L.Fer. per il “Corriere della Sera”
Il Csm sentenzia che alla Procura di Milano (dove il plenum ha appena nominato nuovo capo l' altro ex vice di Bruti Liberati, Francesco Greco) l' ex procuratore aggiunto Alfredo Robledo non può più fare il pm, però a Torino può di nuovo fare il pm e persino tornare a fare il vicecapo della Procura: è il singolare esito del giudizio disciplinare a carico di Robledo non per lo scontro di lavoro con Bruti, ma per i contestati rapporti con l' avvocato della Lega, Domenico Aiello, nelle intercettazioni 2012 di Reggio Calabria su Aiello.
Un anno e mezzo fa in via cautelare d' urgenza gli stessi 5 giudici Csm di ieri avevano tolto le funzioni di pm a Robledo e l' avevano trasferito come giudice di Tribunale a Torino. Dove invece ora decidono che vada sì punito (oltre che con la perdita di 6 mesi di anzianità) con il trasferimento stabile, ma come procuratore aggiunto: quasi che nel 2015 il procedimento disciplinare fosse davvero stato impropriamente usato per risolvere (spostandolo da Milano) quel contrasto con Bruti che il Csm non ha mai voluto risolvere alla radice del nodo della gerarchizzazione delle Procure.
IL PROCURATORE AGGIUNTO DI MILANO ALFREDO ROBLEDO
In attesa delle motivazioni del relatore Luca Palamara, dal dispositivo (contro il quale il difensore di Robledo, Antonio Patrono, ricorrerà in Cassazione) si comprende che il Csm, dopo aver assolto Robledo da 2 delle 4 imputazioni (aver dato ad Aiello copia di una consulenza segreta, ed essere stato scorretto con suoi pm), lo ha condannato per i 2 capi d'accusa sulla «contiguità» con l' avvocato dei leghisti indagati per truffa dei rimborsi in Regione.
Un «rapporto privilegiato improntato allo scambio di favori», nel quale il Csm (da intercettazioni di Aiello con altre persone) contestava a Robledo di aver «indebitamente veicolato informazioni coperte da segreto», quali la futura messa sotto indagine pre-elezioni anche di altri partiti, l'esistenza di gravi intercettazioni contro il Pdl e di una gola profonda contro la Lega: tutto in cambio dell'«interesse personale del pm ad acquisire tramite l'avvocato copia di atti di natura riservata e non ostensibili a terzi», circa l'immunità che l' ex sindaco Gabriele Albertini chiedeva al Parlamento europeo in una causa fatta da Robledo. Patto salutato il 29 gennaio 2013 da due dei pochi sms tra il legale («Uomo di parola! Poi grande magistrato») e il pm («Caro avvocato, promissio boni viri est obligatio»).
Nelle udienze Csm (sul sito di Radio Radicale) è però riemerso che nell' indagine di Robledo non esistevano né intercettazioni, né gole profonde; che molti legali di altri indagati a metà dicembre 2012 avevano avuto da Robledo le stesse assicurazioni date ad Aiello, e cioè parità di trattamento tempistico senza distinzione di partiti per evitare turbolenze sotto elezioni; e che Robledo ebbe da Aiello un pubblico ordine del giorno della commissione giuridica dell' Europarlamento, e lo stesso atto che Albertini aveva già notificato a Robledo nella causa civile al Tribunale di Brescia.