Luca Telese per la Verità
«Quando ero bambina mio padre non c' era.
Eravamo tre fratelli, mia madre ci manteneva da sola, talvolta facendo salti mortali per mettere insieme il pranzo con la cena».
Era una sarta.
«Si. Lavorava da casa. Aveva un piccolo telaio e una macchina da cucire in camera, quartiere Prenestino a Roma».
Cosa ricordi di quei tempi?
«Per far quadrare i conti mamma prendeva dei lavori in più e per smaltirli si allungava alla notte. Rimaneva lì, con il suo televisorino in bianco e nero acceso. E cuciva».
Era una maga del merletto.
«Infatti. Il telaio di notte non lo poteva usare, per via del rumore. Quindi per molti anni, per me il suono della sera era il ritmo rassicurante della macchina: tu-tu-tum, tu-tu-tum. Mi addormentavo cullata da quel suono sapendo che la mia mamma era lì che lavorava e vegliava su di me. Bello».
Eri orgogliosa di lei.
«Oh sì. Mi cuciva vestiti belli, fantasiosi, colorati. E poi c' era una cosa che nessun altro poteva avere».
Quale?
«Con la stessa stoffa di quegli abiti, confezionava i vestitini delle mie bambole. Questa singolare e scenica parure era un regalo unico e irripetibile, molto invidiato dalle amiche. Ci ho pensato per anni».
A cosa?
«A quanto ne ero felice. Questo per dire che non sono mai i soldi o le marche che fanno la differenza, ma l' attenzione che c' è nelle cose fatte per te da chi ti ama. È una bella lezione che oggi provo a trasmettere ai miei figli».
Lorella Cuccarini è per tutti «La Cuccarini»: un nome che è diventato un marchio di fabbrica. Un articolo al maiuscolo: come «La Pavone», come «La Carrà». Incontro la Lorella Nazionale in un caffè del quartiere Mazzini. Look acqua e sapone, jeans, occhiali a specchio. Chi passa non la riconosce, vede una bella ragazza discreta e poco appariscente.
Ma dietro quelle lenti si nascondono una attrice di cinema (ha un ruolo di primo piano nella nuova fiction di Gianni Morandi su Canale 5, L' isola di Pietro 2) e di teatro (inizia domani il tour di novanta repliche per Non mi hai più detto ti amo!) che arriva alla maturità. E che oggi twittando si toglie qualche sassolino «da cittadina semplice». È una Lorella sorprendente e appassionata che per la prima volta parla (anche) di politica.
Stai per partire in tournée. Sei contenta di questa terza vita sul palcoscenico?
«Vuoi la verità? Non mi piaccio mai. Non mi rivedo mai».
Addirittura?
«Il mio perfezionismo patologico mi rende difficile giudicarmi».
Pensavo che con l' età fossi diventata più indulgente con te stessa.
(Sorriso) «Sai, chi si è formato con la danza è come se venisse dall' accademia. Abbiamo il più alto grado di disciplina dopo i corpi speciali e le forze armate».
Addirittura?
«È un problema di differenza tra percezione e realtà. Ti immagini le cose in un altro modo, se ti riguardi rischi la delusione».
Quindi soffri?
«Per fortuna mi fido del pubblico. Quando vedo che chi è in sala è soddisfatto curo la mia ansia perfezionistica».
Eppure hai portato in scena una cosetta come Grease, confrontandoti con Olivia Newton-John.
«Sì, con Giampiero Ingrassia, un ricordo bellissimo. Ma ero sul mio campo elettivo, il ballo. Oggi - sempre al fianco di Giampiero, ma sul terreno difficile della commedia, interpreto una madre».
Anche nella fiction sei madre.
(Sorriso) «Anche nella vita. Non so quale sia il più difficile dei tre ruoli».
Nella fiction sei una madre sentimentale.
«Si, ma visto che è quasi una spy story non posso svelarti nulla della trama».
Qualcosa puoi dirmi.
«Sì. Abbiamo girato nella splendida cornice di Carloforte. Sono tornata con la nostalgia del tonno».
Chi interpreti?
«Isabella: una donna coraggiosa che ne ha viste di tutti di tutti i colori e che deve riprendere in mano la sua vita».
E nella realtà che madre sei?
«Sono terrorizzata dal cliché imperante della mamma-amica: un genitore deve essere solido».
Sei legatissima ai tuoi figli.
«Non c' è mai stato un momento in cui ci siamo allontanati. La grande già lavora, per una multinazionale, è analista nel real estate. Il secondo e i due gemelli studiano».
Quando senti parlare di «La Cuccarini» che pensi?
«Non ho il culto della mia personalità, anzi. Ho iniziato come ballerina a 18 anni. Se mi guardo indietro oggi mi pare una fiaba: avevo talento ma sono stata molto fortunata».
Per cosa?
«Per il fatto che Pippo mi abbia scelto. Per aver lavorato in quella Rai, in quegli anni, nella stagione in cui forse la tv italiana era la più bella del mondo».
Lo pensi davvero?
«Livello eccelso, ma passione artigianale: tv fatta da gente che sapeva farla. Oggi è difficile vedere prodotti di quei livelli. Si fa sempre meno tv di intrattenimento».
Perché?
(Sospiro) «Forse perché i reality costano meno...».
Quale è stata la tua migliore dote, all' inizio della carriera?
«Esserci! Mancava un personaggio: e sono stata la persona giusta nel momento giusto. C' erano molte tecnicamente più brave di me».
Dici che il tuo rapporto con il pubblico è la tua medicina.
lorella cuccarini con le drag queen
«Vero. Oggi vengono a vedermi persone che sono cresciute con me: c' è un patto silenzioso con il pubblico».
Quale?
«Faccio sempre e solo le cose che amo, al meglio possibile. Non mi interessa arricchirmi, scelgo la qualità della vita».
Sei molto presente sui social.
(Sorriso) «Lo sono più di quel che si vede. Uso i social come agenzia di informazione».
Spiegami.
«In questa fase ho grande curiosità per la vita pubblica, molta voglia di farmi le mie idee».
Fammi un esempio.
«Ho letto un paio di libri che mi hanno letteralmente cambiato la testa sul concetto di manipolazione».
Quali?
«Ho trovato illuminante il libro di Marcello Foa Gli stregoni della notizia. È uno spaccato molto preoccupante sull' informazione».
E poi, come continua il tuo percorso?
«Sono diventata una frequentatrice del sito di Alberto Bagnai».
L' economista no euro, oggi deputato?
«Proprio lui. Hai il dono della chiarezza. Persino io, che non ho mai capito nulla di economia, riesco a capire tutto quel che dice, o quasi».
Sono «voci eretiche».
«Le voci contro sono stimolanti. E il pensiero del vecchio mondo è in crisi. Considero un mio dovere capire come cambia la società in cui vivo».
Hai degli ideali?
«Ho 53 anni. La vita che dovevo fare l' ho fatta. Ma mi sta a cuore l' idea di consegnare ai miei figli un mondo migliore».
Ma come sei arrivata ai siti degli economisti sovranisti?
«Il libro di Foa mi è stato consigliato da mia sorella, e mi ha molto colpito. Due anni fa ho letto Il mondo nuovo di Aldous Huxley, e mi si è aperta la finestra del ragionamento sulle utopie negative».
Huxley più Foa, cortocircuito tra autoritarismo e manipolazione.
«È un po' come la pillola rossa e la pillola blu di Neo in Matrix: dopo non torni più indietro. Con la pillola rossa ti devi svegliare dal sonno».
Ad esempio su quale tema?
«La favola dell' Europa non è quella che ci raccontano».
In cosa è differente?
«Viviamo una Unione divisa dagli egoismi, costruita sulla speculazione dei grandi mercati. Non c' è etica, c' è troppa finanza».
E poi?
«Sovranità sembra diventata una brutta parola. Eppure il concetto è iscritto nel primo articolo della nostra Costituzione!».
È un principio a cui tieni?
«Ha un valore immenso, ed è il nodo della partita con Bruxelles: se a un governo si impongono dei vincoli per condizionarlo, la nostra sovranità è a rischio».
Come ti collochi nel cosiddetto conflitto tra popolo ed élite?
«Con il primo, tutta la vita! Io vengo dal popolo, e non mi sento rappresentata da quelle élite».
Fammi un altro esempio.
«Pochi giorni fa ho letto un sondaggio: una delle paure più grandi degli italiani è lo spread».
È il tema di queste ore.
«Non possiamo vivere con l' incubo dello spread. L' ho capito persino io!».
Come sei arrivata a Bagnai?
«Smanettando su Twitter. È uno che traduce dall' economese e che prova a farsi capire. Come Paolo Savona, che ammiro molto».
Pure Savona? Se ti sente Pierre Moscovici ti fa arrestare.
«Savona è una persona di grande spessore. Uno dei pochi che può essere ascoltato a livello internazionale».
Sono temi di cui discuti in famiglia?
«Sì, siamo tutti molto spasimanti. Uno dei miei figli fa un master in public policy all' Aia. Ci trasmette la sua passione civile».
Cosa hai votato?
«Diciamo per le forze di governo».
Tua madre è morta nel 2002, a 65 anni.
«Io me la sono goduta, ma i nipoti meno, e questo mi dispiace. Era una donna leale. Dignitosa. Parlava poco».
Timida?
«Era una generazione che aveva pudore dei sentimenti. Forse per questo i miei ragazzi me li sbaciucchio tutti. A volte - disperati - si scansano».
Cosa ti diceva lei?
«Guardati nello specchio a testa alta. Era il mio faro».
Orgogliosa di te, immagino.
(Risata) «Disperata solo perché riuscivo a fare a malapena un' asola. Io sono elettrica, lei era metodica».
MARCELLO FOA GLI STREGONI DELLA NOTIZIA
Ti ha regalato anche il vestito da sposa.
«Un abito rosa. Multistrato, gonna color champagne con pizzo Macramé, ripreso con perle dello stesso colore. Che bello il ricordo delle prove, io e lei, sole».
E poi?
«Mi ha cucito un completo post gravidanza. Dovevo prendere o dare un Telegatto. E lei mi ha preparato un pantalone morbido con questa casacca ricamata che mascherava i postumi del parto».
Non mi hai detto dei gemelli.
lorella cuccarini heather parisi
«Il maschio è appassionato di musica, è dj. Mi fa ascoltare quel che compone, anche se io rispetto a lui sono... arcaica. È bravo: si è preso un anno sabbatico per coltivare la passione».
E la femmina?
«Scienze politiche e calcio: è un difensore centrale pazzesco».
Scherzi?
«Affatto. Roma calcio femminile. Ha iniziato a casa con Giovanni e Giorgio, ma è l' unica che ha continuato. Le donne sono sempre serie».
Nel futuro dove ti vedi?
(Sospiro) «Guardami. Esattamente dove sono ora».
Perché?
(Risata solare) «Sono in una condizione di grande serenità. Sono molto realizzata. Tutto quello che arriva in più, è un regalo».
LORELLA CUCCARINI 8 BAUDO PARISI CUCCARINI