IL QUIRINALE CONTRO FRIEDMAN: “NON ABBIAMO MAI DATO IL PATRONATO AL PREMIO AMERICA” - MA IL GIORNALISTA INSISTE: HO RIVELATO IL PIANO DI MONTI-PASSERA-NAPOLITANO PER RIMUOVERE BERLUSCONI. E ORA SONO SGRADITO

Friedman racconta le reazioni all’uscita del suo libro, nel febbraio scorso: “Napolitano e Monti si sentono al telefono e provano a concertare una via d’uscita. Ma era difficile smentire: c’era un video in cui Monti raccontava i colloqui estivi, anche con Passera e De Benedetti, per sostituire il Cav”...

Condividi questo articolo


1. IL COLLE E IL PREMIO A FRIEDMAN: MAI CONCESSO IL PATRONATO

Da il “Corriere della Sera

 

BOLDRINI - NAPOLITANO - GRASSO - MONTI BOLDRINI - NAPOLITANO - GRASSO - MONTI

Il Premio America? Il Quirinale non ha mai concesso il patronato. La polemica nasce sul Fatto quotidiano . Il giornale sostiene che il riconoscimento della Fondazione Italia-Usa, avrebbe perso il patronato del Colle in quanto tra i premiati figura anche Alan Friedman, autore di Ammazziamo il Gattopardo (in libreria da oggi in edizione aggiornata) in cui si racconta che Giorgio Napolitano avrebbe interpellato Mario Monti tre mesi prima della caduta di Berlusconi. Dal Colle è arrivata una nota: al premio «non è mai stato concesso l’Alto Patronato, riconoscimento che peraltro nel 2014 non è stato richiesto».

 

 

2. IL VIDEO CHE IMBARAZZA MONTI E IL COLLE - NAPOLITANO E L'EX PREMIER HANNO SMENTITO LE MANOVRE PER FAR CADERE IL CAV. MA ADESSO SPUNTA UN FILMATO

Stefano Zurlo per “il Giornale

 

GLI INTOCCABILI BERSANI MONTI NAPOLITANO BERLUSCONI EDUARDO BARALDI GLI INTOCCABILI BERSANI MONTI NAPOLITANO BERLUSCONI EDUARDO BARALDI

Dietro le quinte del complotto. Magari i congiurati fossero stati all'altezza del loro disegno. E invece no: i Monti e i Napolitano leggono quel lunedì 10 febbraio 2014 le anticipazioni del libro di Alan Friedman e provano a smentire.

 

A sminuire. A buttare la palla in tribuna, sostenendo che non c'è stata alcuna manovra per buttare giù il governo Berlusconi. Sembra impossibile ma nella nuova edizione del suo best seller Ammazziamo il gattopardo, Rizzoli, in libreria oggi, il giornalista svela i retroscena quasi irreali, all'italiana di quel che è accaduto nel backstage in quelle 48 ore vorticosissime. In quei giorni di febbraio in cui irrompe la notizia che il governo Monti non è nato come un fungo, ma era stato preparato da consultazioni e giri di valzer del Quirinale.

 

monti DE benedetti monti DE benedetti

Friedman aggiunge due densissimi capitoli inediti, ricostruisce anche la cena al Quirinale fra Napolitano e Renzi che segna la fine del governo guidato da Enrico Letta, a sua volta completamente ignaro di quel che si sta tramando alle sue spalle, e svela pure un gustoso dettaglio che innesca una nuova polemica: dopo l'uscita del pamphlet stranamente il Quirinale avrebbe tolto l'adesione al premio della Fondazione Italia-Usa. «Evidentemente - spiegano a Friedman - al Quirinale non è gradito il fatto che lei sia stato premiato quest'anno e ci hanno punito». Rappresaglie. Che il Quirinale nega con tanto di comunicato: «A tale manifestazione non è mai stato concesso l'Alto patronato o l'adesione da parte del presidente della Repubblica». Scintille.

 

Un principio di incendio. Come a febbraio. La scoperta del piano andato in scena fra l'estate e l'autunno del 2011 e la sua divulgazione da parte di Friedman provocano reazioni scomposte. La mattina del 10 febbraio, dunque «il presidente della Repubblica è già stato al telefono con il professore della Bocconi, il suo vecchio amico Mario Monti».

 

IL PROGRAMMA SEGRETO DI MONTI, PASSERA E NAPOLITANO

Stanno concertando una via d'uscita alla situazione imbarazzante in cui si trovano, ma la frenesia e l'ansia non aiutano. «Sembra - nota perfido Friedman - che in quella prima telefonata non avessero ancora capito che c'era anche un video a testimonianza delle rivelazioni, e non solo un articolo di giornale».

CORRADO PASSERA E MARIO MONTI CORRADO PASSERA E MARIO MONTI

 

Così, sfiorando il ridicolo, partoriscono «l'idea vecchio stile di scrivere una bela lettera di smentita». Che però si rivela difficile. «Qui c'era un video. Qui tutto era già on line». Si può andare contro un video? No, i due finalmente se ne rendono conto. Ma giocano al ribasso. Inventano una nuova specialità nell'infinito catalogo delle sottigliezze tricolori: la nouvelle vague del complotto. Complotto sì ma anche no. Napolitano scrive dunque una lettera al direttore del Corriere . Il presidente «diceva che era tutto fumo. Fumo».

 

MONTI BERSANI NAPOLITANO CASINI ALFANO MONTI BERSANI NAPOLITANO CASINI ALFANO

Sì, chiacchiere anche se Monti era stato sondato, quasi teleguidato in estate, a giugno, ed era andato pure dall'amico De Benedetti, in Engadina, a chiedere consiglio. Fumo. Peccato, ironizza Friedman, che a Napolitano sia «scappato qualche refuso, qualche nome è mal scritto, c'è un'imprecisione sui fatti relativi allo stato della maggioranza parlamentare nel novembre del 2011. Piccoli errori corretti il giorno seguente, quando il presidente invia una lettera in inglese al Financial Times. Pazienza - chiosa Friedman - era di fretta».

FRIEDMAN AMMAZZIAMO IL GATTOPARDO LA STORIA CONTINUA FRIEDMAN AMMAZZIAMO IL GATTOPARDO LA STORIA CONTINUA

 

Il Quirinale va di corsa a negare quel che non si può più nascondere. E che l'ex premier Monti aveva confermato pure in una videointervista. Monti si sdoppia. Discute con Napolitano per mettere una toppa a quel che la sua lingua ha rivelato. Intanto, incredibile, la mattina dopo Monti si ritrova con Friedman negli studi di Omnibus , a La 7, e qui il giornalista ci riprova: gli chiede cosa sia successo dietro le quinte.

 

ALAN FRIEDMAN ALAN FRIEDMAN

E Monti, candido candido, conferma: «Napolitano e Monti si sono parlati quel lunedì mattina, almeno così ha riferito Monti durante una pausa pubblicitaria, nello studio di Omnibus». Chissà. Forse la voglia di apparire è più forte della fedeltà alla linea riservata imposta dal Colle.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….