Estratto dell’articolo di Roberto Giardina per “Italia Oggi”
In Germania non vale la pena di lavorare, lo afferma Der Spiegel, e la colpa è del Bürgergeld, il reddito di cittadinanza, ma non solo. Anche il fisco è un freno, se si guadagna di più si perdono diversi sconti e agevolazioni, a partire dagli assegni familiari.
Dal primo gennaio, il Bürgergeld è salito del 12 per cento, pari al tasso di inflazione, a 563 euro, ma gli stipendi non sono aumentati, al massimo i contratti sono cresciuti de 4 o 6 per cento, ed è diminuita la differenza tra chi resta a casa accontentandosi degli aiuti pubblici, e chi va in ufficio o in fabbrica. Chi riceve il Bürgergeld ha diritto a un alloggio, con tutte le spese relative, in certe regioni può anche viaggiare gratis sul bus e sul metro.
Burgergeld - reddito di cittadinanza tedesco
Chi svolge un lavoro al minimo arriva in media intorno ai 1300 euro netti, ma deve pagarsi l’affitto. Chi ha voglia di alzarsi alle cinque del mattino per andare a spazzare le strade per ottenere a fine mese un centinaio di euro in più? Una famiglia di 4 persone a Monaco arriva a 3.333 euro, tra reddito e altri aiuti. Il 64 per cento ritiene che il Bürgergeld sia troppo generoso, si dovrebbero piuttosto aumentare le pensioni al minimo.
Le riforme del fisco hanno paradossalmente reso controproducente lavorare di più: se si esagera con gli straordinari, o si ottiene un aumento, si perdono agevolazioni e si pagano più tasse. La società di trasporti Nikkel nella Ruhr, con 210 dipendenti, ha comunicato che diversi autisti hanno rinunciato alla gratifica di Natale, 200 o 300 euro, per non pagare più tasse.
Hubertus Heil - ministro del lavoro tedesco
Il reddito è percepito da cinque milioni e mezzo di cittadini, 2,9 milioni sono tedeschi, e gli altri profughi, e lo Stato paga 44 miliardi di euro all’anno. I profughi hanno diritto al Bürgergeld dopo cinque anni di residenza, ma 667mila ucraini lo hanno ricevuto subito perché fuggiti dalla guerra, e il costo per loro ammonta a 5,5 miliardi di euro. Ora si ammette che forse è stato uno sbaglio fare un’eccezione.
[…] Con l’acqua alla gola, perché costretto a non fare nuovi debiti, il governo cerca di risparmiare, e vuole tagliare gli aiuti a chi non ha voglia di lavorare. «In caso di totale rifiuto di un lavoro, non si deve ricevere neanche un euro, e chi si licenzia per stare a casa, come avviene, non dovrebbe avere scampo», dichiara il ministro del lavoro, il socialdemocratico Hubertus Heil. Ma non è affatto facile.
Burgergeld - reddito di cittadinanza tedesco
Il Bürgergeld equivale al minimo vitale, calcolato ogni cinque anni da una commissione, che non tiene conto delle spese superflue, fiori, cibo per cani e gatti, ed alcol. Ma se è il minimo necessario non è legittimo tagliare, ha sancito la Corte Costituzionale.
Nei casi gravi si può giungere al 30 per cento, ma i colpiti fanno reclamo e quasi sempre vincono. E comunque si arrotonda con qualche lavoretto al nero. A ricevere il reddito sono anche i bambini, e il 62 per cento delle famiglie sono straniere. L’anno scorso in 351mila hanno chiesto asilo, quasi mille al giorno.
Hubertus Heil - ministro del lavoro tedesco
[…] Su quanti ricevono il reddito i disoccupati sono un milione e 700mila, e altrettanti sono i posti vacanti. Ma un milione e mezzo non hanno alcuna preparazione, non sono in grado di svolgere alcuna attività, e molti profughi non conoscono la lingua, e rifiutano di seguire i corsi di tedesco.
Essen, nella Ruhr, ha 595mila abitanti, contando anziani e bambini, e 89mila ricevono il Bürgergeld, di questi solo 25mila sarebbero in grado di lavorare. L’Ufficio del lavoro tuttavia comunica che metà delle offerte non riceve risposta, soprattutto da parte dei giovani.
olaf scholz al parlamento tedesco
Burgergeld - reddito di cittadinanza tedesco