infine, con La caduta della dittatura i segni iniziali di una prossima, tragica fine del regime già nella produzione artistica dei primi anni Quaranta.

CHIESA DI SANTA MARIA ANNUNZIATA A SABAUDIA CHIESA DI SANTA MARIA ANNUNZIATA A SABAUDIA

 

[…] Sgarbi da Rovereto insomma toglie di mezzo ogni equivoco linguistico su ciò che la mostra di Rovereto vuole raccontare: l'arte e il fascismo, indicato col suo nome. Sarà interessante capire cosa ne penserà il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, di cui Vittorio Sgarbi è stato sottosegretario fino al 9 febbraio scorso. E, chissà, la stessa Giorgia Meloni.

MART ROVERETO MART ROVERETO vittorio sgarbi vittorio sgarbi Adolfo Wildt busto mussolini Adolfo Wildt busto mussolini Ritratto di Benito Mussolini by Adolfo Wildt Ritratto di Benito Mussolini by Adolfo Wildt Ritratto di Benito Mussolini by Adolfo Wildt Ritratto di Benito Mussolini by Adolfo Wildt Testa di Mussolini / Profilo continuo di Renato Bertelli Testa di Mussolini / Profilo continuo di Renato Bertelli

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – AVVISATE LA MELONA CHE URSULA LE HA RIFILATO UNA SOLA: DA’ A FITTO LA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA MA GLI CONCEDE UN PORTAFOGLIO DI SERIE B (E SULLA GESTIONE DEL PNRR LO HA “COMMISSARIATO” METTENDOGLI VICINO IL MASTINO LETTONE DOMBROVSKIS) - LE FORCHE CAUDINE PER IL PENNELLONE SALENTINO SARA' L’AUDIZIONE CON LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVRA’ VALUTARLO: IL COLLOQUIO E' IN INGLESE, LINGUA CHE FITTO PARLA A SPIZZICHI E BOCCONI - PER PASSARE L'ESAME, SERVIRA’ L’OK DEL PD (GRUPPO PIU' NUMEROSO TRA I SOCIALISTI DEL PSE) - MA I DEM SONO SPACCATI: ALCUNI SPINGONO PER IL NO, DECARO-ZINGARETTI PER IL SÌ, ELLY SCHLEIN TRACCHEGGIA MA SPERA CHE FITTO SI SCHIANTI IN AUDIZIONE PER FARLO SILURARE - IL CONTENTINO AI VERDI CON LE DELEGHE ALLA SPAGNOLA RIBERA E LA CACCIATA DEL “MAESTRINO” BRETON CHE STAVA SULLE PALLE A TUTTI, DA MACRON A URSULA...

CHI FERMERÀ ORCEL NELLA SCALATA A COMMERZBANK? UNICREDIT VUOLE CHIEDERE ALLA BCE IL VIA LIBERA PER PORTARE IL SUO CAPITALE DELL'ISTITUTO TEDESCO AL 30%, SOGLIA LIMITE PER LANCIARE L'OPA – DEUTSCHE BANK POTREBBE RILANCIARE MA HA I CAPITALI PER UNA FAIDA BANCARIA? – IL VERO OSTACOLO PER ORCEL SONO I SINDACATI TEDESCHI, CHE TEMONO UNA PESANTE SFORBICIATA AI POSTI DI LAVORO. ANCHE PERCHÉ LA GERMANIA VIVE UNA CRISI ECONOMICA PESANTE, COME DIMOSTRA IL CASO VOLKSWAGEN, CHE MINACCIA DI FARE FUORI 15 MILA DIPENDENTI…

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2029 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO...