IL SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE HA MENTITO SULLE VISITE PRIVATE NELLA CLINICA “NUOVA VILLA CLAUDIA”? UN DOCUMENTO DELLA REGIONE LAZIO LO INCASTRA
Alessandro Rico per “La Verità”
RISPOSTA DELLA REGIONE LAZIO D AURIGEMMA SU PIERPAOLO SILERI
Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha parlato di «documenti vecchi e superati, notizie false create ad arte da gruppi di potere». Può darsi sia in atto una cospirazione. Per adesso, una nota della Regione Lazio, che non sembra affatto «vecchia e superata», essendo datata 8 settembre 2021, porta il caso delle sue visite private a Nuova Villa Claudia direttamente sul tavolo dell'Ordine dei medici di Roma.
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Prima di tutto, ricapitoliamo la vicenda. Mercoledì, La Verità (e anche Repubblica) (e anche Dagospia, ndD) hanno rivelato i risultati di un'istruttoria della Direzione regionale Salute e Integrazione socio-sanitaria del Lazio.
Le carte provavano che Sileri, medico del Policlinico Tor Vergata, entrato in aspettativa allorché, nel 2018, si era fatto eleggere senatore con il Movimento 5 stelle, aveva esercitato, tra il 20 marzo di quell'anno e il 25 gennaio 2019, «attività professionale, sia pure di natura occasionale, presso la casa di cura Nuova Villa Claudia», che sorge sulla via Flaminia Nuova, «con oneri a carico del singolo utente e non a carico del Sistema sanitario regionale», con il quale la clinica è convenzionata.
Problemino: la legge consente, ai medici in aspettativa come lui, solo di effettuare «prestazioni di alta qualificazione professionale in relazione alle quali si renda necessario il continuo esercizio per evitare la perdita della professionalità acquisita», purché quei servizi vengano erogati «presso l'amministrazione di appartenenza», in maniera «saltuaria, gratuita e senza alcun onere per l'amministrazione».
In parole povere, Sileri, per non perdere la mano da chirurgo, era autorizzato a esercitare di tanto in tanto, senza percepire compensi. L'indagine svolta dall'ente di Nicola Zingaretti, invece, conclude che il sottosegretario grillino ha lavorato, sì, occasionalmente, ma presso una struttura privata e facendosi anche pagare. In un servizio del maggio scorso, andato in onda alle Iene, Sileri si schermì, spiegando che a Villa Claudia aveva svolto esclusivamente «attività di formazione e tutoraggio».
Il documento della Regione, risalente al 10 giugno, lo smentiva. E gli attribuiva una «attività non svolta presso l'amministrazione di appartenenza per il mantenimento delle competenze, né (di insegnamento e tutoraggio) a titolo gratutio». Infine, prometteva che avrebbe trasmesso tutte le informazioni «all'Ordine dei medici di Roma» e all'Università Tor Vergata, mentre avrebbe chiesto «alla Asl Roma 1 di procedere al computo esatto delle somme incassate nel periodo sopra citato, affinché il predetto importo possa essere scomputato dal livello massimo di finanziamento per l'anno corrente perché la casa di cura, pur essendo in possesso degli elementi conoscitivi idonei a prevenire i fatti, avrebbe consentito l'erogazione di prestazioni in modo non conforme alla cornice normativa prevista».
Con curiosa intempestività, finalmente, proprio mercoledì - il giorno in cui la stampa ha portato il pubblico a conoscenza dei fatti - il materiale dell'inchiesta, le cui conclusioni vengono tutte confermate, è giunto all'ordine professionale al quale appartiene il sottosegretario. Ed è singolare che, nell'incipit della missiva, la Direzione regionale Salute faccia «ammenda per il ritardo dovuto a disguidi fra uffici». Dove, negli ultimi giorni, dovevano aver capito che qualcosa si stava muovendo.
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Il 2 settembre, ad esempio, Antonello Aurigemma, consigliere regionale di Fdi, aveva inviato un sollecito via pec al dipartimento Salute e all'assessore Alessio D'Amato, chiedendo «di ricevere copia del riscontro dell'Ordine dei medici di Roma e dell'Università Tor Vergata alla nota» di giugno e «di sapere se la Asl Roma 1 ha proceduto al computo esatto delle somme indebitamente incassate dalla casa di cura» di via Flaminia Nuova. È solo con la comunicazione dell'altro ieri, però, che il Lazio si è affidato ai dottori della Capitale «per ogni valutazione di vostra competenza».
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Tradotto dal burocratese: per stabilire se sia opportuno sanzionare Sileri. Il quale, nella sua autodifesa, ha appunto squalificato tutti i documenti come «vecchi e superati». Peccato che, a quanto pare, nel frattempo la Regione non abbia cambiato versione. Anzi, ribadisca gli esiti della sua indagine ai colleghi del sottosegretario.
Come può essere «vecchia e superata» una carta risalente a mercoledì? Dallo staff del sottosegretario è arrivata, in tarda serata, una replica: «All'epoca, Sileri era ricercatore a Tor Vergata e non dipendente del Servizio sanitario nazionale. Fu autorizzato a svolgere quell'incarico dal titolare della cattedra e dal rettore dell'ateneo. Se qualcuno ha sbagliato, non è stato certo il ricercatore...». Chissà se l'Ordine sarà dello stesso parere.
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