1- ALTRO FILONE PUGLIESE: SOLDI ALL'ESTERO DENTRO LA GUEPIÈRE
Onofrio Pagone per "La Gazzetta del Mezzogiorno"
Un milione e mezzo di euro da trasferire in contanti a Dubai. E diecimila euro come premio per questo viaggio: un viaggio di lavoro e di piacere. La storia infinita dell'intreccio tra sesso, politica e affari si arricchisce di un nuovo capitolo, tutto da scrivere in base agli accertamenti che sarebbero già stati avviati dalla Procura di Bari sulla scorta di una nuova testimonianza.
Un ulteriore fascicolo d'inchiesta sarebbe stato aperto, infatti, per esportazione di valuta all'estero: ancora una volta, nella vicenda sarebbe coinvolta anche Patrizia D'Addario, sempre lei, la escort di lusso che ha rivelato di aver trascorso una notte con Berlusconi nella residenza del premier a Palazzo Grazioli a Roma.
PATRIZIA DADDARIO - CALENDARIO 2004 BY FERRANTEI fatti, secondo l'ipotesi investigativa, risalgono alla fine di febbraio dello scorso anno. Di un lungo viaggio della D'Addario, con tappa anche in Qatar, ha parlato per primo (proprio con la Gazzetta) l'ex amante della stessa donna, quel Giuseppe Barba che la D'Addario ha fatto condannare per favoreggiamento della prostituzione, salvo poi continuare a vivere con lui per oltre un anno.
PATRIZIA DADDARIO - CALENDARIO 2004 BY FERRANTENella sua intervista, alla fine dello scorso luglio, Barba rivelò un viaggio di Patrizia con un politico, un «assessore regionale importante», senza fornire ulteriori dettagli ed aprendo così la caccia all'uomo. I tre assessori regionali all'e poca titolati a missioni istituzionali per motivi economici hanno poi negato e stragiurato di essere mai stati in Qatar o comunque non in quel periodo e tantomeno in compagnia di quella donna.
daddario silvio-party a parigiQuel viaggio, dunque. Una ventina di giorni in tutto. Secondo quanto raccontò Barba, la partenza della donna e del politico alla volta di Roma sarebbe avvenuta da Foggia «per non farsi vedere insieme».
A quanto si è potuto apprendere, invece, la D'Addario sarebbe arrivata a Foggia con propri mezzi ed avrebbe poi continuato il viaggio per Roma in auto: l'auto di rappresentanza del politico o di un suo amico imprenditore, pure in partenza con la delegazione regionale costituita per incontri istituzionali e d'affari negli Emirati. L'autista avrebbe dunque accompagnato la donna sino a Fiumicino.
daddario silvio-party a parigiE i soldi? Le indagini puntano a verificare il racconto del testimone secondo il quale benché appariscente - o forse proprio per questo - la presenza della D'Addario sarebbe servita al trasferimento del denaro. Un milione e mezzo di euro, tutto in banconote da 500, confezionate in mazzette poco voluminose che sarebbero state nascoste nella guepière.
Ai tempi di tangentopoli, fu accertato che un miliardo di lire in banconote da centomila pesa quasi quattro chili e mezzo. In quel viaggio, dunque, il peso della D'Addario - qualora fosse accertato che davvero la signora si sia prestata a fare da corriere - grazie agli euro «indossati» sarebbe aumentato di tre chili: ogni banconota infatti pesa un grammo e di banconote da 500 ne servono tremila per mettere insieme un milione e mezzo.
A parte il lungo soggiorno con la delegazione della Regione Puglia, secondo l'ipotesi investigativa la D'Addario avrebbe incassato una ricompensa. Sempre in contanti, per il fastidio le sarebbe stato corrisposto un premio complessivo di diecimila euro. E lei con questi soldi avrebbe poi acquistato l'auto nuova, quella tuttora in uso: una «Ford Fiesta» di colore nero.
TARANTINIMa questo è un dettaglio che non ha rilevanza per l'inchiesta. Questo nuovo filone d'indagine sarebbe emerso a seguito delle querele reciproche tra la D'Addario e Barba, i quali si sono appunto vicendevolmente accusati di lesioni e molestie finendo entrambi indagati dal pm Dentamaro per queste ipotesi di reato. E lo stesso pm avrebbe raccolto la deposizione del testimone.
D'Addario e Barba interruppero la loro relazione, durata quasi cinque anni, al ritorno di Patrizia da quel viaggio, cioè a metà marzo dello scorso anno. Nel 2006 lui era stato arrestato per effetto delle denunce della donna: patteggiò e fu scarcerato.
rmint37 gianni riottaQuindi la relazione continuò come se niente fosse accaduto, e all'inizio di aprile del 2007 lei fece anche mettere a verbale dai carabinieri di accettare la remissione di una denuncia ulteriore perché si trattava solo di banali liti di coppia, perché invece conviveva felicemente con Barba non serbando più risentimenti nei suoi confronti.
Cosa abbia indotto la donna a restare con l'uomo che - secondo le sue stesse accuse - l'aveva costretta per anni a prostituirsi, al momento non è emerso. Così come non è emerso di chi fossero tutti quei soldi che sarebbero stati trasferiti di nascosto a Dubai: del politico? O del suo amico imprenditore? Si tratterebbe di un notissimo capitano d'impresa di un piccolo centro della Murgia barese, con interessi in svariati settori. Sempre che questo nuovo filone di inchiesta trovi prove e riscontri.
2 - LA SVOLTA DEL "MANIFESTO": DA MARX ALLA D'ADDARIO
Gianni Pennacchi per "il Giornale"
Che fosse ridotto male, acciaccato e pieno di guai, era noto da tempo. In verità ha sempre vissuto sul pelo - nel senso del filo beninteso, honni soit qui mal y pense - e con la canna dell'ossigeno a portata di mano, sin da quando è nato ormai quarant'anni fa. Del resto, che volete...
Son crollati muri e paradisi, son morti dei e profeti, volete che splenda di salute proprio il giornale che ha fatto del documento più famoso di Marx ed Engels la sua testata, e si fregia ancora dell'etichetta «quotidiano comunista»? Però nessuno immaginava che il glorioso Manifesto, tornato sotto l'autorevole direzione del pluridecorato Valentino Parlato, finisse improvvisamente e clamorosamente a puttane.
Non nel senso metaforico, beninteso: il Manifesto è ancora vivo e lotta insieme a noi, gli aficionados continuano a trovarlo in edicola pur se soffocato ormai da una pletora di quotidiani comunisti, post o vetero: Liberazione, l'Altro, l'Unità, Il Riformista, e Repubblica che li sovrasta tutti.
Dicevamo che è finito a puttane, nell'accezione concreta ed etimologica del termine. Ed anche se ormai quella parola è desueta, il «politicamente corretto» impone non udente al posto di sordo, operatore ecologico invece di spazzino, la realtà non cambia.
daddario sbarca al lidoSe preferite dunque, diciamo che il Manifesto è finito ad escort. Sparandosi due pagine intere due - oltretutto le più importanti dopo la vetrina di un giornale - per una megaintervista a Patrizia D'Addario.
Nel numero di ieri, al prezzo di vendita di euro 2,60 per l'abbinamento con Le Monde diplomatique. Ma non crederete mica che il piatto forte fosse il supplemento d'Oltralpe... Via, la bomba che ha lasciato senza fiato i lettori stava in quei due paginoni della escort, intervistata da una firma di punta del Manifesto.
Voi che non avete mai avuto soggezione dell'intellighentia di sinistra, non frequentate le terrazze romane e v'annoiate quando vi imbandiscono lunghe, complicate e rarefatte analisi, certamente vi fermate al primo e più terragno interrogativo: ma questi scoprono la D'Addario soltanto adesso? E che altro avrà ancora da rivelare la ciarliera e intraprendente ragazza? Bell'esempio dello «stare sulla notizia»!
il set del servizio fotografio di Patrizia D'Addario, dal blog di Novella 2000Certamente avete ragione, ma il problema è che un tale scoop non lo ha fatto la Gazzetta di Peretola o un giornale «normale», bensì il prototipo nostrano del quotidiano che «vola alto», la maestrina dalla penna rossa (o la mosca cocchiera, se preferite) della sinistra nostrana dal Sessantotto fino a ieri, il foglio (con la effe minuscola) che ambiva al ruolo di prima lettura mattutina per ogni intellettuale verace e riconosciuto da sinistra a destra.
il set del servizio fotografio di Patrizia D'Addario, dal blog di Novella 2000Signora mia, come siam caduti in basso. Dai reportage sulla Cina, la realtà di Cuba vista da sinistra, il dissenso di ieri e di oggi in Russia, il malcontento operaio nelle grandi fabbriche del Nord e del Sud, alla sciagurata - nell'accezione manzoniana, beninteso - di Tarantini.
il set del servizio fotografio di Patrizia D'Addario, dal blog di Novella 2000Ma non ha insegnato nulla a quelli del Manifesto e in particolare a Parlato, lo scivolone del Riformista? Anche Antonio Polito s'era lanciato a pubblicare le memorie pecorecce dell'amante di un ministro in carica. Facendo la gioia degli addetti ai lavori, che si sono scatenati nella facile caccia per individuare l'onorevole tapino. Ma suscitando le ire dei suoi lettori che lo hanno subissato di proteste: oh, compriamo 'sto giornale per leggere cose serie, se volevamo storie di pelo (nell'accezione umana) c'erano già Le Ore o Repubblica.
L'intervistatrice però è giornalista in gamba e intelligente, di sane esperienze femministe. Poiché a metà dell'intervista Patrizia precisa di aver smesso di «lavorare», lei la incalza domandandole se lavorava «per il piacere maschile, per il tuo piacere, per i soldi, per i soldi e il piacere, per i soldi contro il piacere?».
Patrizia Daddario - PER GENTILE CONCESSIONE DI NOVELLA 2000E come volete che risponda, la poverina? Avete indovinato: «Io non ho mai provato nessun piacere a fare la escort. Proprio no». Quelli di Repubblica dovrebbero chiedere aiuto al Manifesto, per il tormentone delle 10 domande 10.
Ma non era il Manifesto, che si scandalizzava e scriveva commenti indignati, quando al congresso radicale arrivavano Carla e Pia, le rappresentanti delle lucciole di Pordenone, che fiere di fare le puttane rivendicavano diritti e rispetto? Non era questo, il fiore all'occhiello della libera e nobile stampa, per il quale i giornalisti italiani versavano 1/26 della loro busta paga? Quello che ciclicamente faceva sottoscrizioni e numeri a 50mila lire perché non si spegnesse il faretto della diversità?
Il giornale che ha sfornato professorini e maestri di pensiero andati a inseminare l'intero arco costituzionale dell'editoria, da Lucia Annunziata a Gianni Riotta e Riccardo Barenghi? Ridotti a megafonare la «sfida di Patrizia» al premier «sulle loro vicende, sulle sue tecniche di seduzione, sullo scambio tra sesso e potere» e, udite, udite, «sul rapporto fra uomini e donne». E va bene che ognuno è obbligato a rincorrere i suoi guai, ma un whisky al Roxy Bar non era meglio della pozza di san Patrizia?
patrizia daddario per gentile concessione di Novella 20002- UNA PURA FINZIONE...
Ida Dominijanni per "Il Manifesto"
Dopo tutti i racconti sentiti e le interviste lette era rimasta una curiosità per la donna Patrizia D'Addario. Aumentata pochi giorni fa, quando allo show di Berlusconi alla Maddalena lei ha risposto sfidandolo a un confronto diretto «sulle nostre vicende specifiche, sulle tecniche di conquista, sui rapporti uomo-donna, sul sesso e il potere».
Quel confronto, va da sé, è inutile aspettarselo (a proposito: non è vero che Patrizia abbia cercato di imbucarsi all'inaugurazione della Fiera del Levante, per incontrare il premier che poi non c'è andato).
Qui di seguito ce n'è però qualche ingrediente. Patrizia ha accettato di parlarne, in presenza delle sue avvocate, solo perché eravamo fra donne senza uomini, come nel primo femminismo o come nel film di Shirin Neshat premiato col leone d'argento a Venezia.
Non cercavo, e non troverete, rivelazioni ulteriori sui noti fatti di Palazzo Grazioli, né particolari «piccanti», per usare un aggettivo caro al premier. Quello che viene fuori è il ritratto di una donna alquanto diverso da quelli fin qui pervenutici con l'immancabile didascalia «escort di alto bordo».
DADDARIOCredevo di trovarmi di fronte a una professionista che rivendica il suo mestiere, invece Patrizia ne parla al passato e senza alcuna fierezza, arriva all'appuntamento in lacrime perché non riesce a iscrivere sua figlia nella scuola che vorrebbe e racconta a mezza bocca una storia violenta di iniziazione alla prostituzione.
Mi aspettavo una ragazza-immagine in grado di calcolare e contrattare le sue mosse, invece scopro una donna impigliata nel risarcimento del suicidio di suo padre, e inciampata nella classica illusione femminile di un incontro con una sensibilità maschile rivelatasi invece un bluff, «una finzione reale pura».
In presa diretta, altre cose trovano invece conferma. Un sistema di scambio corpo-danaro-potere che a suo dire è più esteso e radicato di quanto si pensi, incardinato su una colonizzazione dell'immaginario femminile che sogna solo comparsate in tv. Un sistema di mercificazione non solo del sesso ma delle relazioni, in cui si pagano come prestazioni le chiacchierate, la compagnia per un viaggio, la bella presenza a un convegno, una serata a teatro: è la prostituzione al tempo del postfordismo.
Una virilità ridotta al resto di niente che non ha bisogno di comprarsi solo il sesso ma anche l'ammirazione e la soddisfazione narcisistica, passando sul confine fra ricattabilità sociale e disponibilità sessuale femminile.
Il presidente del consiglio dice che può denunciarti per reati che comportano fino a 18 anni di carcere. Tu ti senti colpevole di qualche reato?
Assolutamente no, che reato avrei commesso?
Umberto Bossi dice che dietro le escort c'è la mafia, che gli rispondi?
Dietro di me non c'è proprio nessuno. Sono sola, più sola di così...e anche prima di questa avventura ero una ragazza sola, che cercava di andare avanti in qualche modo e di mantenere la famiglia. Senza grilli per la testa, come si dice. Hanno scritto che mi piace fare la bella vita, io non ho mai fatto la bella vita. I soldi che guadagnavo mi servivano per pagare i debiti di famiglia, dopo il suicidio di mio padre.
Che facevi negli Stati uniti, prima del suicidio di tuo padre?
L'illusionista e la modella, per un paio d'anni, a Los Angeles. Avevo casa a Hollywood. Adoro gli Stati uniti, la mentalità, l'ambiente artistico.
Lì non facevi la escort?
Assolutamente no, è una cosa che ho fatto per poco tempo. E comunque non corrisponde al ritratto di prostituta d'alto bordo che mi hanno cucito addosso.
Mi spieghi la differenza fra una escort e una prostituta? Mi è parso di capire che le escort fanno prestazioni affettive, non solo sessuali. Rassicurano, gratificano, accompagnano, fanno le fidanzate a tempo in un certo senso.
Le escort vanno a cena, accompagnano a teatro, in viaggio...ma non è che la escort sia quella di lusso e la prostituta quella di strada. C'è dignità anche nelle prostitute di strada. Non credo che si divertano o che gli piaccia la vita che fanno. Escort o prostituta, se una donna fa questo lavoro è per necessità, o per per problemi familiari, o perché è stata portata violentemente a farlo.
È il tuo caso?
Un fidanzato violento, sì. Un capitolo molto oscuro della mia vita, subito dopo la morte di mio padre. Prima di conoscere quest'uomo non avevo mai fatto la escort.
Insomma secondo te non è un lavoro come un altro, o che si possa fare per scelta, come talvolta si rivendica nel movimento per i diritti delle prostitute?
Io penso proprio di no. Forse alcune, poche, lo fanno per il piacere di arricchirsi. Io l'ho fatto per superare dei problemi, ma senza mai starci bene. Anche se molte volte si trattava solo di andare a cena e chiacchierare per ore e ore - sono una che sa ascoltare e gli uomini parlano molto con me. Per queste prestazioni non credo che il termine adatto sia prostituta.
Tu fai anche sesso però.
Non prevalentemente, nella maggior parte dei casi accompagnavo gli uomini nei viaggi di lavoro, magari guidavo la macchina mentre loro parlavano di affari al telefono. Non sono «sporca» come mi hanno dipinta: c'è di peggio, ti assicuro.
Veniamo alla tua sfida a Berlusconi. Hai detto che sei pronta a un confronto diretto «sulle vostre vicende specifiche, sullo scambio sesso-potere, sulle tecniche di seduzione, sui rapporti fra uomini e donne».
Sì, non ha risposto.
Qualcosa puoi dire a distanza. Anche se sulle vostre vicende hai detto già tanto, e io non voglio insistere più di tanto. C'è un punto però su cui non si può non tornare. Berlusconi dice di non avere mai pagato per una prestazione sessuale. Ed effettivamente te non ti ha pagata, no? Niente buste, niente soldi dopo quella notte passata insieme. Il presidente avrebbe dovuto farti un regalo, che poi non ti ha fatto.
Infatti. Perché io gli parlai del mio residence, e lui promise di aiutarmi. E io credetti che il suo regalo fosse quella promessa.
Ad altre ragazze, che tu sappia, le ha date queste buste?
Qualcuna l'ha già detto, che ha ricevuto una busta.
Sì, ma si sarebbe trattato appunto solo di un regalo, diecimila euro. Quindi se il presidente dice di non aver mai pagato per una prestazione sessuale, forse intende che ha fatto solo dei regali, gratuiti.
Sarà...
Del resto, non è che una prestazione sessuale costi 10.000 euro, o sì?
Dipende con chi.
Sesso e potere. Fai finta di essere una sociologa: che idea ti sei fatta di come funziona questo rapporto oggi in Italia?
Semplice: mi son fatta l'idea che dall'Italia è meglio andarsene. In Italia non vai avanti se hai doti, meriti, bravura: devi solo essere al posto giusto, conoscere la persona giusta, e non essere ribelle. Così ottieni tutto.
Vale solo per le donne?
Soprattutto per le donne, ma anche per gli uomini.
Ma gli uomini di potere in questo scambio che cosa cercano, e cosa ottengono?
Quello che hanno sempre voluto.
Cioè sesso? Ma solo sesso? O anche ammirazione, compiacimento, compagnia, soddisfazione narcisista? A Repubblica hai detto che a palazzo Grazioli c'era una sorta di harem, ma che mentre «nei veri harem c'è rispetto per le donne, lì c'era solo lui». Puoi spiegarmi meglio? Ti è sembrata una situazione allestita per il narcisismo del Capo?
Lui è lì al centro dell'attenzione. E' un ottimo padrone di casa, cordiale e affettuoso, arrivava con questi pacchettini e tutte erano lì adoranti, facevano la gara a chi ne riceveva di più, e lui era compiaciuto di questo, lui ama circondarsi di ragazze, ogni cena è un'occasione per conoscerne di nuove. E fra queste ragazze c'è molta competizione. Una gara agguerrita per piacergli. E poi c'è la prescelta, o le prescelte.
Tecniche di seduzione. Il presidente dice: «Non ho mai pagato una lira per fare sesso, mi piace la seduzione e la conquista». Tu ti sei sentita sedotta e conquistata da lui?
La prima sera no. Eravamo lì in tante, il presidente alcune le conosceva altre no. Sapeva benissimo chi gli portava Tarantini. E' stato molto galante, è venuto lui da me a presentarsi, mi ha chiesto che cosa faccio e se volevo andare in televisione, ballare, cantare, gli ho risposto di no, che della tv non me ne importava niente.
Più tardi ha detto, davanti a tutti, «c'è qui una ragazza che non si fida più degli uomini, le faremo cambiare idea», evidentemente sapeva tutto di me da Tarantini che s'era rivenduto la mia storia, e io mi sono arrabbiata perché parlava dei fatti miei a voce alta. Non ero ammaliata, non ho fatto la ola come le altre, e quando prima Tarantini poi il presidente stesso mi hanno chiesto di restare per la notte ho risposto «no grazie» e me ne sono andata.
Forse è stata proprio questa mia freddezza che l'ha incuriosito, mentre tutte fibrillavano per una comparsata in una fiction o al Grande Fratello, e lo ha spinto a richiedermi a Tarantini per la seconda volta. Già che ci sono, su quella prima sera vorrei puntualizzare che io avevo pattuito con Tarantini 2000 euro per la cena e basta, non, come qualcuno ha scritto, 1000 per la cena e altri 1000 se restavo. Invece ne ho avuti solo 1000.
Perché non sei rimasta? Solo perché non era nei patti, o perché non eri ammaliata? O per la situazione? Hai già detto che c'erano altre escort, due lesbiche fra le altre. Era una situazione imbarazzante? Era troppo?
Posso solo dirti che c'erano altre ragazze, e che qualcuna dice che non mi conosce e non mi ha mai vista, invece io c'ero e le ho viste, ragazze che lavorano in televisione, la prima sera ce n'era più d'una, compreso qualche nome che non è ancora uscito.
E la seconda sera?
La seconda sera era diverso. Non c'erano tutte quelle ragazze della prima volta, ed era programmato che restassi. Avevo accettato credendo davvero che lui avesse interesse per me, per la mia vita, per il mio problema. Lui cerca di colpirti dimostrando una grande sensibilità. Ma è tutta una finzione, una finzione reale pura. La verità è che siccome con l'offerta di andare in tv non funzionava, lui è passato per la porta del mio cuore. Ha fatto leva sul suicidio di mio padre.
E' questo che gli diresti sulle tecniche di conquista se accettasse il faccia faccia?
Questo, e altre cose sui momenti intimi che abbiamo avuto. Quella notte è stata lunga, le sue tecniche di conquista ha avuto modo di sfoderarle tutte. Sembrava affettuoso, ma era finto. E ora dice che mi manda in galera per 18 anni...voglio che me lo dica in faccia.
Dalla registrazione della telefonata del giorno dopo, anche tu sembri affettuosa. Era una cosa vera o faceva parte della prestazione?
No, io non recito mai. Avevamo passato insieme la notte e questo per me aveva creato una intimità.
Quella notte era il 4 novembre, tutti avevamo altro per la testa. Tu non eri curiosa delle elezioni americane?
Sì, ma finché c'erano anche gli altri le abbiamo seguite su un video. Quando Obama è stato eletto eravamo soli. Il presidente è stato chiamato da qualcuno, è tornato e mi ha detto «abbiamo il nuovo presidente americano».
Come l'ha presa?
Era tranquillo. Ma non ne abbiamo parlato tanto.
Com'è Palazzo Grazioli?
Bello. Un po' kitsch però.
Hai esordito dicendo che sei sola, «più sola di così...». Ti senti sola?
Mi aspettavo più solidarietà. Soprattutto da parte delle donne.
Delle donne in generale, o di quelle ragazze che erano lì con te?
Anche da parte di quelle ragazze lì.
I tuoi rapporti con Barbara Montereale come sono? Si sono rotti?
Non c'era evidentemente alcuna amicizia. Le vere amiche nei momenti difficili ti stanno vicino, lei ha tentato di infangarmi. Mi ha attribuito una volontà di vendetta, io non ho mai meditato vendette. Avrei potuto fare nomi, descrivere situazioni, ma ho parlato solo di me stessa.
C'è ancora un sacco di gente che si chiede perché hai parlato, anche se tu l'hai detto un sacco di volte.
C'era stato quel furto orribile che ho vissuto come una violenza.
O un avvertimento?
Tutt'e due. M'è sparito tutto, vestiti, agende, cd, computer, foto...hanno invaso la mia vita, la mia personalità, tutto. Hanno lasciato un televisore e altre cose di valore e hanno preso la biancheria intima. È chiaro che cercavano qualcosa.
I nastri?
Chi era lì cercava qualcosa.
Fra le donne, femministe e non, c'è un po' di reticenza, capisco che tu dica che ti aspettavi più solidarietà. C'è chi solidarizza con Veronica Lario e con te, e c'è chi diffida di Veronica - è ricca, dicono, e poteva lasciarlo prima - e di te perché comunque sei una escort e «questa storia mi fa complessivamente schifo». L'altra ragione di reticenza, più specificamente femminista, è l'idea che le escort lavorano comunque per il piacere maschile, non per il proprio desiderio, e questo a tante, me compresa, non va giù. Da escort, tu lavori...
Lavoravo: ho smesso.
...lavoravi: per il piacere maschile, per il tuo piacere, per i soldi, per i soldi e il piacere, per i soldi contro il piacere?
Io non ho mai provato nessun piacere a fare la escort. Proprio no. L'ho fatto solo per necessità, e comunque cercavo di scegliere uomini con cui almeno potessi parlare. E col caratterino che ho, ho mandato a quel paese un sacco di persone e di situazioni.
Forse hai potuto parlare proprio perché non eri tanto presa dal gioco.
Non mi sono mai fatta coinvolgere, pur avendo e chiedendo rispetto. Nel caso di persone arroganti rinunciavo. Tante che oggi dicono che non hanno mai fatto la escort e che fanno le modelle, le attrici, le ragazze immagine accettano di ben peggio. E' capitato anche durante un viaggio a Dubai, ho detto di no a uno che mi voleva a cena, non mi piacevano i suoi modi, e lui m'ha detto «chi ti credi di essere, Naomi Campbell?» E io: non mi credo niente, ma non voglio la tua compagnia.
Naomi, Noemi. Una volta hai detto che di fronte alla storia di Noemi Letizia eri senza parole. Ne hai trovate nel frattempo?
Tutte recitano un copione e il copione è sempre uguale. Lo vedi anche dalle dichiarazioni che sono state rilasciate. Il ritornello è sempre quello.
Quale? «Sono senza macchia, non ho fatto niente, voglio solo fare l'attrice»?
Per fare la modella non c'è bisogno di andare a delle cene, una fa i provini, il cast. Quando facevo la modella io non andavo alle cene, mi invitavano ma non ci andavo, ho fatto dei sacrifici, avevo un gruppo di dieci persone che lavoravano con me e con cui dividevo quello che guadagnavo.
Perché hai accettato di candidarti nella lista "La Puglia prima di tutto"? Che t'aspettavi da quella candidatura, o da quella a Strasburgo? E ti sentivi davvero in grado di fare politica?
Tarantini mi chiese il curriculum per le europee, poi mi disse che la moglie di Berlusconi aveva fatto casino e che bisognava soprassedere, e in cambio mi offrì «La Puglia prima di tutto». Perché accettai? Sempre con l'idea che mi potesse essere utile per concludere il progetto che ha portato al suicidio mio padre. E' il mio unico obiettivo, gliel'ho promesso sulla sua tomba.
Secondo te il sistema sesso-potere è legato a Silvio Berlusconi o va avanti anche senza di lui?
E' incardinato su di lui, ma può sopravvivergli.
Hai fiducia nell'inchiesta della magistratura?
Sì, certo. Ma il problema è che tutto quello che è successo sta facendo del male alla mia famiglia, mia madre, mia figlia. Non ho protezione. Non ho lavoro. Certo ho la soddisfazione di aver detto la verità, ma che ci faccio?
Perché sei andata a Venezia? Per fare un po' la diva?
No, non è vero. Mi ha convocata lì la Tv australiana Abc per un reportage, io non ero mai stata al Lido e neanche sapevo che la barca mi avrebbe scaricata nel cuore della mondanità.
Che vorresti fare adesso?
Finire questo benedetto residence, che mi darebbe anche da vivere. Spero che presto si sblocchi il problema amministrativo che lo blocca. Altrimenti racconterò la sua storia vera.
Sei in partenza per Parigi. Stai meglio lì che qui?
Sì. Qua non respiro più. Anche se mi sforzo di sorridere, che devo fare? se piango è peggio.
Che pensi di Veronica Lario?
Mi pare una donna forte, una donna che ha sofferto, anche lei. Giusto stanotte non riuscivo a dormire e ho letto un libro su di lei.
Curiosità: hai un'idea del femminismo, e quale?
Penso questo, che ci sono tante donne in gamba, più degli uomini, e che spesso alle donne tocca fare la parte delle donne e degli uomini.