“MI DISSE CHE ERA UN DRIVER E PENSAVO CHE FOSSE UN AUTISTA” – CAROL ALT RACCONTA IL PRIMO INCONTRO CON AYRTON SENNA A UNA SFILATA: "PER NON FARLO SFIGURARE DAVANTI AI FLASH MI SONO TOLTA I TACCHI E SONO RIMASTA SCALZA” – LA STORIA D’AMORE CLANDESTINA: “RICORDO UNA FUGA NOTTURNA, NELLE CAMPAGNE DI NOVARA, SULLA SUA FERRARI, FINÌ LA BENZINA. IN MEZZO AL NULLA, APPARVE QUESTA STAZIONE DI SERVIZIO. E RICORDO AYRTON INIZIARE AD ARMEGGIARE CON LA POMPA. FINCHÉ A UN CERTO PUNTO MI BUSSA AL FINESTRINO E DICE…”

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CAROL ALT

Michela Proietti per il “Corriere della Sera” pubblicato da Dagospia il 30 dic 2021 - ESTRATTI

 

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L'incontro con Ayrton.

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«A una sfilata di Salvatore Ferragamo: io indossavo un cappotto corto rosso con i bottoni. Lui non guardava i fotografi, era fisso su di me».

 

La prima cosa che le ha detto?

«"Grazie", perché per non farlo sfigurare davanti ai flash mi sono tolta i tacchi e sono rimasta scalza».

 

Il vostro segreto?

 «La chimica».

Un ricordo?

«Una cena a Milano, una delle prime allo scoperto con pochi amici: prendo il tovagliolo e dentro c'era un orologio, un suo regalo. L'ho fatto volare inavvertitamente e ho distrutto gran parte dei bicchieri».

 

Come apprese la notizia della morte?

«Ero in Florida e avevo la tv accesa. Avrei dovuto raggiungerlo in Italia la settimana dopo. Rimasi sotto choc: la mia mente era completamente bianca».

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Lo seguiva nei circuiti?

«Spesso e a volte avevo paura. Solo dopo la sua morte ho capito che avrei dovuto averne di più».

 

 

LA STORIA CON SENNA

Valerio Cappelli per il Corriere della Sera pubblicato da DAGOSPIA IL 26 lug 2020

ESTRATTI

 

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L'Italia è il suo destino, qui conobbe l'amore della sua vita, Ayrton Senna, il pilota brasiliano morto nel 1994 nel circuito di Imola .

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«Non sapevo chi fosse, a una sfilata i fotografi mi chiesero di fare qualche scatto con lui, mi disse che era un driver e pensavo che fosse l'autista. Era molto più basso di me, mi batteva il cuore, d'istinto mi sono tolta i tacchi. Lui ha sorriso e ha detto: grazie. Io: No problem. Ero sposata. Mi colpì la sua sensibilità, nessun ragazzo prima di lui mi aveva parlato di Dio e della Bibbia. Mi disse: dobbiamo sbrigarci, non abbiamo molto tempo»

 

Un presentimento?

«Sapeva di fare un mestiere pericoloso. Quando morì ero in Florida per una serie tv, ricordo tutto, la mia stanza d'albergo, com' ero vestita... Mi buttai nel lavoro».

 

L’AMORE SEGRETO

Annalisa Grandi per corriere.it PUBBLICATO DA DAGOSPIA IL 02 mag 2019 - ESTRATTI

 

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Lui, Ayrton Senna, era l’idolo degli appassionati di Formula 1. Lei, Carol Alt, modella e attrice dagli occhi di ghiaccio, incantava il mondo. Si sono amati, lontano dai riflettori. Si sono amati fino al giorno di quel tragico schianto a Imola.

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«L’ho amato profondamente»

Una storia d’amore clandestina, finita ugualmente sulle copertine perché non poteva essere diversamente. Un grande amore, iniziato nel 1990, quando lei aveva 30 anni, e finito in quel 1 maggio del 1994. Lei era sposata con Ron Greschner, giocatore di hockey su ghiaccio. Una relazione fatta di liti e gelosie, fino al giorno in cui, racconta Carol: «Per me si aprì un’altra porta, una porta bellissima».

 

Quella porta, spiega nell’intervista a «Gq Italia», aveva un nome famoso: Ayrton Senna. «Era carino, pieno d’attenzioni. Mio marito non m’aveva mai fatto neppure un regalo di compleanno, lo sa? E io ero così giovane, e lavoravo così tanto, che quasi non ci facevo neppure caso» confessa. Si incontravano di nascosto, «mi raggiungeva su un’isola, a una sfilata, l’ho amato profondamente» dice lei.

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«Il giorno della sua morte decisi di lasciare mio marito»

«Ricordo una fuga notturna, nelle campagne di Novara, sulla sua Ferrari - racconta ancora - A un certo punto Ayrton si gira verso di me e fa: Carol, è finita la benzina. E io: ma sei serio? Dove lo troviamo un distributore adesso? Per miracolo, in mezzo al nulla, apparve questa stazione di servizio. E ricordo Ayrton scendere dall’auto e iniziare ad armeggiare con la pompa. Finché a un certo punto mi bussa al finestrino e dice:

 

Carol, hai idea di come diavolo funzioni? Per fortuna si fermò un’auto e ci salvò: la scena di questa madre di famiglia che aiuta Senna a fare rifornimento, non la dimenticherò mai». Ayrton e Carol si sono amati per quattro anni, seppur in modo clandestino, e si amavano anche quel giorno, quello dello schianto a Imola, quello che ha spezzato i loro sogni e la vita di Senna. «Il giorno della sua morte decisi di lasciare mio marito» svela oggi lei

 

«Ayrton è il mio unico rimpianto»

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Carol il giorno successivo avrebbe dovuto ricevere proprio dalle mani del pilota il Telegatto, a Milano. «So dove ero nel momento dell’incidente, cosa stavo facendo. E che mi crollò il mondo addosso.- spiega a «Il Fatto Quotidiano» - Poi il giorno dopo sarebbe accaduta una cosa che per me sarebbe stata speciale, avrei ricevuto il Telegatto a Milano e a consegnarlo doveva essere lui.

 

Purtroppo non arrivò mai. Non ricordo chi fece la premiazione, ma per me è uno dei momenti più dolorosi della vita. Ho ricevuto il premio, Ayrton che doveva portarlo sul palco non c’era più. Quel giorno la mia vita ha preso un’altra direzione. Piango ancora oggi. È una mancanza enorme, se ne andò una parte di me». Un dolore che non da quel primo maggio non è mai svanito: «Ayrton è il mio unico rimpianto, mi manca ogni giorno».

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