STRASBURGO BASTONA ANCORA L’ITALIA. E IL BANANA SPERA DI CANCELLARE LA SUA CONDANNA - PER LA CORTE DEI DIRITTI DELL’UOMO I GIUDICI HANNO SBAGLIATO A PROCESSARE GRANDE STEVENS E GABETTI PER L'EQUITY SWAP FIAT: NON SI PROCESSA DUE VOLTE PER LO STESSO FATTO

I due erano stati sanzionati dalla Consob, e il successivo processo penale violava il principio del “ne bis in idem”: non si può sanzionare due volte per lo stesso fatto illecito - Gli avvocati del Banana vogliono usare questa sentenza per cancellare la condanna: aveva già pagato al fisco multe salate per il caso Mediaset, la condanna penale è un “doppione”…

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1. STRASBURGO BASTONA ANCORA L’ITALIA. E IL BANANA SPERA DI CANCELLARE LA SUA CONDANNA

DAGONOTA

 

La Grande Camera di Strasburgo ha detto no al governo italiano che si è opposto in ogni maniera alla decisione del 4 marzo scorso della Corte per i diritti dell'uomo che ha stabilito che non si può' essere processati due volte per lo stesso motivo. Ora quella sentenza diventa "definitiva", come scrive l'ultimo organo di giustizia europea. E così pure la condanna all'Italia che adesso deve anche provvedere (e in fretta) a cambiare le leggi.

 

GIANLUIGI GABETTI - copyright Pizzi GIANLUIGI GABETTI - copyright Pizzi

Ma già' in tutta Europa sono pronti numerosi ricorsi per altri casi proprio traendo spunto da questo. E anche Berlusconi e' già in campo per farsi annullare da Strasburgo la condanna per i diritti tv.

 

Tutto nasce dal processo penale che il tribunale di Torino ha intentato nel 2007 contro L'avvocato Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti per l'equity swap Ifil-Exor (azioni Fiat, anno 2002): subito l’avvocato di Grande Stevens, Michele Briamonte, obietto' in tutte le aule possibili che il processo non poteva svolgersi perché già nel 2005 erano intervenute salatissime multe della Consob e quindi doveva prevalere il "ne bis in idem": non si può perseguire due volte per lo stesso reato.

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MICHELE BRIAMONTE FOTO LAPRESSE MICHELE BRIAMONTE FOTO LAPRESSE

L'obiezione in Italia non e' stata accolta e i tre gradi di giudizio in Italia hanno portato alla condanna, cancellata definitivamente dalla Cassazione nel dicembre 2013. Ma Briamonte e poi gli altri legali professori Aldo Bozzi, Franco Coppi e Natalino Irti si erano già' rivolti a Strasburgo per violazione dei diritti dell'uomo.

 

E il 4 marzo la corte europea ha dato loro ragione condannando l'Italia per violazione dell'articolo 4 del protocollo 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo: vietato accanirsi con secondi processi. Immediato e' stato il ricorso del governo italiano che adesso ha accusato il ko definitivo assieme a un sistema giudiziario da mettere a nuovo. Berlusconi, assistito proprio da Coppi, ora aspetta il suo giudice a Strasburgo.

Franco Coppi Franco Coppi

 

 

2. IFIL: CORTE STRASBURGO BOCCIA RICORSO ITALIA

CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL UOMO CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL UOMO

(ANSA) - L'Italia ha violato il diritto ad un equo processo e quello a non essere giudicati e sanzionati due volte per lo stesso reato nell'ambito della vicenda Ifil, che ha portato a sanzioni amministrative da parte della Consob nei confronti di Exor, Giovanni Agnelli & C. s.a.s., Gianluigi Gabetti e Franz Grande Stevens. La Corte europea di Strasburgo ha infatti confermato oggi la condanna nei confronti dell'Italia per il caso Ifil-Exor, che diventa quindi definitiva in seguito alla bocciatura del ricorso presentato dal governo contro la prima sentenza del marzo scorso. Lo si è appreso oggi da fonti della stessa Corte.

FRANZO GRANDE STEVENS MICHELE BRIAMONTE EZIO MAURO ALLO STADIO FOTO LAPRESSE FRANZO GRANDE STEVENS MICHELE BRIAMONTE EZIO MAURO ALLO STADIO FOTO LAPRESSE

 

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