BUSINESS IS BUSINESS: LA CINA È DI NUOVO VICINA – IL TOUR IN ITALIA DEL MINISTRO DEL COMMERCIO CINESE, WANG WENTAO, SEGNA UNA NUOVA FASE DEI RAPPORTI COMMERCIALI TRA I DUE PAESI, DOPO CHE LA MELONI HA ABBANDONATO LA VIA DELLA SETA – AL CENTRO DELL'INCONTRO I DAZI EUROPEI SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI, NODO CRUCIALE NELLO SCAZZO GOVERNO-STELLANTIS (OVVERO DUCETTA VS ELKANN) – E LA VISITA A PECHINO DEL SEGRETARIO AL TESORO USA, JANET YELLEN, CONFERMA CHE L'ECONOMIA OCCIDENTALE NON PUO’ FARE A MENO DEL DRAGONE…

-

Condividi questo articolo


1 - ROMA SI RIAVVICINA A PECHINO “SUI DAZI LA UE NON SI ACCANISCA”

Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”

 

antonio tajani wang wentao antonio tajani wang wentao

Archiviata la Via della seta, Tajani prova ad aprire «la Via di Marco Polo». Dietro al titolo ad effetto, la strategia del ministro degli Esteri e del governo è chiara: impostare con la Cina una nuova relazione di diplomazia economica, che possa far crescere le esportazioni e attrarre investimenti cinesi. 

 

[...] In pubblico e in privato, nell’incontro di Verona con il ministro del Commercio cinese Wang Wentao, lo sforzo di Tajani è stato mandare messaggi di «sintonia». A costo di passare dritto su varie questioni calde. Non è un mistero che Wang sia in Europa per scongiurare l’imposizione da parte di Bruxelles di dazi sulle auto elettriche, le pale eoliche o altri prodotti cinesi.

 

antonio tajani wang wentao antonio tajani wang wentao

Uno studio del think tank tedesco Kiel mostra che le industrie cinesi ricevono sussidi fino a nove volte superiori a quelle dei maggiori Paesi Ocse. Tajani ha offerto una sponda che a Bruxelles non piacerà, dicendo che «la Commissione fa il suo lavoro e le regole vanno rispettate », ma anche che «non ci deve essere accanimento». In privato, ha anche ricordato a Wang che fra poco ci sarà una nuova Commissione.

 

Che ci siano opportunità di export per le aziende italiane in Cina è evidente: si è discusso di salute, alimentare, e-commerce, e di un nuovo volo Shanghai-Venezia. La commissione economica bilaterale che si è riunita a Verona diventerà appuntamento annuale.

meloni xi jinping meloni xi jinping

 

Nell’attesa di aperture di Pechino, spesso promesse e di rado concretizzate, la partita più immediata è quella degli investimenti cinesi in Italia, a cui Tajani dice che il governo è «favorevole, se non delocalizzano ma producono crescita». Tra le 50 aziende cinesi a Verona ci sono il colosso delle batterie Catl e le aziende delle auto elettriche Nio e Xpeng.

 

Ma se è vero che l’uscita dalla Via della seta non ha provocato ritorsioni, molti strascichi ha lasciato la decisione del governo di esercitare il golden power su Pirelli, tema che Wang ha messo sul tavolo. Tajani ha risposto mostrando dati secondo cui l’Italia ha usato i poteri speciali su una piccola quota di operazioni, e in pochissimi casi di aziende cinesi. [...]

 

2 - CINA, NON SI PUÒ FARNE A MENO

Estratto dell’articolo di Giorgio Barba Navaretti per “la Repubblica”

 

joe biden in videocollegamento con xi jinping joe biden in videocollegamento con xi jinping

La lunga visita in Cina di Janet Yellen in questi giorni è un ennesimo segnale che del regno di mezzo non possiamo fare a meno, nonostante le crescenti voci di frammentazione economica e anche nell’orizzonte di incertezza registrato dal downgrading di Fitch a negativo dell’outlook economico.

 

La missione impossibile della Segretaria del Tesoro americano era convincere Pechino a limitare la propria capacità produttiva nell’industria high tech, soprattutto verde (pannelli solari, automobili elettriche ecc.) e i sussidi che l’alimentano, in quanto danneggiano l’industria americana [...]

 

XI JINPING E JOE BIDEN XI JINPING E JOE BIDEN

Nonostante la minaccia di contromisure, vedi un aumento dei dazi Usa, è stato concesso ben poco. Per due ragioni. Primo, perché la transizione della manifattura dal basso costo del lavoro all’alto valore aggiunto del high tech è il nuovo cuore della strategia di sviluppo cinese voluta da Xi, che certo non farà passi indietro.

 

Secondo, perché comunque l’Occidente non può fare a meno dell’interscambio con la Cina e dunque le barriere commerciali non saranno mai tali da ridurlo significativamente. La visita di Yellen, la seconda da luglio, è in sé stessa un segnale che la frammentazione vera non ci sarà mai, per quanto gli scambi e gli investimenti verso il regno di mezzo possano rallentare.

 

MELONI XI JINPING 56 MELONI XI JINPING 56

Per le stesse ragioni Xi ha visitato la California in novembre e accolto, facendosi piazzista in capo, i leader delle principali aziende Usa, invitandoli a investire. Un Occidente senza Cina, un mondo diviso in due blocchi commerciali ed economici, è un’opzione troppo costosa per realizzarsi veramente.

 

Per quanto ci siano preoccupazioni di sicurezza, di distorsione della concorrenza e differenze nei sistemi di valori e di governo, alla fine varrà sempre il vecchio adagio: business is business. Pechino è diventata un gigante in 20 anni o poco più, passando dal 3% al 12% del commercio mondiale ed è oggi il principale partner di quasi tutti i Paesi.

 

[...] Qualunque sarà il futuro assetto geopolitico, una grande parte dell’economia mondiale continuerà a girare intorno al gigante asiatico. Se l’Occidente riducesse i legami con l’Oriente, sarebbe comunque relegato ad una fetta di mondo. Ossia, rinuncerebbe a interagire con oltre un terzo del Pil mondiale, la quota dei Paesi emergenti asiatici nel 2023. Il tema non è solo quantitativo.

 

XI JINPING JOE BIDEN XI JINPING JOE BIDEN

Pechino è anche diventata rapidamente un fornitore onnipresente di componenti importantissimi nelle catene di produzione, che continuano ad essere geograficamente disperse. Insomma, la Cina e i pezzi di Asia che si porterebbe dietro sono troppo grandi e troppo indispensabili per pensare di ricostruire un sistema di scambi tutto ad Occidente che la escluda. Anche i dati per ora confermano l’ineludibilità di Pechino.

 

L’interdipendenza commerciale con gli Stati Uniti si è ridotta tra il 2021 e il 2023 dal 14% a meno del 12% (misurata dal rapporto tra gli scambi tra i due Paesi sul totale del commercio mondiale). Ma è anche vero che i livelli non sono lontani da quelli pre-Covid. E il commercio con l’Europa è invece cresciuto da 561 a 737 miliardi di euro, in gran parte importazioni. Segnali un po’ contraddittori ma non certo di una radicale inversione di tendenza. [...]

 

joe biden xi jinping joe biden xi jinping

Del resto, il Fondo Monetario Internazionale stima che sia per l’Europa che per gli Stati Uniti un processo accelerato di riposizionamento della produzione fuori dalla Cina avrebbe effetti devastanti: tra il 2% e il 4% di perdita di Pil. E per Pechino i costi sarebbero ancora maggiori. Tutto questo ci fa ben sperare che gli scambi economici possano tenere le guerre, commerciali e reali, lontane e che per quanto piova, continueremo a tenerci la Cina vicina. Business is business.

antonio tajani wang wentao antonio tajani wang wentao antonio tajani wang wentao antonio tajani wang wentao

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

ARCHEO-POMPINO - ANITA EKBERG IN AUTO CON FELLINI - VALENTINA CORTESE: “FEDERICO SI PORTÒ IN MACCHINA UNA DI QUELLE ATTRICIONE, CHE PIACEVANO A LUI: PROSPEROSE, ABBONDANTI, VISTOSE. INSOMMA, MENTRE ANDAVANO A OSTIA, LEI PARLAVA DELLA SUA VOCAZIONE ARTISTICA, NEANCHE FOSSE LA BERGMAN. A UN CERTO PUNTO FEDERICO COMINCIÒ AD ACCAREZZARLE I CAPELLI E POI CON LA MANO SULLA NUCA A SPINGERLA VERSO IL BASSO. FINALMENTE LA POVERETTA CAPÌ COSA STAVA ACCADENDO E, CON TUTTO IL FIATO IN GOLA, DISSE: "FEDDERICCO, IO ARTISTA, IO NO POMPETTO"

DAGOREPORT - BIDEN È MESSO MALISSIMO: IL 48% DEGLI ELETTORI DEMOCRATICI SI RICONOSCE NELLE RAGIONI DEI PALESTINESI DI GAZA (TRA I REPUBBLICANI SOLO IL 25%), E ACCUSA LA CASA BIANCA DI ECCESSIVA DEBOLEZZA NEI CONFRONTI DI NETANYAHU IN MODALITÀ “DOTTOR STRANAMORE” – HAMAS SI SPACCA: A DOHA, IL CAPO POLITICO HANIYEH VUOLE TROVARE UN ACCORDO; A GAZA, IL CAPO MILITARE YAYA SINWAR E’ CONTRARIO - NETANYAHU SI DICE FAVOREVOLE A UNA TRATTATIVA PER IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI, MA ALLO STESSO TEMPO VUOLE SPIANARE RAFAH, L’ULTIMO FORTINO DI HAMAS, DOVE SI SONO RIFUGIATI 1 MILIONE E MEZZO DI SFOLLATI DAL NORD

ARCHEO-QUIZ - UN BELL'ANEDDOTO CHE LA DICE LUNGA SUL TIPO DI RAPPORTI CHE INTERCORRONO TRA STAMPA E POTERE - "QUALCHE TEMPO FA IL DIRETTORE DI UN GRANDE GIORNALE RICEVETTE LA TELEFONATA DEL CAPUFFICIO STAMPA DI UNA GRANDE INDUSTRIA: ‘’CARO DIRETTORE, SAPPIAMO CHE STA PER USCIRE UN SERVIZIO MONDANO DOVE COMPARE LA FOTO DI (E LÌ IL NOME DELL'AD DELLA GRANDE INDUSTRIA) ABBRACCIATO A (E LÌ IL NOME DI UNA SIGNORA, AL MOMENTO AMANTE NUMERO DUE DELL'AD). LEI CAPIRÀ, ALLA NOSTRA GRANDE INDUSTRIA QUESTO DISPIACE NON POCO" - "IL GIORNALE È GIÀ IN MACCHINA", OBIETTÒ IL DIRETTORE. CON LA VOCE DI CHI SA DI ESSERE AUTORIZZATO A TUTTO, IL CAPUFFICIO STAMPA DISSE: "VA BENE, QUANTO COSTA COMPRARE TUTTA LA TIRATURA DEL SUO GIORNALE?" – COME E’ ANDATA A FINIRE? BASTA LEGGERE DAGOSPIA…

A CASA DI CARLO DE BENEDETTI - COME SI FA, AVENDO I SUOI SOLDI, A POSARE DAVANTI A UNA PARETE A TROMPE-L'ŒIL CHE RIPRODUCE UN FINTO TRALICCIO CON VITE, DOVE C’È APPESO SOPRA UN FALSO CANALETTO IN CORNICE DORATA OSCURATO, PER GIUNTA, DALLE FOTO DEI PARENTI, DI CUI UNA IN CORNICE LEOPARDATA? - IL CUSCINO SUL DIVANO SEMBRA LA TOVAGLIA DI UNA PIZZERIA. NON PARLIAMO DEGLI ANIMALETTI POP SU UNA CONSOLLE DI MARMO - JOHN ELKANN AVRÀ DISTRUTTO “REPUBBLICA” MA LUI DEVE AVER IMPARATO DALL’ARCINEMICO BERLUSCONI A FAR FALLIRE IL BUON GUSTO… - VIDEO