NDRINE & GREMBIULINI A TORINO: AL MISTER PREFERENZE DI FRATELLI D’ITALIA ENZO LIARDO OFFERTI I VOTI DELLA 'NDRANGHETA - UN NOTO MASSONE SAVERIO DELLI PAOLI, DIPENDENTE REGIONALE AMICO DI UN BOSS, AVREBBE GARANTITO IL SUO AIUTO ELETTORALE: ENZO LIARDO NON È ACCUSATO DI MAFIA MA DOVRÀ RISPONDERE DI PECULATO E ISTIGAZIONE ALLA CORRUZIONE – LE PROMESSE DI DELLI PAOLI: “QUESTI AMICI TI POSSONO DARE UNA MANO. SONO PERSONE CHE HANNO SEMPRE VOTATO ME E TU LO SAI CHE IO I MIEI 130, 150 LI HO SEMPRE PRESI!” – LIARDO SI MOSTRA INTERESSATO E RIBATTE: “IL MIO PROBLEMA NON E' ENTRARE MA ARRIVARE PRIMO"

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Giuseppe Legato per la Stampa - Estratti

 

 

ENZO LIARDO ENZO LIARDO

Un'altra inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Torino racconta una storia di boss della 'ndrangheta, massoni e voti alle elezioni comunali del 2021 già finite nella bufera per la presunta corruzione elettorale dell'esponente socialista del Pd Salvatore Gallo. Ribattezzata "Timone", l'indagine è stata chiusa nei giorni scorsi e in migliaia di pagine racconta del saldo rapporto tra un noto massone di Torino Saverio Dellipaoli già candidato in passato per l'Udc, ex Maestro venerabile della Loggia Grande Oriente d'Italia e il boss delle cosche calabresi Francesco Napoli, mafioso conclamato e di rango.

 

Dellipaoli, indagato dai pm Paolo Toso e Francesco Pelosi per aver favorito il boss in una serie di truffe su rilevanti fondi Covid, avrebbe a sua volta offerto e garantito un aiuto elettorale a mister preferenze di Fdi alle ultime elezioni comunali di Torino Enzo Liardo.

 

Dellipaoli, 64 anni, dipendente della Regione: ha solidi rapporti con direttori e direttrici di filiali di banca, amicizie politiche, soprattutto nell'Udc. In passato – e fino al 31 dicembre 2015 – è stato funzionario della Città Metropolitana di Torino. Conosce molta gente, ma ha anche amicizie "nere".

 

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Si vantava al telefono di essere immune da aggressioni da parte delle cosche calabresi «perché io appartengo a una struttura che si chiama massoneria, che non mi tocca nessuno, non mi vengono a cercare a casa». In realtà alcune settimane fa si sono presentati gli uomini del Gico della Finanza. Gli hanno notificato la misura cautelare dell'obbligo di firma perché «è del tutto evidente che Dellipaoli abbia messo a disposizione di un boss e del gruppo di riferimento di quest'ultimo, i suoi "contatti" afferenti al mondo bancario e finanziario nella consapevolezza di prestarsi per un esponente della criminalità organizzata, oltre alle conoscenze e rete di rapporti afferenti alla appartenenza massonica».

 

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In questo mondo Dellipaoli si muove e cerca voti per Liardo. sul quale punta moltissimo, lo insegue, promette voti: «Questi amici ti possono dare una mano davvero, sono persone che hanno sempre votato me e tu lo sai che io i miei 130, 150 li ho sempre presi!».

SAVERIO DELLI PAOLI SAVERIO DELLI PAOLI

 

Liardo «mostrandosi interessato e ringraziando» replica: «Tu la tua porca figura l'hai sempre fatta». L'aspirante consigliere, i cui rapporti con Dellipaoli sono datati («ti conosco da una vita, mi sei sempre piaciuto è una questione di empatia»), sottolineava «la sua forza elettorale nonché il previsto exploit che avrebbe conseguito alle elezioni, evidenziando come si considerasse già tra gli eletti. Tuttavia – annotano il Gico - aveva la necessità di arrivare primo nella lista di Fratelli d'Italia». Tradotto: «Il mio problema non è entrare... il mio problema è arrivare primo... perché c'è una sfida aperta... ma io son già dentro!».

 

Questo avrebbe fatto si che in caso di vittoria del centrodestra sarebbe diventato, evidentemente in base ad accordi già presi, il vicesindaco di Torino: «Allora, io... sto rischiando... però non lo dire in giro perché non bisogna scoprirlo molto praticamente io dovrei arrivare primo, perché non vogliono farmi arrivare primo? perché io rischio di andare a fare il vicesindaco, hai capito?».

 

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E poi avrebbe alfieri politici d'eccezione. «Sono sponsorizzato bene da Maurizio Marrone e dall'onorevole Montaruli (estranei all'inchiesta ndr). C'è tutta una costruzione che non sto li a raccontarti». Chiaramente c'è un prezzo a questo appoggio: «Poi ovviamente ricordati di me» dirà Dellipaoli. E la Finanza: «La contropartita che gli richiedeva in cambio del suo sostegno elettorale era la partecipazione alle "Commissioni comunali", in qualità di membro, dalla quale ne avrebbe ricevuto vantaggi personali».

 

A fine luglio 2021 si passa all'organizzazione dell'incontro, con il massone che scrive al consigliere: «Vengono quattro/cinque» persone che hanno un certo "peso" e che ti servono». La data è a metà agosto, ma a settembre la Finanza perquisisce Liardo, accusato di peculato per essere entrato in possesso (con l'ausilio di due tecnici dell'anagrafe indagati) di un cd con tutti dati degli elettori senza pagare un'imposta di 2.767,11 euro. Gli contestano il peculato e l'istigazione alla corruzione perché pur di avere quei file, – promise a un'altra dipendente un avanzamento di carriera. Da quel momento in poi i telefoni non parlano più. Interpellato, Liardo non ha voluto commentare.

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