1. I SONDAGGI DICONO CHE IL REGNO DI RENZI PUÒ FINIRE PRESTO
Maurizio Belpietro per “Libero Quotidiano”
Per molti Matteo Renzi è inevitabile come il raffreddore. Non serve vaccinarsi e neppure imbottirsi di pillole.
Il malanno arriva, dura un tot di giorni e poi se ne va. Ecco, il presidente del Consiglio come un raffreddore sarebbe inevitabile. Inutile darsi da fare, inutile cercare di fermarlo, ormai c'è e durerà il periodo che deve durare. La tesi dei rassegnati ovviamente prende le mosse non solo dal consenso indubitabile raccolto dal premier, ma anche dall' assenza di alternativa.
Messo fuori gioco dai giudici Silvio Berlusconi, il quale per la verità ha sulle spalle qualche errore e parecchi anni, all' orizzonte non si intravede un leader capace di contendere la poltrona al ducetto di Rignano. Non Beppe Grillo e neppure il suo discepolo Luigi Di Maio, il quale pur essendo il lato presentabile del grillismo ha i suoi guai dentro il movimento, perché gli altri non vedono di buon occhio la sua ascesa.
Difficile immaginare anche un' alternativa con indosso le felpe della Lega e non perché Matteo Salvini non abbia lanciato temi molto popolari, che in breve gli hanno fatto conquistare un consenso che il Carroccio non ha mai avuto neppure nei tempi d' oro di Umberto Bossi. No, la ragione che spinge a non considerare il capo lumbard un possibile avversario nella sfida elettorale con Renzi è la diffidenza che ancora molti, soprattutto al Sud, nutrono nei suoi confronti.
Piuttosto che votarlo molti si rassegnano a Renzi, anche nel centrodestra.
Dunque, per il gioco delle esclusioni non resta che allargare le braccia accettando l' inevitabile sciagura. Questa per lo meno la tesi di tanti, i quali, pur non amando il presidente del Consiglio, lo vedono per l' appunto come una malattia senza rimedio.
Ma siamo proprio sicuri che sia così? Siamo cioè proprio certi che il premier sia imbattibile e che non si possa costruire un candidato più serio e che non ci racconti come l' attuale inquilino di Palazzo Chigi una story balling? Io credo che un' alternativa ci sia. E il mio non è un convincimento campato per aria, ma un ragionamento suffragato dai dati.
Mi spiego. Ieri su Repubblica Ilvo Diamanti, un esperto di flussi elettorali che certo non ama il centrodestra, ha spiegato che se si andasse a votare oggi, il Pd porterebbe a casa il 31,8 per cento, ossia meno di quel che serve per avere il premio di maggioranza previsto dall' Italicum. In altre parole, il Pd è il primo partito italiano ma rischia di essere sconfitto.
Infatti, dietro ai democratici nella classifica si piazza il Movimento Cinque Stelle con il 27,2 per cento. Forza Italia è data al 13,2 e la Lega al 12,5, dopo di che arrivano Fratelli d' Italia con il 4,5 e il Nuovo centro destra con il 3,1. Ciò significa che non solo Renzi non ha la maggioranza, ma che alle politiche può essere contrastato dal gruppo di Grillo e da una lista di centrodestra che se si mettesse insieme avrebbe il 33 per cento.
Non è tutto. Nel suddetto sondaggio, Diamanti segnala che il premier rimane il leader politico più amato in questo momento, con circa il 44 per cento del gradimento. Un dato che potrebbe far pensare bene, per lo meno i tifosi del capo del governo, ma invece deve essere guardato con un certa preoccupazione. Infatti lo scorso anno, dopo gli 80 euro, Renzi godeva di un consenso simile a quello di Lukashenko, il dittatore bielorusso, pari a circa il 75 per cento.
giovanni toti matteo salvini giorgia meloni
Dunque in un anno ha perso trenta punti, che certo non possono essere considerati pochi. Inoltre, a fronte del 44 per cento del presidente del Consiglio, un signore che sta sempre in tv e non risparmia convegni e dichiarazioni, c' è un 36 per cento che dovrebbe impensierire Renzi ed è quello della capa di Fratelli d' Italia. Nella classifica dei leader con il maggior gradimento, Giorgia Meloni risulta infatti seconda. E dopo di lei arriva Salvini con il 33. Solo quarti Grillo e Di Maio.
Che cosa significa? Che la leadership del Rottamatore non è così salda come sembra e a differenza di quanto si creda anche lui può finire rottamato e anche più in fretta di quanto si pensi. Non è vero che a lui non esista un' alternativa. L' alternativa esiste, ma non la decidono né le segreterie dei partiti, né i poteri forti e neppure i giornalisti.
A stabilire chi ha la stoffa per guidare una forza politica o un governo ci pensano gli elettori, i quali spesso sono molto più saggi e acuti di quanto ritengano osservatori e prenditori di denaro pubblico. Checché se ne dica, non basta essere furbi per governare un Paese e non basta raccontare che l' Italia va come un treno per convincere gli italiani che è proprio così.
Insomma, la realtà è molto diversa da una story balling. Quella va bene per la tv, non per la vita reale.
Quanto al resto, spesso il raffreddore passa più fretta di quanto ci si immagini. E Renzi potrebbe essere un raffreddore passeggero.
2. "C' È CHI FA DRITTO LO STORTO E STORTO IL DRITTO"
Eugenio Scalfari per “la Repubblica”
Il nostro giornale ha pubblicato ieri un sondaggio mensile compiuto dall' istituto Demos sull' orientamento politico dei cittadini. Le domande e le risposte sono molte ma Ilvo Diamanti che ne è l' autore coglie l' essenza del sondaggio con queste parole: «Il consenso a Renzi si rafforza da un mese all' altro, ma quello verso il suo partito diminuisce».
Sembrerebbe un' incomprensibile contraddizione, invece spiega con esattezza quello che sta avvenendo: tra i vari cambiamenti di Renzi c' è l' aumento del consenso al centro e a destra. La lite con l' Europa lo porta addirittura a ridosso dei movimenti antieuropei. Queste simpatie politiche vanno alla persona ma non certo al Pd che resta un avversario da battere.
Siamo dunque in presenza di un fenomeno di trasformismo che è tipico della politica in genere e di quella italiana in particolare.
Il trasformismo è storicamente il nucleo della nostra politica, lo fu fin dalla caduta della Destra storica nel 1876 e da allora ha sempre contraddistinto la nostra storia: Francesco Crispi, Giovanni Giolitti, perfino Mussolini e poi la Dc e poi Berlusconi.
Ora Renzi e con lui gran parte della classe politica che si sta orientando in suo favore abbandonando i partiti di provenienza. Il serpente della politica cambia pelle, i consensi verso Renzi provengono da destra; lo scopo è di cambiare pelle al Pd o meglio alla sigla del Pd che dovrebbe diventare la nuova etichetta del centrodestra italiano. Molti del Pd restano renziani anche se non capiscono ciò che sta avvenendo; altri lo capiscono e sono d' accordo. Per sentirsi in pace con la coscienza dicono che quella di Renzi è la sinistra moderna.
Ma la sinistra, la vera essenza della sinistra, qual è? Non voglio ripetermi, ma i valori principali della sinistra autentica e di tutti i tempi sono quelli dell' eguaglianza, della libertà e della dignità. Il resto è trasformismo, privilegi, clientele, malaffare. Oppure autoritarismo se non addirittura dittatura: uno comanda, gli altri obbediscono.
In un vecchio film interpretato da Alberto Sordi e intitolato Il marchese del Grillo Sordi recita un sonetto orecchiando il poeta romanesco che nei suoi versi principali suona così: «Io so io e voi nun sete un c… / sori vassalli buggeroni/ e zitto.
/ Io fo dritto lo storto e storto er dritto/ e la terra e la vita io ve l' affitto».
Mi pare che si attaglia perfettamente al trasformismo italiano quando diventa autoritario.