IL REFE-RENZI E LA PAURA DI ANDARE A CASA - IL PREMIER SI GIOCA LA CARTA BOSCHI PER LA CAMPAGNA REFERENDARIA. MA ''MARIAELE'' PARTE MALE: ''LA RIFORMA? L'AVREI FATTA DIVERSA'' - PANSA: ''PARE CHE L'IDEA DI ASSOCIARE IL 'NO' A CASAPOUND L'ABBIA SUGGERITA IL SUPER-STRATEGA AMERICANO JIM MESSINA. AL PAROLAIO RENZI DICO: CHIEDI INDIETRO I SOLDI''

Pansa: ''Il caso-Casapound dimostra ancora di più che Renzi non è Togliatti, né tanto meno De Gasperi. La Boschi non è la Jotti. Facebook, Twitter e la baraonda dei social network non valgono l' impegno di un esercito di militanti. Il mio è un discorso vecchio stile? Ne riparleremo dopo il 16 ottobre''...

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1. REFERENDUM, IL PREMIER TREMA E GIOCA SUBITO LA CARTA BOSCHI

Laura Cesaretti per ''il Giornale''

 

La macchina referendaria del Pd si sta mettendo in moto. E tocca a Maria Elena Boschi, madrina della riforma costituzionale, lanciare la volata di quella che sarà la lunga campagna per la consultazione di ottobre.

 

RENZI BOSCHI RENZI BOSCHI

Ieri la ministra era in tour in Sicilia, per lanciare i comitati per il sì regionali, a spiegare le buone ragioni dell' ampia revisione costituzionale da lei firmata e a incitare le truppe democrat alla mobilitazione permanente di qui all' autunno: «Saranno mesi molto belli ma anche faticosi, sarà bello andare ovunque a parlare delle ragioni del sì al referendum. Farlo nelle scuole, nei mercati, nelle piazze», dice la Boschi.

 

È stato Matteo Renzi, all' ultima Direzione del Pd, ad annunciare che il partito sarebbe sceso per le strade in ogni comune a raccogliere le firme sotto la richiesta di referendum confermativo. Una raccolta di firme che tecnicamente non era necessaria, visto che le necessarie firme di parlamentari richieste dalla legge sono già state depositate sia dalla maggioranza che dall' opposizione.

 

viva santa boschi la processione di crozza renzi viva santa boschi la processione di crozza renzi

Ma il premier ha individuato nella mobilitazione capillare un ottimo strumento per svegliare dal torpore il corpaccione del partito in giro per l' Italia, rianimare le truppe attorno all' obiettivo e - di rimbalzo - alimentare anche la campagna elettorale nelle città in cui a giugno si voterà per le amministrative, scadenza che per il resto Renzi vuole tenere ben distinta dalla partita referendaria.

 

viva santa boschi la processione di crozza renzi viva santa boschi la processione di crozza renzi

Sulla quale, ricorda Maria Elena Boschi, il governo si gioca la propria ragione sociale: «Se i cittadini dovessero decidere con il referendum, che noi abbiamo voluto, che non sono d' accordo con questa riforma, beh: penso che sia un elemento di serietà trarre le conseguenze». E le conseguenze, ha spiegato Matteo Renzi, sono che, in caso di bocciatura «io non resterei un giorno di più a Palazzo Chigi».

 

napolitano napolitano

Questione di responsabilità, spiega Boschi: «Il nostro nuovo modo di fare politica passa anche da qui, dal mantenere gli impegni in tempi verificabili, ma anche prendere atto delle scelte dei cittadini. Noi non siamo quelli attaccati alle poltrone». La ministra delle Riforme si rende però conto del rischio di un plebiscito pro o contro Renzi, e mette le mani avanti: «Spero che chi andrà a votare a ottobre voti per il merito, non per la simpatia o l' antipatia del governo. Per fare quello avranno le elezioni politiche del 2018.

 

Sarebbe miope dire di no a un futuro più stabile solo perché non si è d' accoro con questo governo. I cittadini non facciano questo errore». Boschi attacca i «professionisti del benealtrismo», pronti ad affondare la riforma esistente in nome di quella «perfetta», che «è quella che non si fa da 30 anni, e se respingessimo questa aspetteremmo per altri 30».

renzi boschi renzi boschi

 

Ogni grande riforma, ricorda, è frutto di compromessi parlamentari tra opzioni diverse, e anche il governo ha dovuto rinunciare ad alcune sue preferenze: «Ci sono cose che anch' io avrei fatto diversamente, se avessi potuto decidere da sola. Ognuno avrebbe voluto cambiare qualcosa: ma l' impianto funziona, e fa fare passi avanti al Paese».

 

Critica chi si oppone per ragioni di parte: «Molti, come Salvini e Berlusconi, stanno osteggiando il referendum solo per opportunità politica», afferma.

Poi rivendica il lungo approfondimento compiuto dal Parlamento: «Abbiamo fatto oltre 5.200 votazioni sulle leggi costituzionali - sottolinea - neppure i nostri padri costituenti avevano fatto tanto».

 

 

2. LA SIGNORA PREMIER E JIM L' AMERIKANO

Giampaolo Pansa per ''Libero Quotidiano''

 

Sono tre i personaggi di questo Bestiario, più un quarto che è quello decisivo e se ne sta sullo fondo, in attesa di combattere la battaglia delle battaglie. Il primo è un circolo romano di destra, CasAPound, intitolato al poeta americano Ezra Pound (1885 - 1972). Nella seconda guerra mondiale, Pound si era schierato con in nazisti tedeschi e i fascisti italiani. Alla fine del conflitto, la polizia militare americana lo arrestò. Venne deportato in Usa e rinchiuso nel manicomio criminale di Washington dove rimase per un decennio. Nel 1958 ritornò in Italia e qui rimase sino alla morte. Aveva 87 anni.

Giampaolo Pansa Giampaolo Pansa

 

Il circolo di CasaPound non ha fama di essere manesco come tanti centri sociali rossi. Si occupa di politica e di cultura. Le sue scelte sono controcorrente. Si è comportato così quando ha difeso i miei libri revisionisti, a cominciare dal "Sangue dei vinti". E di questo gli sono molto grato. Di recente ha partecipato alle elezioni comunali di Bolzano, conquistando tre seggi. Ma non è questo successo ad averlo portato alla ribalta. Il merito è di un big della politica. Anzi dovrei dire una big, poiché si tratta di Maria Elena Boschi.

 

Il secondo personaggio di questo Bestiario è lei: la super ministra del governo Renzi. La signorina Boschi ha appena 35 anni e insieme al vantaggio dell' età ha dalla sua il fatto di essere una donna di riconosciuta bellezza.

 

CASAPOUND CASAPOUND

Entrata nella politica alta con la nascita del governo Renzi, sta conquistando una posizione dopo l' altra. Arrivata a Palazzo Chigi come ministro per i rapporti con il Parlamento e per le Riforme costituzionali, ha aggiunto al proprio carnet le Pari opportunità, insieme all' incarico di occuparsi delle adozioni internazionali. È quasi la dote di un premier.

 

"Mariaele", come la chiamano gli amici, compresa l' ex ministra allo Sviluppo economico Federica Guidi, in una sfortunata intercettazione telefonica, si dice che abbia una forte influenza su Renzi che la stima e la teme.

SALVINI DI STEFANO CASAPOUND SALVINI DI STEFANO CASAPOUND

 

Una circostanza che ha spinto gli specialisti in gossip a mormorare di un rapporto sentimentale tra i due. È un sospetto inesistente, fondato soltanto sul fatto che la signorina Boschi sia ancora nubile, come avrebbero detto le nostre madri. Del resto, la sua condotta privata è ineccepibile e non presta il fianco a dicerie avventate.

 

La ministra Boschi è sempre molto accorta nelle dichiarazioni pubbliche. Mai un eccesso, mai una parola di troppo, mai una gaffe. È scivolata male una sola volta. Quando ha affermato che i sostenitori del "no" al referendum di ottobre sulla riforma costituzionale si comportano come i tipacci di CasaPound, nel senso che sono fascisti e della peggiore specie.

 

Il riferimento al circolo intitolato al poeta maledetto ha sorpreso un po' tutti. E molti si sono chiesti: perché mai l' astuta Mariaele ha riportato all' onore delle cronache un gruppo che di solito i media ignorano? Spingendo la ministra sotto il fuoco di una polemica che non le è giovata affatto.

CASAPOUND jpeg CASAPOUND jpeg

 

Qualcuno ha sostenuto che a suggerirglielo ci abbia pensato il nuovo spin doctor di Renzi: l' americano Jim Messina. Ma chi sarà mai, questo signore? Ecco una domanda che tra qualche tempo nessuno si farà più. Nato nel 1969 a Denver, in Colorado, pare sia un mago delle campagne elettorali, sperimentato con successo tanto dal presidente Barack Obama che dal premier britannico David Cameron. E oggi è co-presidente di un comitato che riunisce gruppi di interesse a sostegno della candidatura di Hillary Clinton alla Casa Bianca.

 

Il nostro presidente del Consiglio lo ha assunto per guidare la battaglia sulla riforma costituzionale. Per una parcella tutto sommato modesta, centomila dollari, più le spese, Messina sta costruendo la macchina elettorale che dovrà garantire la vittoria a Renzi. In realtà il suo motto dovrebbe essere "Vittoria o morte".

 

maria elena boschi maria elena boschi

Infatti il nostro premier ha già annunciato che, nel caso di una sconfitta, lascerà la vita politica. Abbandonando a se stessi tutti i suoi ministri. A cominciare dalla Boschi che, forse, dovrà rassegnarsi a riprendere la professione di avvocato. In quel caso, i clienti non le mancheranno. Per primo il papà, nei guai per il disastro della Banca Etruria. E non come vittima delle maledette obbligazioni subordinate, bensì come uno dei dirigenti di quell' istituto di credito.

 

Tanti anni di lavoro nei giornali, mi hanno insegnato che il diavolo si nasconde nei dettagli. Per questo sono molto curioso di scoprire perché mai Jim l' Americano abbia suggerito alla ministra Boschi quel parallelo tra gli oppositori della riforma costituzionale e un circolo di destra ignoto alle masse. Voleva forse indicare che i sostenitori del "no" sono biechi fascisti?

 

O addirittura filonazisti, come il poeta messo in gabbia dal governo americano?

Se è così, al suo esordio come manager della campagna elettorale per il "sì", Jim ha toppato mica male. Tanto da ispirare una battuta feroce del gentile Gianni Cuperlo che di lui ha detto: «Jim è uguale ad Alberto Sordi nel film "Un americano a Roma"». Noi anziani ricordiamo il capolavoro di Steno, apparso nel 1954. E il personaggio di Nando Mericoni, bullo di Trastevere, ballerino di tip tap e fanatico degli Sati Uniti. Anche perché accanto a lui c' era una fantastica Ursula Andress, appena diciottenne.

 

JIM MESSINA JIM MESSINA

E qui siamo al quarto personaggio della storia, ossia il premier Renzi. Se fossi al suo posto, ridurrei subito il compenso a Messina a novantamila dollari, per fargli comprendere che certi svarioni nella politica italica non sono ammessi. Capisco che il momento non sia facile per il ganzo fiorentino.

L' impressione di molti osservatori è che il Parolaio del 2016 abbia di fronte un ciclo difficile.

 

I suoi eccessi verbali stanno rompendo i santissimi a troppa gente. Avete notato che non ciancia più di gufi, rosiconi e menagramo? Il miracolo economico che aveva promesso non si vede. Il magico Pil avanza soltanto di uno di zero virgola qualcosa. I migranti continuano a sbarcare e l' Europa vuole che ce li teniamo tutti.

L' incubo di un attentato islamico non si è dissolto. E adesso persino la Boschi fa cilecca, accidenti!

 

matteo renzi matteo renzi

La strategia suggerita dal guru Messina comincia ad apparire fiacca o irreale. Dove e come scovare le truppe per diecimila comitati del "sì", in grado di bussare a migliaia di porte con la tenacia dei Testimoni di Geova? Il tempo degli agitprop messi in campo dal vecchio Pci è finito da un pezzo. Per risuscitarli sarebbe necessario un partito strutturato, con tanto di sezioni e di cellule.

 

Ma Renzi non è Togliatti, né tanto meno De Gasperi.

La Boschi non è la Jotti. Facebook, Twitter e la baraonda dei social network non valgono l' impegno di un esercito di militanti. Il mio è un discorso vecchio stile? Ne riparleremo dopo il 16 ottobre.

 

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