1 - INCHIESTA SULLE BANCHE POPOLARI, RENZI SENTITO COME TESTE
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
VIGNETTA BENNY DA LIBERO RENZI E CARLO DEBENEDETTI
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è stato interrogato dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sulle speculazioni in Borsa legate alle banche Popolari. Il procuratore Giuseppe Pignatone lo ha ascoltato come persona informata dei fatti nell’ambito dell’indagine avviata dopo la denuncia presentata un anno e mezzo fa dal presidente della Consob Giuseppe Vegas che, anche in Parlamento, aveva sottolineato come «l’analisi della dinamica delle quotazioni nel periodo antecedente al 16 gennaio 2015», giorno in cui il governo aveva approvato il decreto per privatizzare le Popolari, «evidenzia un’operatività potenzialmente anomala, in particolare per alcuni soggetti che hanno effettuato acquisti prima del 16 gennaio vendendo poi la settimana successiva».
ezio mauro con matteo renzi e carlo de benedetti
Gli accertamenti dei magistrati erano stati avviati per verificare la correttezza dell’operato di imprenditori ed esperti del mondo della finanza. In particolare si erano concentrate su alcuni investimenti effettuati dal finanziere del fondo Algebris Davide Serra a Londra. Ma anche su acquisti compiuti dall’imprenditore Carlo De Benedetti finito nel mirino della Consob per una plusvalenza di circa 600 mila euro.
Premio Guido Carli Giuseppe Vegas
L’ipotesi tuttora al centro dei controlli è che alcuni investitori possano aver goduto di informazioni privilegiate di chi, all’interno del governo, aveva preparato il decreto e lavorato per farlo approvare. E proprio per questo si è deciso di ascoltare la versione del capo dell’esecutivo.
L’annuncio dell’approvazione del provvedimento fu dato da Renzi a Borsa chiusa, il 16 gennaio 2015, ma nei giorni precedenti erano filtrate diverse notizie sulla possibilità che si intervenisse per privatizzare il settore. Per questo si cerca di verificare la catena delle informazioni e in particolare il percorso degli elaborati preparati dal ministero dell’Economia in collaborazione con Palazzo Chigi e quindi la possibilità che ci sia stato un insider trading. L’interrogatorio di Renzi è avvenuto il 20 maggio. Nei giorni scorsi si erano rincorse indiscrezioni sull’incontro con i magistrati, sempre smentite sia dalla Procura, sia da Palazzo Chigi.
MATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE A firenze
In realtà nel corso dell’interrogatorio il premier avrebbe negato di aver mai saputo della circolazione di notizie riservate, pur ribadendo — come aveva fatto all’epoca quando la denuncia di Vegas sollevò numerose polemiche — che della possibilità di una privatizzazione si era parlato più volte.
Lo stesso Vegas nella sua relazione trasmessa al Parlamento aveva evidenziato come già il 3 gennaio un dispaccio dell’Ansa «commentando le risultanze degli stress test per le banche italiane riportava l’indiscrezione relativa alla possibile riforma per consentire aggregazione di banche in difficoltà e le Popolari». La conferma, secondo il vertice dell’organismo di vigilanza, della «soffiata».
Successivamente la Consob aveva trasmesso alla magistratura la documentazione che ricostruiva l’andamento «anomalo» del mercato, specificando come le verifiche affidate alla Guardia di Finanza avrebbero già evidenziato il «frazionamento» di alcuni investimenti italiani ed esteri nel tentativo di mascherare l’identità di chi ha operato.
2 – IL PREMIER TESTE PER CAPIRE SE DA "UOMINI VICINI A LUI" GIUNSERO A DE BENEDETTI NOTIZIE RISERVATE SUL DECRETO DELLE POPOLARI. IN BORSA BOOM DI ACQUISTI DELL'INGEGNERE
stralci dall’articolo di Valeria Pacelli e Marco Lillo per il “Fatto Quotidiano”
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azzurra caltagirone e nicola porro
Chi ha portato i magistrati romani a bussare a Palazzo Chigi è l'ingegnere Carlo De Benedetti. Il fondatore e presidente onorario di Cofide (controllata dalla famiglia, gruppo attivo anche nell' editoria con L' Espresso e La Repubblica) in una telefonata con il suo intermediario per gli acquisti azionari avrebbe indirettamente tirato in ballo il premier come fonte di rivelazioni relative a notizie utili per fare investimenti in Borsa.
A dicembre del 2015 Nicola Porro su Il Giornale rivelò il primo pezzo della storia. De Benedetti in alcune telefonate con gli intermediari usati dalla società di investimento del suo gruppo, la Romed, "chiederebbe direttamente di investire in Popolari. Il decreto del governo ancora non c' è. Ma l' ingegnere sosterrebbe di essere stato informato, tra gli altri, anche da ambienti vicini a Bankitalia". Sempre secondo Il Giornale, "venerdì 16 gennaio, Cdb piazza alcuni ordini, tra cui quello da circa 5 milioni sulle Popolari.
CARLO DE BENEDETTI E MATTEO RENZI A DOGLIANI DA CHI
L' operazione avviene appunto attraverso Bolengo (Gianluca, amministratore delegato di Intermonte Sim, ndr). (…) Al telefono Cdb dice di sapere per certo ciò di cui si rumoreggia sui mercati: arriverà presto la trasformazione delle popolari. (…). Fonti che sarebbero vicine alla Banca d' Italia".
Ora si scopre che in realtà le fonti istituzionali non sarebbero "vicine alla Banca d' Italia" ma a Palazzo Chigi.
POPOLARI: DE BENEDETTI, NESSUNA INFORMAZIONE PRIVILEGIATA
(ANSA) - In merito alle notizie riportate oggi dalla stampa sulla vicenda delle banche Popolari, l'Ingegner Carlo De Benedetti "è stato effettivamente ascoltato qualche tempo fa come persona informata sui fatti dalla Procura di Roma per sommarie informazioni". E' quanto riferisce una nota di un portavoce di De Benedetti.
davide serra matteo renzi maria elena boschi
De Benedetti, vi si legge, "ha confermato quanto già dichiarato alle agenzie di stampa il 14 dicembre 2015: nessun abuso di informazione privilegiata c'è stato da parte della società Romed né tantomeno da parte sua". "E' opportuno ribadire che le discussioni e le indiscrezioni relative a una possibile riforma delle Popolari - si fa notare - erano di pubblico dominio già diverso tempo prima dell' approvazione del decreto da parte del governo.