DAGONOTA
A meno di 72 ore dall'atteso vertice di Berlino con Frau Merkel che dovrebbe riportare il sereno tra Roma e Berlino, la Frankfurter Allgemeine Zeituing scaglia un pesantissimo martello teutonico dritto dritto sull'alluce di Matteo Renzi. Il primo ministro italiano deve fare sempre di più i conti con le accuse di clientelismo, scrive il prestigioso quotidiano di Francoforte in una corrispondenza da Roma in cui si evidenzia che la nomina di Marco Carrai alla testa dell'Agenzia sulla cyber sicurezza in cantiere a Palazzo Chigi ha fatto piovere critiche sul primo ministro anche da parte dei suoi stessi alleati.
Particolarmente criticata, scrive la “Faz”, è stata la poca esperienza di Carrai nel settore. Carrai infatti, viene fatto notare dal quotidiano, è fedelissimo di Matteo Renzi, ma è stato finora attivo nel campo dell’edilizia e ha solo da pochi mesi aperto una società nel settore informatico. Renzi, da parte sua, ha cercato di smorzare le critiche affermando che il ruolo di Carrai sarà un ruolo di consulenza e affermando in diretta televisiva che Carrai è una persona “eccezionale”.
In realtà, scrive “Faz”, “eccezionale” Carrai lo è stato soprattutto dei confronti di Renzi, contribuendo a finanziare la sua ascesa al potere. In particolare, durante la Leopolda, l’imprenditore fiorentino ha messo a disposizione del premier un appartamento al centro di Firenze; un comportamento che, scrive “Faz, avrebbe fatto scandalo ai tempi di Berlusconi. Carrai, da parte sua, ha ottenuto la presidenza di AdF Aeroporto di Firenze e, a partire dal 2015, è stato a capo di Toscana aeroporti.
Il caso Carrai è stato l’ultimo in ordine di tempo, ma sul primo ministro sono piovute critiche anche in merito ad altri casi, che hanno toccato più da vicino il suo governo, come quello che ha coinvolto il ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. Ciononostante, scrive ancora il quotidiano tedesco, la reazione ai conflitti di interesse del primo ministro italiano resta più placata rispetto all’indignazione mostrata dagli esponenti del Partito democratico, quando i conflitti di interesse riguardavano l’ex premier Silvio Berlusconi.