Dagonota
E’ solo umanità, o “pietas romana”, quella che spinge Alessandro Sallusti a scrivere “Forza Renzi” su Il Giornale a proposito del terremoto? “Tocca a lui - dice il direttore del quotidiano che fu di Montanelli - a fare il possibile e l’impossibile, e noi saremo al suo fianco a sostenerlo”. Per carità, aggiunge anche: “... a differenza di quanto di quanto fecero la sinistra, i suoi giornali, ed i suoi intellettuali all’epoca del terremoto dell’Aquila”.
Ma il distinguo è poca cosa rispetto al “Forza Renzi” sbattuto in prima pagina sul quotidiano di famiglia. Già, perché una formula del genere difficilmente sarebbe stata adottata se prima non ci fosse stato un consulto con l’azionista di riferimento; che, vale la pena di ricordare, è formalmente Paolo Berlusconi: guarda caso, fratello di Silvio.
Come anticipato da questo sito proprio ieri, il Cavaliere - vuoi per stimoli politici, vuoi per reale coinvolgimento emotivo - sosterrà senza macchia il governo nelle scelte che verranno adottate dal governo sul terremoto. Il sisma dell’Aquila gli fece vedere un paese reale, bisogni reali, necessità reali che fino a quel momento leggeva distrattamente sui giornali. Lo mise davanti ad uomini e donne che persero tutto: casa, affetti, risorse. E lo segnò violentemente.
Per questo, è pronto ad un affiancamento umanitario a Renzi che potrebbe essere (per dirla come quelli che parlano bene) prodromico chissà a quale evoluzione dello scenario politico. Di Matteo, Silvio si fida poco. Sa però che in questo momento il Ducetto di Rignano ha bisogno di lui, del suo sostegno. E non è un caso che il premier abbia rispolverato gli stessi slogan di Berlusconi di sette anni fa: nessuno verrà lasciato solo.
bruno vespa tra renzi e berlusconi
A quel segnale, il Cav ha fatto rispondere Sallusti con “Forza Renzi”. Di fronte alle macerie di Amatrice nessuno si sogna di far vedere contatti fra governo ed opposizione. Nessuno vuole fare sciacallaggio politico, così ci si parla con messaggi in codice. Ed il fondo del Giornale è lì a dire che Silvio ci sta.
A fare cosa? E’ ancora presto per dirlo. Nei vicoli di Roma la fantasia corre: fino al punto di immaginare una sospensione del referendum costituzionale (piuttosto improbabile). Od una nuova maggioranza (più probabile) costruita - per ipotesi - proprio in nome della “pietas romana”. E che poi negozi con la Ue su conti pubblici (meno tasse) e banche.