1- I TIFOSI DEL PUPONE HANNO PERSO IN TRE GIORNI LA METÀ ESATTA DEL VALORE DELLE AZIONI COMPRATE PER UN ATTO DI FEDE. E LO SCETTICISMO SEMBRA REGNARE ANCHE AI PIANI ALTI DI UNICREDIT COSTRETTA SUL FILO DI LANA A PRESTARE 10 MILIONI ALLA CORDATA DELLO ZIO TOM E A GARANTIRE UN FINANZIAMENTO DI ALTRI 30 AL CLUB - 2- DOPO LA SCELTA DI ORSI AMMINISTRATORE DELEGATO, ANZICHÉ IL FIDATO ZAMPINI, IL CERCHIO SI STRINGE PER GUARGUAGLINI E PER MOGLIE (RIUSCIRà A RESTARE ALLA SELEX?) - 3- DELLA VALLE, MIELI, MENTANA, CACCIARI: DI QUANTE ARMATE POTRÀ DISPORRE IL \"FATTOIDE\" SMONTEZEMOLATO QUANDO FINALMENTE SI DECIDERÀ A SCENDERE IN POLITICA? - (L’IDEA CHE GIOVANNINO MALAGÒ, DETTO MEGALÒ, POSSA TRASFORMARSI NELL’ORGANIZZATORE SUL TERRITORIO DEL NUOVO PARTITO-MOVIMENTO FA DAVVERO SORRIDERE) - 4- LA CREDIBILITA’ ITALIANA DI MARPIONNE SI GIOCA INTORNO A MILLE DIPENDENTI BERTONE -

Condividi questo articolo


TottiTotti foto GMT

1- I TIFOSI DEL PUPONE HANNO PERSO IN TRE GIORNI LA METÀ ESATTA DEL VALORE DELLE AZIONI COMPRATE PER UN ATTO DI FEDE
Quando 30 anni fa è entrato in Unicredit Paolo Fiorentino, il top manager che ha guidato la trattativa per la cessione della As Roma, non avrebbe mai immaginato di finire nel pallone.

Questo sembra però il destino del 55enne dirigente napoletano che con enorme fatica è riuscito venerdì notte a concludere l\'accordo con lo zio Tom DiBenedetto e i suoi compagni di cordata.

DIBENEDETTO-GMT/ROSSDIBENEDETTO-GMT/ROSS

La scelta compiuta da Unicredit di indire a Boston una conferenza stampa quando in Italia la Borsa era chiusa e i giornali andavano in stampa, non è stata casuale perché ha evitato che si entrasse troppo nel merito dell\'accrocco con i partner americani. Ciò non ha impedito che ieri mattina all\'apertura della Borsa il titolo della As Roma sprofondasse del 42,5% con un bagno di sangue per i piccoli azionisti che continua ancora oggi. Ciò che sorprende è che la stampa economica e finanziaria non dimostra alcun interesse nei confronti di questa vicenda.

PAOLOPAOLO FIORENTINO

Soltanto il giornalista del \"Messaggero\" Rosario Dimito, che il neodirettore del \"Sole 24 Ore\" Roberto Napoletano sta corteggiando per strapparlo al quotidiano di Caltagirone, ha puntualmente raccontato il braccio di ferro che porterà lo zio Tom a presidente della squadra e Paolo Fiorentino al vertice della holding in cui Unicredit disporrà del 40%.

E oggi tocca a lui, Dimito, riprendere alcune dichiarazioni che Fiorentino ha rilasciato alla trasmissione \"GR Parlamento\" di fronte alle quali perfino personaggi miliardari come il \"Pupone\" Francesco Totti proveranno un brivido nella schiena. Con parole sibilline il top manager di Unicredit dice che quella con gli americani \"è stata la scelta migliore. Speriamo che l\'affare l\'abbiano fatto la Roma e la città\".

jamesjames Pallotta

È una dichiarazione che la dice lunga sullo scetticismo che sembra regnare anche ai piani alti di Unicredit costretta sul filo di lana a prestare 10 milioni alla cordata dello zio Tom e a garantire un finanziamento di altri 30 al Club. Ma Fiorentino aggiunge anche che il valore degli asset si basa su dati di carattere economico e non sulla suggestione del brand. Viene così smontata la tesi dello zio Tom e dei suoi amici finanziatori che il brand della Roma sia l\'asset vincente che ha sbloccato la trattativa.

Nell\'articolo del \"Messaggero\" si legge inoltre che sarà fissato un tetto di 15 milioni per l\'acquisto di nuovi giocatori, e che questa misura si accompagnerà a una riduzione drastica degli ingaggi perché 4 milioni l\'anno per un campione sono lontani anni luce dalle possibilità della \"nuova\" Roma.

Nei prossimi giorni sul tavolo di Tonino Catricalà, il presidente dell\'Authority habitué dello stadio, dovrà essere esibita la documentazione completa di tutti gli investimenti che lo zio Tom e gli altri partner hanno negli Stati Uniti, e qui ci sarà da ridere perché ormai è chiaro che DiBenedetto di soldi ne ha ben pochi e gli unici investimenti seri sono quelli dell\'amico finanziere James Pallotta che ama il basket più del pallone.

GUARGUAGLINIGUARGUAGLINI

La conclusione è una sola: l\'accrocco di Unicredit è una soluzione che lo stesso Fiorentino considera provvisoria; non a caso ieri quando gli è stato fatto il nome di altri imprenditori italiani tra cui l\'industriale farmaceutico Angelini ha detto: \"conoscono la sua passione per la Roma, se lui fosse interessato sarebbe un\'opportunità\".

È quanto sperano quei tifosi che oltre ad applaudire il Pupone hanno perso in tre giorni la metà esatta del valore delle azioni comprate per un atto di fede.


2- DOPO LA SCELTA DI ORSI, ANZICHÉ ZAMPINI, IL CERCHIO SI STRINGE PER GUARGUAGLINI E PER MOGLIE SELEX
Il comandante supremo di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini, si sta preparando all\'Assemblea degli azionisti che si terrà il 4 maggio al centro convegni \"Matteo Ricci\" in piazza della Pilotta.

LORENZOLORENZO COLA

Il 73enne manager maremmano non ha reagito alla sventagliata di mitra del \"Sole 24 Ore\" che tra giovedì e venerdì gli ha sparato in fronte un paio di articoli terrificanti a firma di Claudio Gatti. A dire il vero il primo dei due articoli, dedicato a ripercorrere il ruolo del consulente Lorenzo Cola non conteneva notizie nuove, mentre il secondo sul presunto intreccio affaristico tra il Guargua e il faccendiere Pacini Battaglia (\"il banchiere un gradino sotto a Dio\") aveva una carica dirompente.

Da quello che trapela il Guargua è rimasto sorpreso anche per il rilievo che è stato dato a questo articolo dal \"Corriere della Sera\" che, rompendo una prassi consolidata, è arrivato a pubblicare una piccola foto con il frontespizio della sparata fatta dal giornale di Confindustria.

E anche la pubblicazione sul quotidiano \"Finanza&Mercati\" di una recente fattura di 17.500 euro pagata all\'altro faccendiere Lavitola, ha dato al Guargua l\'impressione di essere assediato. In questo clima di sospetti il marito di Marina Grossi ritiene che il numero dei nemici interni all\'azienda sia quasi superiore a quello degli avversari esterni che lo vogliono scalzare dalla poltrona.

PIERFRANCESCOPIERFRANCESCO GUARGUAGLINI E MOGLIE MARINA GROSSI

Forse mai come in questo momento i vetri del quartier generale di piazza Monte Grappa sono stati così trasparenti, ma il comandante supremo crede di aver già capito quali sono le manine che passano le notizie e le fotocopie delle fatture ai giornali e alle agenzie. Tra queste si distingue con insistenza l\'agenzia \"Agenparl\", fondata almeno 30 anni fa da un giornalista ben noto agli ambienti parlamentari che si chiamava Ciccio Lisi e girava per Roma con una grande macchina americana sulla quale era apposta la targa con il suo nome.

ElioElio Lannutti

Ma non è solo questa agenzia a procurare piccoli mal di pancia quotidiani al manager di Castagneto Carducci; l\'avversario più pervicace è Elio Lannutti, il senatore di Chieti classe 1948 che è diventato senatore nel partito di Di Pietro e membro della commissione Finanza del Senato.

Il suo nome è legato alla fondazione dell\'Adusbef, l\'associazione che difende i consumatori, e a una produzione letteraria che ha provocato turbamenti perfino in Banca d\'Italia. L\'ossessione di Lannutti nei confronti di Finmeccanica dura da almeno un anno e va dalla denuncia sulle operazioni industriali alla destinazione degli utili per gli azionisti.


3- L\'ARMATA DI LUCHINO

Di quante armate potrà disporre Luchino di Montezemolo quando finalmente si deciderà a salire sul treno della politica?

montezemolomontezemolo dellavalle

Su questa domanda sguazzano i sondaggisti che in alcuni casi gli attribuiscono un 36% dei consensi mentre quelli usati dall\'amico del cuore Enrichetto Mentana straripano di entusiasmo. La valutazione dei consensi potenziali è cosa diversa dalla disponibilità delle truppe necessarie per mettere in piedi quella struttura leggera che dovrebbe supportare Luchino in un confronto elettorale. E qui arriva l\'ennesimo articolo dedicato dal quotidiano \"Il Fatto\" al \"pit-stop\" del suo partito che avrebbe già organizzato un\'alleanza con Pierfurby Casini.

Il quadro che emerge alle spalle del ragazzo dei Parioli non è particolarmente affollato e richiama nomi già noti come quelli dello scarparo marchigiano Dieguito Della Valle e di Massimo Cacciari, il filosofo più allegro d\'Italia. Il primo, Dieguito, viene presentato per l\'ennesima volta come l\'ariete che ha saputo abbattere la statua di Geronzi in nome del cambiamento e della rivoluzione, un processo che dovrebbe portarlo a conquistare l\'indispensabile corazzata del \"Corriere della Sera\".

LucaLuca Cordero di Montezemolo e Giovanni Malago

Secondo l\'autore dell\'articolo, Stefano Feltri, tra Dieguito e l\'azionista Giuseppe Rotelli che detiene l\'11% in Rcs Corriere della Sera ci sarebbe una sintonia tale da far pensare che lo scarparo possa mettersi in tasca la quota dell\'imprenditore della sanità malconcio in salute ma da sempre vicino al Cavaliere peccaminoso. È una tesi un po\' ardita che comunque sottolinea il ruolo di rottura che Della Valle dovrebbe svolgere nel cosiddetto salotto buono che governa il primo giornale italiano.

L\'elenco però dei supporters non finisce qui perché nella battaglia che in questo momento vede Luchino scatenato contro Giulietto Tremonti c\'è spazio anche per il giovane Carlo Calenda, ex-direttore affari internazionali di Confindustria che adesso dirige l\'Interporto di Nola per i treni di Ntv.

A proposito dei treni e dei molteplici interessi di Montezemolo, gli viene attribuita l\'intenzione di mettere le sue partecipazioni in un blind trust all\'americana, ma forse la tesi più credibile è che prima di mettere le scarpette nel liquame politico il presidente della Ferrari vorrà liberarsi di quei business che stanno incontrando grandi difficoltà. Primo fra tutti il 20% che detiene dentro Ntv viste le difficoltà che la società sta incontrando da parte delle Ferrovie dove governa quel Mauro Moretti che sabato a Praga gongolava accanto a Napolitano nell\'inaugurazione della nuova stazione della capitale.

MontezemoloMontezemolo e Mieli

L\'armata di Luchino ha comunque un punto di forza straordinario in un uomo di 51 anni che si porta addosso la fama di playboy: Giovannino Malagò, detto Megalò, l\'uomo che secondo un\'azzeccata definizione di Cesare Lanza risalente al giugno 2000 sapeva \"sussurrare agli Agnelli\". L\'idea che il ricco e seducente pariolino possa fare per Luchino l\'organizzatore sul territorio del nuovo partito-movimento fa davvero sorridere; è un ruolo che in altre epoche hanno ricoperto personaggi come il comunista Pecchioli e l\'andreottiano Sbardella, gente dura e incallita che si sporcava le mani dentro la politica per organizzare truppe cammellate e assoldate.

MorettiMoretti e Montezemolo

Si stenta a capire come il buon Malagò-Megalò, fino ad oggi impeccabile cerimoniere del Canottieri Aniene, possa spendersi in un ruolo così lontano dal suo stile elegante.


4- LA CREDIBILITA\' ITALIANA DI MARPIONNE SI GIOCA INTORNO A MILLE DIPENDENTI DELLA BERTONE

Avviso ai naviganti: \"Si avvisano i signori naviganti che Sergio Marpionne ha cambiato programma.

marchionnemarchionne saluta a pugno chiuso

Invece di partire oggi per New York dove sta per aprirsi al Jewish Centre di Manhattan il Salone dell\'Automobile, il manager dal pullover sgualcito ha deciso di sedersi al tavolo con la trimurti sindacale (Camusso, Bonanni, Angeletti) per discutere le sorti della piccola azienda Bertone di Torino.

Sembra quasi che Marpionne si stia rendendo conto che intorno alla sorte dei 1.092 dipendenti della ex-carrozzeria in cassa integrazione da 7 anni si stia giocando una partita importante per la sua credibilità in Italia. Comunque l\'ufficio stampa della Fiat ha fatto sapere che domani il Capo volerà a Manhattan per l\'AutoShow dove ha sempre esternato meglio che in altre occasioni\".

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – AVVISATE LA MELONA CHE URSULA LE HA RIFILATO UNA SOLA: DA’ A FITTO LA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA MA GLI CONCEDE UN PORTAFOGLIO DI SERIE B (E SULLA GESTIONE DEL PNRR LO HA “COMMISSARIATO” METTENDOGLI VICINO IL MASTINO LETTONE DOMBROVSKIS) - LE FORCHE CAUDINE PER IL PENNELLONE SALENTINO SARA' L’AUDIZIONE CON LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVRA’ VALUTARLO: IL COLLOQUIO E' IN INGLESE, LINGUA CHE FITTO PARLA A SPIZZICHI E BOCCONI - PER PASSARE L'ESAME, SERVIRA’ L’OK DEL PD (GRUPPO PIU' NUMEROSO TRA I SOCIALISTI DEL PSE) - MA I DEM SONO SPACCATI: ALCUNI SPINGONO PER IL NO, DECARO-ZINGARETTI PER IL SÌ, ELLY SCHLEIN TRACCHEGGIA MA SPERA CHE FITTO SI SCHIANTI IN AUDIZIONE PER FARLO SILURARE - IL CONTENTINO AI VERDI CON LE DELEGHE ALLA SPAGNOLA RIBERA E LA CACCIATA DEL “MAESTRINO” BRETON CHE STAVA SULLE PALLE A TUTTI, DA MACRON A URSULA...

CHI FERMERÀ ORCEL NELLA SCALATA A COMMERZBANK? UNICREDIT VUOLE CHIEDERE ALLA BCE IL VIA LIBERA PER PORTARE IL SUO CAPITALE DELL'ISTITUTO TEDESCO AL 30%, SOGLIA LIMITE PER LANCIARE L'OPA – DEUTSCHE BANK POTREBBE RILANCIARE MA HA I CAPITALI PER UNA FAIDA BANCARIA? – IL VERO OSTACOLO PER ORCEL SONO I SINDACATI TEDESCHI, CHE TEMONO UNA PESANTE SFORBICIATA AI POSTI DI LAVORO. ANCHE PERCHÉ LA GERMANIA VIVE UNA CRISI ECONOMICA PESANTE, COME DIMOSTRA IL CASO VOLKSWAGEN, CHE MINACCIA DI FARE FUORI 15 MILA DIPENDENTI…

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2029 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO...