EFFETTO BERGOGLIO – RAUL CASTRO: “SE IL PAPA CONTINUA COSÌ, TORNERÒ NELLA CHIESA CATTOLICA” – “SUI DIRITTI UMANI A CUBA ABBIAMO COMMESSO ERRORI, MA DA NOI ISTRUZIONE E SALUTE SONO GARANTITI” – L’EX NUNZIO BECCIU: “IL PAPA ENTRA NEL CUORE DELLE PERSONE”

Ieri il presidente cubano ha fatto visita a Bergoglio in Vaticano ed è uscito entusiasta dall’incontro. Lo ha ringraziato per il ruolo della Santa Sede nel disgelo tra Cuba e gli Stati Uniti e insieme hanno fatto il punto sulla prossima visita del Papa, prevista per settembre…

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1. CASTRO AL PAPA: “A CUBA ERRORI SUI DIRITTI UMANI”

Andrea Tornielli per “la Stampa

 

raul castro papa francesco bergoglio raul castro papa francesco bergoglio

«Quando il Papa verrà a Cuba a settembre prometto di andare a tutte le messe... Se il Papa continua a parlare così, un giorno ricomincerò a pregare e tornerò nella Chiesa cattolica, e non lo dico per scherzo». Domenica mattina tra le mura vaticane e Palazzo Chigi per Raúl Castro che ha incontrato Francesco e quindi ha fatto visita a Matteo Renzi. Ma è l’udienza con il Pontefice argentino ad aver toccato particolarmente il presidente cubano al punto da fargli fare pubbliche dichiarazioni sui suoi ripensamenti in materia di fede.


La giornata di Castro, arrivato da Mosca dove aveva partecipato alle celebrazioni per l’anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale, è cominciata presto: il piccolo corteo di auto è arrivato alle 9.30 all’ingresso posteriore dell’aula Paolo VI. Ad attenderlo c’erano il Sostituto della Segreteria di Stato, Angelo Becciu, già nunzio apostolico a Cuba, e il “ministro degli Esteri”, Paul Gallagher. Francesco ha accolto Castro nel suo studio e gli è andato incontro dicendogli «Bienvenido!». È quindi iniziato un faccia a faccia durato 55 minuti.

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Cordialità
«L’incontro - informa un comunicato - è stato molto cordiale. Il presidente ha ringraziato il Santo Padre per il ruolo attivo da lui svolto per il miglioramento delle relazioni fra Cuba e gli Stati Uniti. Inoltre ha presentato al Papa i sentimenti del popolo cubano nell’attesa e preparazione della sua prossima visita nell’isola nel mese di settembre». 


Al termine Bergoglio e il presidente si sono spostati nella vicina auletta, per la presentazione della delegazione cubana. Castro ha offerto al Papa una medaglia commemorativa della cattedrale dell’Avana e un quadro di arte contemporanea raffigurante una grande croce composta di relitti di barconi sovrapposti, davanti alla quale vi è un migrante in preghiera. 

FIDEL CASTRO E PAPA RATZINGER FIDEL CASTRO E PAPA RATZINGER


Lo scambio di doni
Francesco ha donato al presidente la sua esortazione apostolica «Evangelii Gaudium», e consegnandola a Raúl ha detto sorridendo: «Qui ci sono quelle frasi che a lei piacciono!». Un riferimento ai passaggi dedicati all’economia «che uccide» e che idolatra il denaro. Il Papa ha anche regalato un grande medaglione che rappresenta san Martino nell’atto di coprire il povero con il suo mantello. Bergoglio ha detto che questo è un dono che fa «particolarmente volentieri, perché ricorda non solo l’impegno per aiutare e proteggere i poveri, ma anche per promuoverne attivamente la dignità».


Raúl è quindi andato a Palazzo Chigi, dove è stato accolto dal picchetto d’onore e ha incontrato Renzi. Poi, dialogando con i giornalisti, il presidente cubano ha detto di aver avuto una conversazione «molto piacevole con il Papa che è un gesuita e io ho studiato nelle scuole dei gesuiti», percorso condiviso con il fratello Fidel. «Sono uscito da questo colloquio profondamente segnato, dalla sua saggezza, dalla sua modestia e da tutte le sue virtù che conosciamo. Leggo tutti i suoi discorsi e ho detto al premier che se il Papa continua a parlare così, un giorno ricomincerò a pregare e tornerò nella Chiesa cattolica, e non scherzo». 

BERGOGLIO IN PREGHIERA AD ARICCIA BERGOGLIO IN PREGHIERA AD ARICCIA


Castro ha fatto anche alcune considerazioni politiche. «Noi veniamo accusati di non rispettare i diritti umani. Ma chi li rispetta nel mondo? Da noi la salute è un diritto per tutti come l’istruzione. Noi riconosciamo di aver compiuto degli errori ma i diritti umani non devono essere strumentalizzati per mala-politica». E ha aggiunto che Cuba non doveva mai entrare nella lista dei Paesi terroristi: «Forse il 28 maggio il Senato degli Stati Uniti ci toglierà da questa famosa lista». Oggi, ha commentato Renzi, «possiamo toccare con mano che molto sta cambiando, la storia fa il suo corso e vogliamo e dobbiamo essere protagonisti. Possiamo scrivere una pagina nuova».

 

2. L’EX NUNZIO BECCIU: COSI’ IL VATICANO HA SAPUTO ABBATTERE L’ULTIMO MURO

M.Antonietta Calabrò per il “Corriere della Sera

 

«L’udienza concessa a Raúl Castro è stato un fuori programma per il Papa. Quando gli presentai la richiesta accettò di buon grado pur essendo di domenica. L’essere stati a colloquio per un’ora è un segno molto positivo», racconta l’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, e artefice dell’incontro, per anni nunzio a Cuba. 


Il presidente cubano all’uscita ha detto: «Se il Santo Padre continua così ritorno cattolico» e non scherzava. 
«A noi usava dire: “Non chiedetemi di andare a messa perché mi sono bastate quelle che ho ascoltate da ragazzo quand’ero in collegio dai gesuiti”!». Ora invece è tentato di ridiventare cattolico! Papa Francesco è straordinario nel saper creare rapporti umani sia con la gente semplice come con i “grandi” della Terra. Sa entrare nel cuore delle persone e queste rimangono affascinate dalla sua capacità di ascolto e di discernimento». 

ENRICO LETTA E GIOVANNI ANGELO BECCIU FOTO LAPRESSE ENRICO LETTA E GIOVANNI ANGELO BECCIU FOTO LAPRESSE


Quanto durerà la visita del Papa a Cuba? 
«Per espresso desiderio di papa Francesco saranno due giorni pieni e avrà, come tutti i suoi viaggi, una connotazione prettamente pastorale». 


Tema comune con il governo cubano è l’aiuto ai poveri . 
«Mi è piaciuta una dichiarazione di qualche giorno fa del Ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, con la quale affermava che a Cuba erano pronti a sottoscrivere tutti i discorsi fatti da papa Francesco sul tema della povertà e delle disuguaglianze». 


Quanto ha lavorato la diplomazia vaticana per la fine dell’embargo Usa? 
«E’ già stato detto, e qui lo riaffermo, che il vero diplomatico in tutta questa vicenda è stato papa Francesco. La Segreteria di Stato, innanzitutto il cardinale Parolin, ha dato del suo interpretando al meglio le indicazioni del Papa. Se poi si vuole affermare che certi risultati non si ottengono dall’oggi al domani allora sono d’accordo nel riconoscere che la diplomazia vaticana nel corso di decenni ha svolto il suo ruolo tenace e paziente. Adesso la svolta anche grazie al cardinale Ortega e ai vescovi cubani». 

ANGELO BECCIU NUNZIO APOSTOLICO A CUBA ANGELO BECCIU NUNZIO APOSTOLICO A CUBA


La Curia però è vista come un grosso ostacolo per il Papa. E’ così ? 
«A me pare che su questo punto vi siano troppe fantasie. Sono approdato in Curia appena quattro anni fa e ho scoperto che conformarsi a quanto desidera il Papa ed eseguire quanto lui decide è il punto di onore di ogni buon curiale, sia esso un semplice officiale come un Cardinale Prefetto di Dicastero. Vi sono diversità di pareri? Evviva Dio! Ma si vogliono degli yes man o uomini liberi e intelligenti che lealmente aiutino il Papa nel governo della Chiesa? Vede, il primo è il Papa a volere che sulle varie questioni si dica liberamente la propria opinione. Quello che conta è che una volta espresso il proprio parere si accettino toto corde le decisioni del Papa. Questa è per me la vera obbedienza». 

Angelo Becciu Angelo Becciu


Per Victor Manuel Fernandez rettore dell‘Università cattolica di Buenos Aires la Curia non è essenziale, ma solo il Papa e i vescovi. 
«Quello che dice Monsignor Fernandez è vero. L’abbiamo imparato tutti sin dal catechismo: Gesù ha scelto i dodici apostoli con Pietro a capo del Collegio, vale a dire il Papa e i vescovi come pastori del suo gregge, pronti a dare la vita l’uno per l’altro. Di mezzo poi c’è la storia di Duemila anni della Chiesa ove a seconda delle esigenze organizzative del momento si è dato vita a diverse strutture non contemplate dal Vangelo ma che hanno contribuito alla crescita della comunità cristiana.

 

Se dovessimo badare all’essenziale e fermarci ai primi tempi della Chiesa non dovrebbero esserci le chiese, i seminari, i conventi, i vari istituti religiosi, le conferenze episcopali eccetera... Non penso che si voglia azzerare quanto lo Spirito ha saputo creare lungo i secoli. E’ chiaro che la stessa Curia è nata per esigenze organizzative e non per esplicito mandato divino. Basta intendersi su cosa oggi si vuole per rendere l’immagine della Chiesa più evangelica e il servizio al Papa all’altezza dei tempi». 

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