Maurizio Stefanini per “Libero Quotidiano”
Erdogan se la prende pure con le Miss. 27 anni, Miss Turchia 2006, modella e designer, Merve Buyuksarac è stata condannata a 14 mesi di carcere da un tribunale di Istanbul con la condizionale. «Ragazzi, non sono in prigione. Niente panico», ha scritto la rea subito dopo la sentenza ai suoi follower su Twitter. Ma se viene presa una seconda volta finisce dentro senza rimedi.
Che cosa ha fatto? Sul suo account Instagram aveva postato non una cosa sua, ma un poema satirico che gli era sembrato divertente. Il titolo era Il Poema del Padrone, il testo era una parodia dell' inno nazionale turco, e il bersaglio della satira era il presidente turco.
Cioè, un personaggio che alle prese in giro è assolutamente insofferente, come fanno fede le oltre 2000 persone finite sotto inchiesta per insulti al capo dello Stato da quando nell' agosto del 2014 Erdogan è stato eletto presidente. Tra di loro giornalisti, accademici, studenti anche minorenni, perfino l' ex stella della nazionale di calcio ed ex deputato del suo partito Hakan Sukur. Da tener presente che la legge esisteva già da prima, ma i vari predecessori di Erdogan avevano preferito non usarla.
Adesso, invece, le cateratte della suscettibilità islamista si sono scatenate. Addirittura Erdogan è riuscito a prolungare le sue vendette anche fuori dal Paese, da quando il governo di Angela Merkel in Germania ha deciso di dare il via libera a un processo a carico del comico Jan Böhmermann. Addirittura, si è scoperto che il consolato turco a Rotterdam chiedeva a cittadini e organizzazioni turche nei Paesi Bassi di darsi da fare per segnalare eventuali insulti a Erdogan: cosa per cui il parlamento olandese ha espresso la sua indignazione.
Per protesta, lo scrittore e giornalista britannico Douglas Murray ha lanciato sul settimanale Spectator un concorso che assegna mille sterline di premio a chi insulta Erdogan nel modo «più triviale e offensivo possibile». D' altra parte, da un politico che va in giro a spiegare che l' America l' hanno scoperta i musulmani è inutile aspettarsi del senso dell' umorismo maturo.
«L' avevo condiviso perché l' avevo trovato divertente, non avevo intenzione di insultare il Presidente Recep Tayyip Erdogan». Adesso dovrà stare attenta per i prossimi cinque anni a non farsi condannare di nuovo, per non ritrovarsi dietro le sbarre come già le è accaduto per qualche giorno quando il caso è stato iniziato. Il suo avvocato difensore Emre Telci, forse perché la galera non la rischia per ora lui in persona, è invece meno accomodante, tant' è che ha annunciato un appello presso la Corte Europea di Giustizia di Strasburgo.
Telci ha spiegato infatti che «questi processi per insulto sono stati iniziati in serie, sono stati eseguiti in automatico. Merve è stata perseguita per aver condiviso un post che non le apparteneva. La mia cliente è stata condannata per parole che non le appartengono». Varie centinaia di persone avevano infatti scaricato quello stesso poema nelle reti sociali, e pressoché tutte sono state perseguite. Cose turche, si diceva una volta.