Dagonota
Come mai si è risolto all'improvviso lo scontro per il vertice della Procura di Milano, che era rimasto vacante dallo scorso 16 novembre, ultimo giorno in ufficio di Edmondo Bruti Liberati? Lo scontro si era fatto sanguinoso, tra i due fronti che vedevano i 'governativi' schierati con Giovanni Melillo, un candidato ''irrituale'' visto che è il capo di gabinetto del ministro della Giustizia Orlando e non veste la toga da un po', e gli anti-renziani con Francesco Greco, storico membro del pool di Mani Pulite.
Il via libera a Greco è arrivato proprio da Orlando, che ha chiesto a Melillo di fare un passo indietro. Il duello tra i due candidati aveva infatti favorito l'ascesa del proverbiale terzo litigante, ovvero Alberto Nobili, pm milanese considerato un conservatore. Ma non nel senso di berlusconiano, anzi. Conservatore tra i magistrati vuol dire rigorista, una rigidità che non va giù al Partito della Nazione, tutto sprint e velocità (nelle promesse).
MICHELE SANTORO FRANCESCO GRECO
Così i membri del Csm più vicini a Palazzo Chigi – e persino la forzista Casellati – alla fine si sono orientati su Francesco Greco. Uno che ai tempi di Tangentopoli, digiuno di pasticci finanziari, società all'estero e diavolerie contabili, si fece istruire dall'ormai mitologico avvocato Guido Rossi, che resta uno dei suoi migliori amici. In fondo, persino un duro come Greco può essere più dialogante dell'alternativa (Nobili).